• Spalletti ´ridisegna´ ** la squadra: cambia il sistema ** di gioco come 1052 giorni prima

    05/11/2008 - 0:00

     
    Settecentottantaquattro giorni. Da tanto, la Roma non siglava almeno tre gol in gare casalinghe di Champions League, prima della partita di ieri contro il Chelsea. L’ultima occasione era datata 12 settembre 2006. I giallorossi sconfissero lo Shaktar Donetsk per quattro reti a zero. Taddei, Totti, De Rossi e Pizarro furono i marcatori della serata. Spalletti schierò i giocatori con il 4-2-3-1. Davanti a Doni agirono Panucci, Ferrari, Chivu e Tonetto. De Rossi, Aquilani — Pizarro in seguito — si posizionarono al centro del campo; mentre Taddei, Perrotta e Mancini supportarono Totti. In quella stagione, la squadra di Spalletti superò la fase a gironi con tredici punti come seconda qualificata, a tre lunghezze dal Valencia. Il club capitolino arrivò sino ai quarti di finale. Ma crollò a Manchester. Ieri sera contro i vice-campioni d’Europa, hanno giocato sei elementi presenti in campo due anni e due mesi prima. La metà, escludendo il portiere.
     
    SI CAMBIA — Tanto è cambiato. O molto poco. Spalletti è tuttora saldo al timone del gruppo romanista. La Roma del 2006/2007 terminò il campionato a settantacinque punti, dietro l’Inter, uscendo sconfitta dal campo in sole sette occasioni. La Roma attuale ha invece già perso sei sfide, in nove giornate. L’allenatore giallorosso ha quindi deciso di mutare la disposizione degli uomini in campo. Per (tentare di) tornare a volare. Il primo esperimento ha dato esiti positivi. Dal 4-2-3-1 foriero di successi, si è passati ad un sistema di gioco diverso. Il 4-3-1-2. Una novità. Panucci è andato a ricoprire la fascia sinistra, come una dozzina di anni prima. Perrotta e Brighi sono stati invece dirottati sulle fasce. Con Pizarro alle spalle delle punte. Ieri sera, Doni, Cicinho, Mexes, Juan e Panucci hanno composto la retroguardia; Perrotta, De Rossi e Brighi la mediana; Totti e Vučinić il reparto offensivo. Pizarro è stato impiegato come collante tra le linee. Il risultato? Una meraviglia.
     
    DELUCIDAZIONE — Spalletti ha spiegato l’esperimento. «Ho deciso di cambiare dopo averci pensato a lungo e, soprattutto, perché in questo momento non abbiamo giocatori di fascia. Tonetto e Cassetti sono indisponibili; Taddei sta attraversando un momento particolare. Con la logica del lavoro so­no arrivato a ridisegnare la squadra. Per il momento giocheremo così. E si può riproporre questo 4-4-2 con il centrocampo a rombo», le sue parole. Dunque, una rivoluzione. Simile a quanto accaduto allo stadio Luigi Ferraris di Genova, il 18 dicembre del 2005. Spalletti contro la Sampdoria fece di necessità, virtù. Perrotta venne promosso trequartista, alle spalle dell’attaccante mobile; vale a dire Totti. Agli esterni fu dato un compito di copertura non indifferente. Nacque il 4-2-3-1.
     
    E ORA? — La gara di ieri contro il Chelsea potrà (potrebbe) essere considerata una pietra miliare del cammino romanista. Occorre la continuità, però. Senza, ogni ragionamento verrebbe meno. Anche questa volta, Spalletti ha provato a sfruttare le problematiche per ricavare risultati positivi. Quando tuttavia Tonetto, Cassetti e Taddei torneranno a disposizione, la Roma tornerà a vestire con il 4-2-3-1? Chissà. Il tecnico ha spiegato che il nuovo modulo con tutta probabilità verrà riproposto. Motivare i calciatori, rinnovando, è (potrebbe essere) stata un’iniziativa più che indovinata. Come lo fu a Genova, nel dicembre 2005. Millecinquantadue giorni prima.
    B.S.
     

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