Tiki Tattica, Parma-Roma: 4-3-3 contro 4-2-3-1, la parola d’ordine è ‘rischio’
TIKI TATTICA, PARMA ROMA – Ultima giornata del girone di andata di Serie A: la Roma, sul palcoscenico dello stadio Tardini, affronta il Parma. Entrambe le squadre vengono da un ultimo turno estremamente favorevole: i giallorossi hanno battuto il Sassuolo all’Olimpico per 3-1, mentre i ducali hanno espugnato il Franchi superando per 0-1 la Fiorentina.
GLI SCHIERAMENTI – Roberto D’Aversa dovrebbe puntare sul 4-3-3. Manca Scozzarella a via di alcuni problemi muscolari, il quale verrà sostituito da Stulac in mezzo al campo. In attacco, accanto alla coppia Gervinho–Inglese, sarà di nuovo lotta fra Biabiany–Siligardi e Ciciretti, con il primo ancora una volta favorita. In difesa tornerà titolare Bruno Alves. La Roma, dal canto suo, dovrebbe confermare quanto visto in campo con il Sassuolo: spazio dunque al 4-2-3-1. Confermato Olsen in porta, con Florenzi, Manolas ed uno tra Fazio e Jesus e Kolarov sull’out di sinistra. Per quanto possibile il rientro di Pellegrini, sembra difficile un suo impiego dal primo minuto, quindi spazio ancora a Nzonzi e Cristante sulla mediana con Zaniolo trequartista. Sulle ali potrebbero esserci Under ed El Shaarawy, con Dzeko a riprendersi il posto da prima punta.
LA CHIAVE – La lettura del match sembra essere molto semplice. Il Parma di D’Aversa è una squadra estremamente pragmatica e concreta: il diktat dei ducali è di chiudersi con efficacia, per poi sfruttare la velocità degli esterni ed i tagli e le aggressioni in profondità del proprio centravanti per far male agli avversari. La Roma, dunque, è chiamata a fare la partita e, come chiesto da Di Francesco in conferenza stampa, a rischiare, provando gli uno contro uno, il suggerimento più complicato o la giocata che può spiazzare la retroguardia avversaria. Al tempo stesso, però, i giallorossi sono chiamati a non scoprirsi in maniera irrazionale, non lasciare il fianco alle ripartenze gialloblu che cercheranno con costanza, soprattutto tramite la ‘freccia nera’ Gervinho.
Alessandro Tagliaboschi
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