#Spiegatobene da… Dario Mastroianni: Il calcio in Cina, dalla Luxury Tax al caso Nainggolan

Alessandro Tagliaboschi
17/01/2018 - 17:20

#Spiegatobene da… Dario Mastroianni: Il calcio in Cina, dalla Luxury Tax al caso Nainggolan

#SPIEGATOBENE DA… – Analizzare, approfondire, sviscerare, insomma… spiegare bene. È questo l’intento della rubrica di Romanews.eu che vi offre una nuova chiave di lettura per capire a fondo l’argomento del giorno in casa Roma. Lo faremo attraverso l’opinione di un personaggio illustre, del mondo del calcio e non. Oggi è il turno di Dario Mastroianni, voce della Chinese Super League su Fox Sports Italia.

CHINESE SUPER LEAGUE – Posso dire che il campionato cinese è particolare. E’ in crescita, lo si era capito dagli investimenti della federazione cinese nelle ultimi anni, dalle tante proprietà cinesi presenti in Europa, dai continui e fitti contatti con la Fifa per fare nel 2030 il Mondiale in Cina, quindi è un movimento che sta crescendo dietro. Detto questo, stiamo parlando di una cultura non abituata al calcio, quindi il campionato calcisticamente parlando è molto indietro, rispetto al calcio europeo ed anche ad altri paesi asiatici come il Giappone. E’ comunque un campionato in crescita, anche a livello di immagine, visto che puntano ad acquisti rilevanti, giocatori come Oscar, Hulk, Pato e Bakambu e come pensano possa essere Nainggolan. Anche se è da notare come il campionato lo vince chi ha i migliori cinesi in squadra e l’Evergrande da 7 anni consecutivi trionfa avendo il blocco più forte e nonostante le tante vittorie ha voglia di investire tanto per centrare il successo anche in Champions. La cosa più importante è crescere i giocatori di casa loro, diventando competitivi anche con la Nazionale. Si appoggiano ai grandi professionisti e ai grandi allenatori con lo scopo di far crescere il movimento ed i loro calciatori.

LUXURY TAX – “Hanno voluto prendere giocatori importanti ma il mercato in Cina è molto complicato con regimi fiscali molto rigidi. Riguardo la luxury tax, c’è da dire che le regole lì cambiano nel giro di pochi mesi. C’è un po’ di confusione da questo punto di vista. A partire dall’ultimo mercato estivo, hanno introdotto una tassazione del 100% sugli investimenti che superano i 6 mln verso l’estero. Capite che per una società cinese, una trattativa come quella per Nainggolan costerebbe circa 100 milioni di euro: 50 alla Roma e 50 il Guangzhou dovrebbe investirli in un centro o in una società che in Cina si interessa dello sviluppo del calcio del paese. Chiaramente per loro è un investimento importantissimo. In quanti modi è possibile girare questa tassazioni? Ci sono diversi modi che sono stati già adottati, ad esempio il Tianjin con Modeste: un affare da 35 milioni di €, con un prestito biennale da 5,9 mln con un riscatto dilazionato, questo perché tra due anni non è detto ci sia ancora questa regola, ma così intanto hanno aggirato il regime fiscale del campionato”. 

NAINGGOLAN – “Io resto dell’idea che sia un’operazione difficile per tanti motivi: sei tra la seconda e la terza posizione in Serie A, ti giochi la Champions hai un Mondiale da giocare, mi chiedo che senso ha andare in Cina. Poi considerando tutti i problemi economici che ci sono la ritengo complicata, staremo a vedere cosa succederà. Rischio di dire addio al Mondiale? Sicuramente sono valutazioni che un giocatore fa, inevitabilmente. Nainggolan è stato sfortunato perché ha avuto problemi con entrambi i ct, ma è un calciatore che è assurdo non convocare per motivi tecnici. Nel discorso nazionale il nome di Paulinho torna attuale ed un esempio: più di tutto conta andare in Cina con la testa giusta e comunque sia il belga non mi sembra uno che si risparmia in mezzo al campo”.

GLI ‘EUROPEI’ IN CINA – Ci sono due esempi opposti: Tevez è appena rientrato al Boca e ha detto di essersi fatto due anni di vacanza in Cina, ha avuto problemi muscolari e di ambientamento, ma di sicuro non è stato un grande professionista. L’ altro che ad oggi dovrebbe essere preso come riferimento è quello di Paulinho, che comunque è rimasto un punto di riferimento per la nazionale non è andato lì per finire la carriera e fare soldi, lui ha sempre giocato per vincere. E’ andato al Barca che lo ha voluto fortemente pagando l’intero prezzo della clausola (40 mln, ndr). La testa fa sicuramente la differenza, è andato in Spagna con la voglia di dimostrare il giocatore che è ed è un grandissimo centrocampista. Anche per un giocatore di portata internazionale adattarsi ad un calcio così diverso non è sicuramente facile, ma lui è stato bravo in questo”.

Brozzesi-Tagliaboschi

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