Totti: ´La Champions? Agli ottavi vorrei il Real Madrid, ci porta bene´
Francesco Totti nel Forum andato in scena nella redazione del Corriere dello Sport.
Totti, bentornato al Corriere dello Sport-Stadio. «Grazie. Vengo sempre con piacere a trovarvi, perché mi accogliete bene. Il rapporto che ho con voi è particolare e mi rende molto orgoglioso».Partiamo dal suo favoloso momento. Sentendo Spalletti e i suoi compagni, sembra che lei non sia mai stato così bene. Corre più di quando aveva ventanni.«Forse è eccessivo dire così. Credo di avere corso tanto anche prima. E chiaro che molto dipende dalla condizione. Dopo il grave infortunio al ginocchio sto tornando al top. Non sento più fastidi e questo mi aiuta a rendere al massimo».LInter ha già vinto lo scudetto? «E presto per dirlo, ma ha grandi possibilità di vincerlo».
La Roma è fuori? «Dobbiamo essere realisti. Il distacco è notevole e non credo che lInter perderà così tanti punti. Lo scudetto riguarda Inter, Juve e Milan».Fra queste tre, Totti per chi tifa? «Per il Milan. Ho più amici là e la squadra mi è più simpatica. Cè meno rivalità rispetto alle altre due».Le è simpatico Mourinho? «Molto. E un tipo diretto, senza peli sulla lingua. Mette tutti sullo stesso livello. Mi piacciono le persone così».Anche Spalletti è così? «Sì, ma non lo fa vedere…».
Mourinho rende pubbliche le situa- zioni che di solito restano chiuse negli spogliatoi. Crede che la sua scelta romperà un muro nei rapporti con lopinione pubblica?«No, non penso. Lui fa questo, ma credo che in generale tutto resterà così comè adesso».Balotelli è un ragazzo un po bizzoso. Pensa che Mourinho lo stia gestendo bene?«In effetti Balotelli quando ha giocato contro la Roma non si è comportato molto bene. E giovane, deve crescere. Ma è un calciatore di grandi potenzialità e deve essere contento di aver incontrato un allenatore come Mourinho, che lo mette sullattenti. E successo anche a me con Mazzone».Totti sente ancora i suoi ex tecnici? « Mazzone sì. Anche Zeman. E poi Spalletti, tutti i giorni…».
Capello? «Capello no».
Pensa sempre che i romani siano antipatici nel resto dItalia? «Io penso solamente che sui romani ci siano tanti luoghi comuni: sono pigri, non hanno voglia di lavorare e via discorrendo. Non credo sia così. E poi perché tutti vogliono venire a lavorare a Roma?».In campionato la Roma può raggiungere al massimo il quarto posto?«Se pensiamo a come eravamo messi un mese e mezzo fa, arrivare quarti sarebbe come uno scudetto per noi. Però adesso puntiamo a qualcosa in più: tra il secondo e il quarto posto. Alla fine tra le prime quattro ci sarà anche la Roma ».Quali sono le avversarie da temere per un posto in Champions League?«Fiorentina e Napoli. Ma anche la Lazio».Il ritorno di Totti ha rilanciato la Roma. Ma quali altri elementi hanno fatto sì che la squadra tornasse quella dello scorso anno?«Il recupero dei giocatori, il modulo e i risultati: quando arrivano le vittorie cambia latteggiamento mentale. E la testa conta».Si è parlato di frizioni tra Spalletti e i giocatori.«Niente di vero. I problemi in un gruppo ci sono sempre, anche quando le cose vanno bene. Ma non cè mai stata una spaccatura».Si è anche detto che lincontro estivo tra Spalletti e il Chelsea abbia disorientato la squadra.«Guardate, io non so nemmeno se sia vero che lallenatore ha incontrato il Chelsea. So solo che a me ha sempre detto che voleva restare alla Roma».Le novità tattiche sono state concordate tra Spalletti e i giocatori?«No, la scelta è stata dellallenatore. E stato bravo a capire che il vecchio sistema di gioco può funzionare se tutti gli interpreti sono al cento per cento. Ma noi non eravamo al top».Si sente più a suo agio con questo schema?«Sì. Posso attaccare e arretrare più liberamente. Prima non avevamo un attaccante davanti quando io mi abbassavo ed era più difficile giocare».Laurent Blanc, che avete appena eliminato dalla Champions, ha detto: «Totti è il Colosseo della Roma». Tra i soprannomi che le hanno affibbiato in tanti anni di carriera, qual è il più gradito?«Sicuramente questo. Il Colosseo è il monumento più importante che abbiamo a Roma. Quindi essere paragonati al Colosseo è un motivo di grande orgoglio ».Ha segnato 211 gol con la Roma. Quando smetterà di giocare vorrà essere ricordato come un grande centravanti o un grande numero 10?«Alla fine della carriera potrò dire di essere stato un grande attaccante. Prima ero un uomo assist, adesso faccio più gol».Il suo gol più bello? «Ce ne sono diversi. Il cucchiaio a Julio Cesar in Inter- Roma 2- 3 ( 2005/ 06, ndr) ma anche i tiri al volo in Sampdoria- Roma di due anni fa e in Roma-Udinese del campionato dello scudetto. Poi non dimentico laltro cucchiaio, a Peruzzi nel derby vinto 5-1».E il gol più emozionante? «Il cucchiaio a Peruzzi. Per forza. Anche se non era importante come il gol al Parma nel giorno dello scudetto. Ma quel gol nel derby mi regala anche altri ricordi, mostrai la maglietta con la scritta sei unica, era dedicata a Ilary, unemozione indimenticabile».
