Roma-Verona, l’analisi tattica: Veretout trascina una squadra poco costruttiva

Redazione RN
16/07/2020 - 12:55

Foto Tedeschi
Roma-Verona, l’analisi tattica: Veretout trascina una squadra poco costruttiva

ROMA VERONA ANALISI TATTICA – Tre punti e terza vittoria consecutiva con un Veretout monumentale, autentico trascinatore ed equilibratore di una squadra che per 60 minuti, dopo il vantaggio conseguito, si consegna all’avversario con un atteggiamento poco costruttivo e indolente, soprattutto nel suo uomo gol (Dzeko) a tratti indisponente. Tre punti giunti dopo un secondo tempo in apnea, a rincorrere palla e avversari per il campo, col paradosso che l’indice di pericolosità del Verona è ridotto ai minimi termini: aspetto in forte contrasto con le percentuali di possesso palla e supremazia territoriale schiaccianti. Diventa ora fondamentale amministrare il vantaggio di 4 punti su due delle squadre più in forma del post-lockdown: Napoli e Milan, dalle quali gli uomini di Fonseca dovranno guardarsi le spalle per l’ingresso in Europa League.

Moduli e sviluppo di gioco

Speculari sul campo, entrambe le squadre se la giocano col 3-4-2-1 con Fonseca che inserisce nel terzetto difensivo Kolarov come terzo centrale di sinistra (ruolo a lui adatto e già ricoperto in passato in carriera), con Bruno Peres e Spinazzola ad allargare il campo, mentre Pellegrini e Mkhytarian sono molto mobili nell’interscambiarsi e nell’andare a giocare dentro al campo alle spalle di Dzeko. Veretout e Diawara completano lo schieramento agendo in mediana con sincronismo perfetto nel farsi trovare per la costruzione bassa, ora nello scalare in avanti andando a prendere i due mediani avversari. Juric mette in campo un Verona sbarazzino e pimpante, dagli sviluppi ariosi, contrariamente alla pretattica della vigilia dove si diceva preoccupato di una improbabile (per quanto vista) stanchezza dei suoi. Verre falso nove, con Pessina e Zaccagni ai lati, mentre Amrabat e Veloso dettano tempi di gioco e di pressione in maniera esemplare in mezzo al campo. Lazovic, a piede invertito a sinistra, e Faraoni a destra, allargano in maniera eccellente, sviluppando le catene esterne con combinazioni codificabili, ma di grande efficacia.

La Roma gioca fino al vantaggio, per poi sparire gradualmente e colpevolmente dal campo

La fase iniziale di gara vede i giallorossi ritrovare il pressing offensivo abbandonato o poco evidenziato delle ultime gare e l’impressione è che ci sia stata un’interpretazione discordante della condizione fisica generale della squadra, perché in una gara dai moduli speculari, dove a decidere sono soprattutto i duelli individuali in tutte le zone del campo, i giallorossi sono apparsi ben presto a corto di energie, in costante ritardo nelle operazioni di pressing e negli scivolamenti sugli esterni, con una gara nella gara in mezzo al campo, con il gioco delle coppie tra i mediani che decretava i momenti e le situazioni di supremazia. Una prima mezz’ora dove la Roma trovava spazi alle spalle degli esterni (quarti di centrocampo) avversari, che andavano a prendere alti Bruno Peres e Spinazzola, attraverso una costruzione bassa e pulita. Il Verona, che per tutta la gara accetterà il 3 contro 3 dietro, non riusciva inizialmente a trovare una pressione coordinata e per la Roma diventava agevole distendersi negli spazi entrando nei 30 metri finali, creare più di una situazione favorevole sia di 1 contro 1, che di 2 contro 2,con errori di scelta e lettura da parte ora di Pellegrini, ora di Mkhytarian, ora di Dzeko (molto nervoso e irritante negli atteggiamenti). Sul rigore del vantaggio, frutto di una situazione solo casualmente tramutatasi in vantaggio numerico sfruttato, la gara della Roma imboccava scenari inquietanti, con un Verona che cominciava a combinare sugli esterni dove trovava sistematicamente la possibilità di assistenza a centro area con traccianti da Lazovic (a destra dopo l’uscita di Kumbulla) e di Dimarco. Per la Roma una difficoltà immane nell’accompagnare l’azione subito dopo la transizione, lenta e infelice sempre più nelle scelte. Il Verona prende campo inesorabilmente schiacciando i giallorossi nei propri 30 metri finali. Nella costruzione bassa gli esterni gialloblù allargano il campo e ricevono la pressione di Peres e Spinazzola, con la punta esterna che dà la linea di passaggio in verticale nel corridoio interno che si libera e sugli appoggi successi il Verona trova le combinazioni sistematiche per entrare nei 30 metri dove si perde solo per la mancanza di un attaccante puro. È la fortuna della Roma, perché il finale di primo tempo è un’agonia giallorossa, col Verona che fa correre a vuoto l’avversaria in ogni zona di campo, con il fischio dell’intervallo che giunge quanto mai salvifico, non prima di assistere all’imponderabile del calcio, cioè il raddoppio della Roma che in difficoltà imbarazzante trova, col giocatore meno brillante fino a quel momento, il gol dell’illusoria tranquillità.

