STORIA DELLA ROMA. VIAGGIO NELLA STORIA DEI DIFENSORI CENTRALI GIALLOROSSI
STORIA DELLA ROMA – Continua il nostro percorso a tappe che descrive la vita dei più grandi difensori centrali della Roma. Passeremo in rassegna i fantastici ‘Top 10‘ che hanno scritto pagine memorabili grazie alle loro prodezze e alle loro presenze in campionato. Questa settimana ci soffermeremo sulla figura di Eraldo Monzeglio (108 partecipazioni in campionato con la maglia giallorossa).
GENESI DI UN MITO – Eraldo Monzeglio nacque il 5 giugno 1906 a Vignale Monferrato (AL). Cresciuto tra le fila del Casale, il suo esordio nella Divisione Nazionale del campionato italiano (non ancora Serie A) è datato 1924 (avversaria di turno l‘Ambrosiana Inter). Nella stagione 1926-’27 venne prelevato dal Bologna. Con la squadra emiliana conquistò uno scudetto (1929, ultimo campionato suddiviso in gironi prima dell’avvento del girone unico) e due Mitropa Cup (1931-’32 e 1933-’34).
LA CARRIERA NELLA ROMA – Il difensore piemontese giunse alla Roma forte di un Mondiale vinto con la Nazionale Italiana (1934). Venne acquistato insieme all’esperto Allemandi, compagno con cui aveva formato la coppia di terzini della squadra Campione del Mondo di Vittorio Pozzo. Monzeglio rimase in maglia giallorossa fino al termine della carriera, disputando ben 4 stagioni (1935-’39). Rientrò in società nel 1941-’42 (anno del primo scudetto) in qualità di direttore tecnico, voluto fortemente dal presidente Edgardo Bazzini. Morì a Como il 3 novembre 1981.
LE DOTI TECNICHE – Elemento di forte carattere e dotato di ottima tecnica, Monzeglio venne considerato tra i più forti difensori centrali dell’epoca. In coppia con Allemandi formò una robusta diga difensiva che portò alla conquista di un doppio Mondiale (1934 e 1938).
CURIOSITA’ – Il giocatore di Vignale Monferrato si rese protagonista di un episodio entrato presto nella storia del club giallorosso. In occasione del derby capitolino del 21 febbraio 1937 (vinto grazie ad una rete di Mazzoni), il capitano biancoceleste Piola pagò con una giornata di squalifica la sua reazione a un fallo di gioco attribuito ad Allemandi. La stampa chiese una punizione esemplare da applicare all’indirizzo del giocatore giallorosso ma proprio Monzeglio lo scagionò, autoaccusandosi in una lettera inviata a un quotidiano. Tale gesto venne talmente elogiato che il difensore non venne né squalificato né sanzionato con una ammonizione. Nella vita privata, invece, il difensore della Roma strinse una profonda amicizia con i due figli di Benito Mussolini, Vittorio e Bruno, con i quali giocò spesso a tennis a Villa Torlonia. Stando ad alcune fonti, tale rapporto tornò utile a Monzeglio nel momento in cui entrò nel club ricoprendo il ruolo di direttore tecnico.
IN NAZIONALE – Con la maglia dell’Italia, il romanista collezionò 35 presenze. Si laureò campione del mondo nel 1934 e nel 1938. La sua ultima gara risale al 5 giugno del 1938 (Italia-Norvegia 3-1, ottavi di finale del campionato mondiale).
BILANCIO NELLA ROMA – Monzeglio disputò 125 partite con la maglia giallorossa, delle quali: 108 in campionato, 11 in Coppa Italia, 6 nella coppa dell’Europa Centrale.
BILANCIO IN NAZIONALE – Il difensore piemontese collezionò 35 partecipazioni in Nazionale, disputando 2 Mondiali. Albo d’Oro: 2 Campionati del mondo (1934 e 1938).
Emanuele Tocchi
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