Il ciuccio continuerà a farlo dopo un gol? «Sì, è dedicato alla mia famiglia: Ilary, Cristian, Chanel. E poi non è che oggi si possa fare molto altro, se esageri ti ammoniscono. E, francamente, è una cosa che capisco poco. Uno fa gol, si toglie la maglia per festeggiare e si becca un cartellino giallo. Questo dice il regolamento: io non sono per niente daccordo ».Se potesse tornare indietro, farebbe subito il centravanti?«Sì. A questo punto sarei già a trecento reti».Può ancora arrivare a quel traguardo.«Vero. E uno degli obiettivi. Se gioco ancora cinque-sei anni posso farcela. E io voglio giocare ancora a lungo».A questo proposito, il suo contratto scade nel 2010. Non avete ancora trattato il rinnovo.«No, ma penso e spero che non ci siano problemi. Io vorrei andare avanti fino al 2014 però potrei smettere anche prima. Sono una persona matura. Se un giorno mi rendessi conto che non sono in grado di dare il mio contributo, strapperei io stesso il contratto».Tra gli altri contratti, il caso più delicato riguarda Aquilani.«Non mi piace entrare in queste trattative: è una questione tra lui e la società. Posso dire, da capitano e da amico: spero che resti. E un giocatore fondamentale, un campione di livello internazionale che ha tanta voglia di far bene nella Roma».La squadra che Totti ha deciso di sposare per sempre. Non le è rimasta la curiosità di provare unesperienza diversa, magari allestero?«La curiosità sì. Mi rimarrà a vita. Ma per me ha deciso il cuore. E al cuore non si comanda. Non ho rimpianti».In un certo periodo stava per lasciare la sua città e la sua squadra.«Sì, è vero. Sono stato vicino a Real Madrid e Milan. Ma avrei comunque scelto il Real, lestero, per rispetto dei nostri tifosi».Tra qualche anno, quando smetterà, resterà nel calcio?«Sicuramente. Io senza pallone non so stare. Me ne sono accorto nel periodo degli infortuni».Allenerà? «No, escluso. Sono troppo buono io. Premesso che mi vedo ancora calciatore per tanti anni, dopo resterò nei quadri della Roma. Potrei fare il direttore sportivo, o il direttore tecnico».Facciamo una battuta: Pradè e Conti non saranno contenti di saperlo.« Ma no, potremmo lavorare tutti insieme. Tra romani ci si capisce al volo».Faccia un pensiero da dirigente allora. Se avesse un budget illimitato, quale campione porterebbe alla Roma?« Messi. Gli avrei dato il Pallone dOro, anche se credo che Cristiano Ronaldo labbia meritato perché ha vinto la Champions. E se vinci la Champions sei più vicino a quel premio».Dopo tanti anni, ha capito come funzionano le votazioni per il Pallone dOro?«No, ma non è certo un problema».
Cè stato un anno in cui ha pensato di meritare di vincerlo? «Nel 2001. Avevo fatto un ottimo Europeo lestate prima e in quella stagione ho vinto lo scudetto e la Supercoppa con la Roma. Invece lo vinse Owen che con il Liverpool, comunque, si era portato a casa cinque coppe».Per il Pallone dOro forse è tardi, ma tra gli obiettivi di Totti cè il Mondiale in Sudafrica?«In questo momento no».
