Totti, vecchio a chi?

EDITORIALE – E’ da irresponsabili fare le Olimpiadi a Roma? No, è da irresponsabili non sottolineare anche questa volta la grandezza del più grande calciatore che abbia vestito la maglia della Roma, nonostante nel tabellino dei marcatori siano finiti ben 3 giocatori, uno pure con una doppietta.  Se non amate la retorica, allora è meglio che chiudiate la pagina e leggiate altro, perché questo pezzo di retorica è infarcito e volutamente.

Non ce ne voglia la sindaca Raggi se prendiamo in prestito la formula da lei utilizzata per annunciare al mondo che la Capitale d’Italia abbandona la candidatura ad ospitare i Giochi del 2024. Ci serve solo per omaggiare quel campione ultra-olimpico che porta il nome di Francesco Totti. La “fiaccola” di questa Roma, capace di stupire ancora nella sua penultima gara da 39enne con la sua classe che non veniva sfruttata dal 1’ da un anno esatto, da Roma-Sassuolo del 20 settembre 2015.

A -1 dalla presenza numero 605 in serie A, regala un palla d’oro a Dzeko che sa già di gol non appena il suo scarpino sfiora la zolla di prato da cui parte il lancio. Tre delle quattro reti rifilate al Crotone sono “sporcate” dalla sua orma, un’orma leggera, che somiglia a un passo di danza inventato dal nulla proprio nel momento in cui sembra sia lì fermo in mezzo al campo perché non ne ha più. La sua presenza, invece, ha rigenerato la Roma uscita con i lividi dal Franchi solo 3 giorni prima.

Chiaro, l’avversario è il più modesto che il campionato potesse proporre nel menu della quinta giornata. Anzi, proprio per questo ci piacerebbe rivedere Francesco titolare in sfide più ambiziose, perché relegarlo a tirare la carretta solo con le neopromosse sa tanto di “diminutio” stantia e ingenerosa. “La squadra prenda esempio da Totti” ha detto Spalletti. “Con Totti è tutto più facile”, ha ripetuto dopo averlo già detto qualche giorno fa Dzeko. “Vive un minuto avanti agli altri” ha rivelato l’allenatore avversario Nicola.

Cos’è Totti per questa Roma a una manciata di ore dai 40 anni? E’ la memoria storica, è l’esperienza succhiata dagli allenatori che ha avuto da cui ha preso e metabolizzato; è il talento innato sì, ma anche quello rubato ai campioni con cui ha giocato insieme e contro.  E’ il paese delle meraviglie che ospita Alice, è il paese dei balocchi che incanta Pinocchio. E’ il vecchio e il mare, anzi no…Vecchio a chi?

Giulia Spiniello