Ripresa in apnea, corse a vuoto e pressing non coordinato

Quando pensi che l’intervallo possa avere portato al riordino delle idee da parte della Roma, non c’è niente di più falso, perché al rientro è proprio e solo il Verona ad avere reso produttivi i 15 minuti di pausa, padroni del campo e dominatori incontrastati. La Roma è troppo lenta ad accompagnare la transizione, si schiaccia troppo, non riparte più, fatica in maniera disarmante nella riconquista palla e nei pochi break che opera finisce per riperderla immediatamente o nel reiterare le scelte errate. I giallorossi vanno fuori tempo nel pressing, il Verona è ancora più aggressivo ,scala in avanti obbligando la Roma a scaricare palla all’indietro fino a Pau Lopez che deve ricorrere sempre al rilancio con Dzeko sempre disinnescato: ogni contrasto aereo o seconda palla è preda degli scaligeri e la Roma ha bisogno di cambi e di velocità per uscire da dietro e spezzare il forcing obbligando anche il Verona a correre all’indietro.

Comincia la partita dei cambi, ma per Fonseca non cambia nulla

Juric inserisce forze fresche davanti, dove fino a quel momento è mancato il finalizzatore della mole di gioco espressa con Esseryc e Salcedo per Verre e Zaccagni. Fonseca, invece, prova a dare peso e corsa per reagire al momento, con Cristante e Zaniolo per Diawara e Pellegrini. Nel frattempo, il Verona continua ad accettare la parità numerica dietro e Dzeko si divora due occasioni incredibili per dare tranquillità quantomeno nel risultato. Badu per Amrabat e Stepinsky per Veloso sono le ultime mosse per Juric, mentre Perotti per Mkhytarian sono gli ultimi sussulti di una gara che il Verona ha giocato e dominato, ma senza produrre occasioni concrete. La Roma ha vinto in maniera paradossale.

Maurizio Rafaiani

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  1. …… io ho visto un’altra partita. Verona mai pericoloso, salvo rare eccezioni, unico difetto della Roma lo spreco di occasioni che avrebbero dovuto portare almeno un altro paio di gol. Roma in difficoltà?: mai vista, salvo che per la tenuta atletica, ovviamente, e con l’inserimento delle forze fresche in campo non c’è mai stata la sensazione di poter subire una beffa. Mi spiace ma l’analisi sembra scritta da un lazziese piuttosto che da qualcuno che capisce di calcio.

  2. Partita pietosa, messi sotto a livello di gioco anche da un Verona privo di punte. Idee di gioco zero, diversi presunti giocatori imbarazzanti.

    1. Concordo analisi lucida, nessuna idea di gioco o quantomeno dello sbandierato gioco di fonseca, giocatori sottotono e nervosi, dzeko arrabbiatissimo, zaniolo indisponente ed egoista, zappacosta che ancora brancola nel buio, mkhytarian che cerca di metterci una pezza e si sfianca, ibanez che all’80esimo cede e dulcis in fundo pellegrini…no comment

  3. Purtroppo il gioco non c’è , la squadra gioca in contropiede con palloni lunghi a Dzeko e ripartenza, il Verona ha gioco ,schemi, triangolazioni per arrivare in porta, poi i giocatori sono quello che sono se togliamo Pessina gli alri sono abbastanza scarsi.

  4. si M. Rafaiani .. abbiamo visto la stessa partita .. Veretout “trascina” la Roma alla vittoria con un minimo di collaborazione di Dzeko e Mkhitaryan e Ibanez e discreti anche Kolarov e Spinazzola, non dannoso Bruno Peres, sufficiente Pau Lopez, non pervenuti tutti gli altri , stavolta anche Zaniolo incluso .. e poi, ieri sera, non ho visto mica altri giocatori Zappacosta ? Mancini ? Diawara’ ? Cristante ? di Pellegrini non dico piu’ niente senno’ mi faccio troppi nemici .. tu, bravo e preciso come al solito ..

    1. Mica tanto, io ho visto una Roma decente, che si pappa un sacco di goals, ma decente. Gioco non eccezionale pero`, basato anche sul contropiede, quando e` possibile, perche` servono giocatori veloci che, a parte Zaniolo, la Roma non ha.

  5. Non sono per niente d’accordo col giornalista.
    Non riuscendo per vari motivi a fare un gioco spettacolare e vincente Fonseca fa giocare la Roma in modo guardingo. Meno spettacolo ma più punti. Questo almeno finché non avrà i giocatori adatti al suo 4231 e ciò è segno di intelligenza

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