La Roma e lo stadio a Tor di Valle, una storia infinita

Alessandro Tagliaboschi
26/02/2021 - 21:38

La Roma e lo stadio a Tor di Valle, una storia infinita

STORIA STADIO ROMA – Dicembre 2012, quasi 9 anni fa, sindaco Gianni Alemanno. A tanto risale il primo annuncio che la
AS Roma avrebbe costruito a Tor di Valle lo stadio di proprietà, su terreni appartenenti al costruttore Parnasi. Una storia
infinita, come racconta l’Ansa, che oggi lo stesso club giallorosso ha accantonato essendo “il progetto divenuto di impossibile esecuzione”. A marzo 2014 la prima presentazione in Campidoglio del plastico del progetto “nuovo Stadio”. Ad agosto Marino e
l’assessore Caudo incontrano il presidente della Roma James Pallotta a New York. Marino annuncia “investimenti privati per
circa un miliardo e mezzo
“. A dicembre i primi intoppi: vengono presentati alla magistratura penale e a quella contabile due
esposti: l’uno dal M5s, l’altro da un ‘Comitato residenti Tor di Valle’. Entrambi contestano la cubatura del progetto, con le tre
torri del Business center. Ma si avanzano anche dubbi sulla zona, che sarebbe a rischio esondazione del fiume Vallerano. Nel luglio 2015 il progetto passa all’esame della Regione Lazio per l’approvazione definitiva. La relazione tecnica sottolinea che ci sono “carenze” dovute a “una certa fretta nella fase finale”. Cade la giunta Marino e tutto si blocca.

Stadio della Roma, la storia: l’arrivo di Virginia Raggi

A giugno 2016 diventa sindaca la pentastellata Virginia Raggi – continua il racconto dell’Ansa – e il Dg della Roma, Baldissoni, avvisa la nuova amministrazione: “Se il progetto si blocca faremo causa da milioni di euro”. Si arriva al 24 febbraio 2017, quando – dopo un vertice tra Comune, A.S. Roma, il costruttore (Parnasi) ed il responsabile del progetto (David Ginsberg) – si raggiunge un accordo di massima: via le tre torri eliminate, cubature dimezzate, il 60% in meno per la parte relativa al Business Park. A marzo Pallotta ostenta ottimismo: “Speriamo di posare la prima pietra tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo e ci metteremo dai 26 ai 28 mesi”. Ma gli anni passano e della prima pietra nemmeno l’ombra. Anzi, a marzo 2019 inizia il processo sulle presunte tangenti e favori correlati alla realizzazione dell’impianto. Imputati Luca Lanzalone, Luca Parnasi, Luciano Costantini e Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa. Prende piede l’ipotesi di costruire lo stadio a Fiumicino. Pallotta, che solo nella progettazione ha investito 70 milioni di euro ha ancora voglia di scherzare: “Nessuno sa quanto ci sia voluto per costruire il Colosseo, ma ci stiamo avvicinando”. Arriva il coronavirus che blocca non solo il passaggio di proprietà al Gruppo Friedkin, ma anche quello che ancora non si era inceppato con la burocrazia. Nessuno può garantire che il progetto stadio della Roma sarà completato e, se completato, quando la squadra potrà giocarvi la sua prima partita. A novembre la Raggi parla di un “regalo di Natale” pronto per i tifosi. Invece è arrivato solo carbone, e pure in ritardo.

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  1. #famolostadio !!!! Ricorderemo questo hashtag come la più grande barzelletta che non ha fatto ridere. Ogni volta le “Truppe Cammellate” del Pallottesimo riportavano le citazioni del sito di Eurnova sullo Stadio….sulla fattibilità etc etc…..oggi si suona il De Profundis…..poracci gli era rimasta questa ultima speranza.

  2. Oggi è la vittoria della mafia dei palazzinari che speculano su Roma, che ne controllano l’informazione, ne possiedono i principali giornali, e che fanno il bello e il cattivo tempo sulla vita di queste cinque milioni di anime. Da oggi Roma è ancora più sporca, più inquinata, corrotta, drogata, prostituita, incattivita, bugiarda e vivibile solo per i ricchi radical schick farabutti e falsi (vedi Sgarbi, Costanzo, Berdini e compagnia bella) con i loro salotti dove si infanga la verità e la decenza. Da oggi si saprà in tutto il mondo che a Roma non si può investire, che chi vuole mettere i propri soldi per realizzare qualcosa di buono qui, non riceverà addosso che menzogne ed infamie, in quantità spaventosa, e alla fine dovrà ritirarsi. Da oggi Roma entra nel Terzo Mondo, definitivamente abbandonata al controllo di palazzinari e speculatori. Da oggi sognare a Roma non è più lecito. Da oggi, senza futuro, la nostra capitale è ufficialmente, come diceva il buon Remo Remotti, una Roma di merda!

  3. Ma come si fa a leggere certi commenti…Tor di valle era il peggio della peggiore speculazione da parte del peggio dei palazzinaei romani, nata SOLO attorno al doppio interesse della banca, nei confronti della Roma e del costruttore prescelto: si sceglie la peggiore area per aumentare la speculazione e il costruttore prescelto fa fallire la società che gli vende i terreni perché non glieli paga. Poi un susseguirsi di arresti, per un progetto di uno stadio piccolo, per ricchi, su un’ansa del Tevere, nel quadro di una costruzione di un quartiere che pur dimezzato non ha alcun senso: e lo stadietto non sarebbe stato raggiungibile. Oggi questo scempio speriamo sia svanito per sempre. Possiamo sperare in futuro in uno stadio della Roma grande quanto l’Olimpico, con prezzi popolari, facile da raggiungere, senza ulteriori colate di cemento a favore della speculazione edilizia.

  4. Commenti allucinanti: il progetto immobiliare era una speculazione della peggior specie. Lasciamo perdere gli arresti, i terreni non pagati. “La Roma sarebbe stata mera utilizzatrice”: questo vi basta? La Roma si dichiara pronta a riprendere progetti su uno stadio sostenibile ma senza una ormai senza senso speculazione edilizia che costituiva l’86 % del progetto. Anche Tor di Valle: ma se il progetto ha trovato ostacoli dobbiamo solo ringraziare.

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