Spalletti, l´uomo che sfatò il tabù San Siro. E stasera si punta al poker

27/02/2008 - 0:00

 

Fino al 26 ottobre 2005 era sinonimo di tabù, delusione, sconfitta: poi, quel cucchiaio di Totti ha cambiato tutto. E San Siro è diventato improvvisamente terra di conquista. Un trend da confermare anche stasera, per riaprire il campionato. C’era una volta la Roma incapace di tornare dal Meazza se non a mani vuote, la Roma in balia dell’avversario, e non importava che davanti ci fosse l’ Inter o il Milan, la Roma seguita in trasferta da migliaia di tifosi, che sul treno di ritorno non hanno mai potuto cantare cori di trionfo. Fino all’arrivo di Luciano Spalletti, che in tre stagioni a San Siro ci ha vinto cinque volte. E mezza: come non considerare vittoria la finale di ritorno di Coppa Italia?
 
LA SVOLTA Prima dell’arrivo di Spalletti, ci si perdeva nella notte dei tempi per ritrovare l’ultimo successo della Roma nella scala del calcio. Era il 18 settembre 1994, e a regalare i tre punti ai giallorossi (in panchina c’era Carletto Mazzone) ci pensò una sciagurata autorete di Gianluca Festa. Poi, per undici, lunghissimi anni, il buio. In mezzo, tra i tanti, il gol in rovesciata di Djorkaeff (1997), il 2-0 firmato Recoba e Hakan Sukur (nell’anno dello scudetto), e ancora Recoba decisivo con una doppietta (2002). Con il tecnico di Certaldo, ecco la metamorfosi. Ottobre 2005, come detto: anche quello era un turno infrasettimanale, Montella e Totti fanno sognare la Roma. Il capitano regala una gemma che da sola vale il prezzo del biglietto: un cucchiaio da favola, dopo una corsa di quaranta metri palla al piede. Il capitano fa tris sul dischetto in apertura di ripresa: all’ Inter non basterà una doppietta di Adriano.
 
LE CONFERME Paganini non ripete. Spalletti sì. E’ il 18 aprile dello scorso anno: si gioca ancora di mercoledì, ma questa volta non per scelta della Lega. C’è da recuperare la terza giornata di ritorno, quella in programma domenica 4 febbraio, e rinviata per i tragici fatti di Catania. Con una vittoria l’ Inter, a +16 sulla Roma, sarebbe aritmeticamente Campione d’Italia. Ed ecco che la Roma si traveste da guastafeste, veder gioire i nerazzurri davanti ai propri occhi, no, proprio no. Perrotta in chiusura di primo tempo apre le marcature, a riequilibrare il risultato ci pensa un rigore di Materazzi che definire generoso fa venire da ridere. Quando il pareggio sembra scritto, una punizione di Totti, deviata in barriera da Figo, e un diagonale di Marco Cassetti, costringono Roberto Mancini alla prima, e unica, sconfitta stagionale. Meno di un mese dopo (17 maggio), la Roma perde sì, al Meazza, ma forte del 6-2 dell’andata, alza al cielo la Coppa Italia, in uno stadio rimasto per gran parte deserto. Al momento della premiazione, a San Siro restano solo i tifosi giallorossi.
 
STORIA RECENTE L’ultimo precedente tra Inter e Roma risale al 19 agosto scorso. Supercoppa Italiana: la Roma, nel 2006, perse dopo essere stata in vantaggio per 3-0. Il copione beffardo non si ripete, il calcio di rigore trasformato da Daniele De Rossi consente a capitan Totti di sollevare al cielo il secondo trofeo in tre mesi, ancora una volta nella tana del nemico. Tra qualche ora si proverà a calare il poker: non ci sono trofei da alzare, questa volta in palio c’è un sogno.

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