Cancellando in questo momento? « No » .
Ma se Lippi le telefonasse e le chiedesse di andare in Sudafrica con lui? «Non direi no subito. Ci penserei mille volte, solo perché è Lippi. Con me si è comportato in maniera straordinaria. E stato un grande uomo. Con lui ho un rapporto particolare».Ha detto addio alla Nazionale forse in maniera un po affrettata.«Sì. Ma avevo appena vinto il Mondiale, ero soddisfatto di quello che avevo fatto, perché per quello che potevo avevo dato parecchio alla squadra. Il mio recupero dallinfortunio era stato molto rapido, avevo bisogno di fermarmi e gestirmi. Dovevo riposare, stare di più con la mia famiglia e sentivo ancora dolori al piede. Potendo tirare il fiato soltanto nelle settimane in cui era impegnata la Nazionale, la mia scelta non poteva che essere quella che ho fatto. Del resto non potevo mica lasciare la Roma. Ma forse non sono stato capito oppure non mi sono spiegato bene».Chi non lha capita, Donadoni? «Donadoni e qualcun altro che girava lì intorno. Gigi Riva invece sapeva benissimo quale era la mia situazione, come stavo e cosa sentivo».Intanto in Nazionale è tornato il suo preparatore personale Vito Scala…«Lui sta bene con tutti, anche senza di me. Vito è stato uno degli artefici dei miei recuperi, insieme con il fisioterapista Silio Musa. Vito è un amico, un fratello, mi ha dato i consigli giusti, sempre, anche quando ho sbagliato. Ci sono dei momenti in cui ti butti giù, soprattutto nella fase del recupero. Noi calciatori siamo uomini come gli altri, con tanti vantaggi ma anche qualche problema. Per fortuna io ho avuto accanto delle persone meravigliose che mi hanno supportato nei periodi delicati».Però a Livorno, dopo la sua espulsione, lha spedito al tappeto…«Mi sarei ammazzato. Certo non volevo buttarlo a terra, è lui che è scivolato (e Scala interviene: «Il fatto è che avevo le scarpe da ginnastica…» ), io ero teso per quello che era successo, è stato solo un attimo, ho sbagliato, ma ero stato espulso ingiustamente».A proposito di amici. Cassano nella sua autobiografia ha scritto che Totti ha favorito il suo addio alla Roma.«Come dicevo prima, io non intervengo sulla questione contrattuale di un mio compagno. Per me sono tutti uguali da questo punto di vista. Sono affari loro. Mi può dispiacere se un amico se ne va, e io con Antonio avevo un grandissimo rapporto, però non devo decidere io, cè la società e decide lei».Cassano non ha perso una grande occasione lasciando la Roma?«Per me sì. Qui aveva tutto e sarebbe servito anche alla Roma».Zidane dice che Menez ha i colpi di Cassano.«Sono due giocatori diversi. Menez ha altri colpi, più velocità e meno fisico. Può diventare un nuovo Messi, uno che fa la differenza».Davvero è rimasto così colpito da Menez?«Davvero. E un giocatore con potenzialità enormi, parliamo la stessa lingua calcistica, ha soltanto ventuno anni, può fare tantissimo a livello internazionale, ha grandi margini di miglioramento».Totti a ventuno anni era già capitano della Roma.«Ci vuole anche un po di fortuna per questo… » .Menez, Vucinic e Totti possono giocare insieme?«Si può fare. Con Menez o con me alle spalle delle due punte».
E voi tre con Julio Baptista? «Con questo nuovo modulo no perché Julio non ha le caratteristiche di Brighi o Perrotta, ma con il vecchio sistema è una cosa possibile, Baptista potrebbe giocare in coppia con De Rossi in mezzo al campo».La sua Roma vola in Europa: ha chiuso il girone di Champions al primo posto. Che avversaria vorrebbe trovare negli ottavi?«Nessuna in particolare. Lo Sporting Lisbona è la squadra più abbordabile, labbiamo affrontata lanno scorso e la conosciamo. Ma se dovessi scegliere, vorrei il Real Madrid: ci porta bene. E poi giocare contro di loro è sempre un piacere. Eviterei invece lArsenal: le squadre inglesi ci hanno spesso messo in difficoltà».Lo Sporting le ricorda uno dei suoi infortuni, dovuto al contrasto con Liedson.«Non è un bel ricordo. Sono rimasto fuori molto tempo. Sembrava solo una contusione, ma non riuscivo a poggiare il piede per terra. Dopo tante risonanze, abbiamo scoperto che cera una microfrattura al collo del piede ».In finale ha già detto che gradirebbe una rivincita con il Liverpool.«Beh sì. Ma limportante è arrivarci, al 27 maggio. Contro chiunque…».De Rossi sostiene che sette-otto squadre in Europa siano superiori alla Roma. E daccordo?«Forse non sono così tante. Direi che ce ne sono due o tre: Barcellona, Manchester United e Chelsea».
