Tatticamente parlando. Spalletti cerca la profondità, Juric: trincea e ripartenza

ROMA-GENOA, TATTICAMENTE PARLANDO – Ultima giornata del campionato di Serie A: la Roma, sul palcoscenico dello stadio Olimpico, affronta il Genoa. I giallorossi, secondi in classifica con una sola lunghezza di vantaggio sul Napoli, devono vincere per difendere la piazza d’onore che varrebbe la qualificazione ai gironi di Champions League. Dall’altra parte ci sono i rossoblù, salvi dopo una stagione complicata: avranno l’opportunità di giocare a mente sgombra.

GLI SCHIERAMENTI – Mister Spalletti dovrebbe affidarsi al consueto 4-2-3-1; Juric, invece, al più difensivo 3-5-2. Due modi diversi di interpretare il match: il pallino, sia per qualità degli elementi sia per esigenze di classifica, sarà in mano alla compagine giallorossa. La truppa rossoblù proverà a difendersi occupando le linee di passaggio, per poi tentare di recuperare palla e far male alla squadra giallorossa, non imperforabile nella fase difensiva.

LA CHIAVE – La Roma tenterà di sviluppare la manovra alternando ampiezza e profondità: sarà necessario limitare al minimo gli errori di trasmissione, specialmente in orizzontale, per impedire al Genoa di ripartire. Fondamentali quindi le prestazioni di De Rossi e Strootman in cabina di regia; così come quelle degli esterni alti (presumibilmente Salah ed El Shaarawy), i quali, dovranno liberarsi dalla morsa dei due tornanti rossoblù, ossia Lazovic e Laxalt, e mettersi in condizione di ricevere per creare presupposti pericolosi. Spetterà a Dzeko il compito di finalizzare, coadiuvato dagli inserimenti di Nainggolan. In fase difensiva, Fazio e Manolas dovranno lavorare, ognuno con le rispettive consegne, per svolgere al meglio le marcature preventive ed ingabbiare Palladino, oltre a uno tra Pandev e Pinilla.

Mattia Emili