Non mette lInter in questa lista. «Perché lInter in Europa fa più fatica. Ed è strano: ha tanti giocatori stranieri, un allenatore come Mourinho che ha una grandissima esperienza internazionale, eppure i risultati in Champions League finora non sono stati soddisfacenti».Quando Totti era un giovane emergente, si disse che era il nuovo Mancini. Ora ha già intravisto chi potrebbe essere il nuovo Totti?«Non lho ancora identificato».
Forse Messi? «Messi è diverso da me, salta più luomo ma ha meno forza rispetto a me. E poi è tutto sinistro e, per dire unaltra differenza, lui non è tipo che fa lanci da cinquanta metri».Qual è il compagno tecnicamente più dotato che abbia mai avuto?«Direi Cassano. Ma anche con Batistuta, che pure era meno raffinato, mi sono trovato alla grande».E il suo rimpianto? Ha sempre detto che avrebbe voluto giocare con Ronaldo. Ronaldo il brasiliano, non Cristiano.«Confermo. Con me uomo assist, avrebbe segnato cinquecento gol».Lo prenderebbe anche ora che ha firmato per il Corinthians?«Sì. A Roma potrebbe ritrovare gli stimoli giusti, si ambienterebbe subito. E poi loperazione avrebbe costi contenuti».
Ma è vero che Totti suggerisce gli acquisti ai dirigenti?«Ecco, approfitto di questoccasione per chiarire. Io non impongo niente. Si è detto tante volte che non volevo un centravanti alla Roma perché mi avrebbe tolto spazio. Se capita, parlo con la società, do un parere. Se me lo chiedono loro. E magari io mi metto in contatto con i giocatori, come è successo con Mutu. Ma non è detto che i miei consigli siano accettati. Io avevo chiesto Fernando Torres e Toni, per esempio. Io, che non voglio i centravanti…».Si parla di un possibile arrivo di Crespo alla Roma…«E un giocatore che farebbe comodo a qualsiasi squadra. Ma, adesso, in questa Roma, dove giocherebbe?».Al posto di Totti? «Come caratteristiche non può sostituire Vucinic, non può sostituire Menez, sì, dovrebbe giocare al posto mio…».Si sente di dire che la Roma resterà grande a prescindere dai risultati di questa stagione?«Bisogna restare grandi. Bisogna essere più forti, anzi. La squadra e la città lo meritano ».Spalletti resterà? «Io spero di sì. E tutti mi dicono di sì».
Ancelotti sembra il naturale successore. «Io mi auguro che Spalletti rimanga, perché lavoro molto bene con lui. Poi, in futuro, mi piacerebbe essere allenato da Ancelotti».Accoglierebbe con piacere un investitore straniero nella Roma o è meglio continuare con la famiglia Sensi?«Io spero che si vada avanti con i Sensi. Anche perché in molti parlano ma di tratta- tive concrete non ce ne sono. La famiglia Sensi va rispettata per tutto quello che ha fatto per la Roma».Vi manca il presidente Franco? «Molto. Io per lui ero come un figlio, avevamo una tale confidenza che gli davo del tu. Ma Trigoria è tappezzata di sue foto, che non ce lo fanno mai dimenticare».Presto la Roma avrà un suo stadio, proprio intitolato a Franco Sensi.«Se e quando sarà, mi sembrerà strano giocare in uno stadio diverso dallOlimpico, ma una città come Roma deve avere due stadi, uno per la Roma e un altro per la Lazio. E sarà giustissimo intitolare il nostro al presidente Sensi».
A proposito di Lazio. Recentemente avete giocato il derby. Zarate le è sembrato un fenomeno?«E bravo ma con tutto il rispetto, i fenomeni sono altri. Ma è giovane, deve crescere, può diventare un giocatore che fa la differenza ».
Due anni e mezzo fa cè stato il ciclone di Calciopoli. Oggi le sembra che sia cambiato qualche cosa?«Niente. Forse qualcosina è cambiata ma la sudditanza cè ancora, cè poco da fare».Cosa si può fare per risolvere questo problema?«Credo non ci sia niente da fare. Il calcio, purtroppo, è questo».Queste sue parole sono dettate anche dallesito dello scorso campionato?«Io ne avevo parlato già nella passata stagione, quando sottolineai aiutini e aiutoni».Lultimo scudetto doveva vincerlo quindi la Roma?«Sì. A cinque, sei giornate dalla fine dovevamo essere già campioni dItalia. Poi se uno vuole negare levidenza, faccia pure».Rispetto ai suoi inizi in cosa è cambiato il calcio?«Sicuramente sotto il profilo dello stress. Si gioca ogni tre giorni, ci sono troppe partite, non cè mai un attimo per tirare il fiato. E poi il gioco è più veloce e aggressivo. Oggi conta più la corsa della tecnica quando invece dovrebbe essere il contrario».E questo porta anche a un maggior numero di infortuni?«Sì. Oggi un calciatore deve sapersi gestire e magari fermarsi quando sente anche un piccolo fastidio per non compromettere le partite successive».Però Ibrahimovic nellInter gioca sempre…«Ci deve essere un motivo. E pensare che aveva cominciato la stagione con un problema al ginocchio. Nonostante labbondanza di attaccanti, che si chiamano Crespo e Adriano per esempio, Mourinho sceglie sempre lui».Totti cosa farebbe per migliorare il calcio?«Per prima cosa ridurrei il numero delle squadre in serie A. Poi sarebbe forse giusto tornare alla vecchia formula della coppa dei Campioni, cioè addio al girone e da subito eliminazione diretta. Già così si ridurrebbero le partite».
Prima di Cristian e Chanel aveva giurato: « Farò cinque figli, una squadra di calcetto » . Ora Francesco Totti annuncia: « Potrei fermarmi a quattro, ma solo se vengono un altro maschio e unaltra femmina. Ilary lo sa, le ho già detto come la penso: un po di riposo e poi ricominciamo » . Cristian ha 3 anni, Chanel 1 anno e mezzo. La famiglia Totti vive in un appartamento al Torrino, nella zona sud di Roma, non lontano da Trigoria, dove abitano tanti giocatori giallorossi. Francesco e Ilary si sono sposati in diretta televisiva nel giugno 2005 nella chiesa romana dellAra Coeli, in pieno centro.
Ma i figli sanno che papà Totti è uno dei calciatori più forti del mondo? Lo sanno, lo sanno. Sia Cristian che Chanel hanno capito. E il primogenito Cristian ha già una passione irrefrenabile per il calcio: « Eccome. Tra un giocattolo e il pallone, sceglie sempre il pallone. Non solo. Mi vede sui giornali e guarda le mie partite, prima di addormentarsi. Poi quando mi incontra mi chiede: papà, hai fatto gol?. Fino a due mesi fa mi toccava rispondergli di no. Adesso almeno lo faccio contento… » . E la piccola Chanel? « Anche lei comincia a capire che suo padre è un calciatore » .
Nel giorno in cui si spegneranno le luci del pallone, si potrebbero accendere quelle del cinema per Francesco Totti? Il talento e la simpatia ci sono tutti… « No, non credo di essere adatto a un ruolo di attore. Non mi sentirei a mio agio. Un conto è farlo per divertimento, unaltra cosa è farlo per lavoro» . Ma se un regista, tipo il suo amico Carlo Verdone, le chiedesse di recitare per lui? «Adesso rispondo di no. Poi tra dieci anni, se avessi problemi economici… » . Nel frattempo ci sono gli spot Vodafone: «Ne faremo di nuovi, io e Ilary. Non potevo mica lasciarla ancora da sola con Gattuso… Scherzo naturalmente: Rino è divertente» .
Tra i tanti discorsi, Totti ha raccontato un episodio che risale al giugno 2001, lanno del suo scudetto: «Roma è una città incredibile, emana una passione straordinaria. Dieci giorni dopo lo scudetto andai con i parenti a cena in un famoso ristorante di Testaccio. Pensavo: è passato qualche giorno, i festeggiamenti saranno finiti. Entrai alle 8 di sera: non cera nessuno. Unora dopo sessanta-settantamila persone avevano bloccato il traffico e mi incitavano. Era impossibile uscire per me. Sono stato costretto a scavalcare il recinto e lasciare il quartiere passando per un istituto di suore che era lì accanto. Tutto questo mi fa piacere, perché so quanto i romani mi vogliano bene. Però a volte una persona ha bisogno di tranquillità »