Roma-Spezia, l’analisi tattica: liguri propositivi, ma giallorossi superiori. Tempi e spazi giusti nonostante i pasticci difensivi

Teresa Tonazzi
24/01/2021 - 13:18

Foto Tedeschi
Roma-Spezia, l’analisi tattica: liguri propositivi, ma giallorossi superiori. Tempi e spazi giusti nonostante i pasticci difensivi

ROMA SPEZIA ANALISI TATTICA – Quello che si potrebbe dire su questo girone di andata giunto al giro di boa, riguardo questa Roma, potrebbe essere tutto e il contrario di tutto; ma i numeri rimangono unici nel decretare e contestualizzare una classifica veramente rispettabile, un ruolino di marcia pressoché implacabile con le squadre di medio-bassa classifica, così come deficitario nei confronti diretti con le 8 squadre meglio attrezzate, che la dice lunga sui limiti caratteriali che impediscono, al momento, traguardi ancora più nobili di un terzo posto del quale andare orgogliosi; e se la Roma saprà porre un limite a questo aspetto rilevante, che ha anche generato un numero inaccettabile di gol subiti (32), nonostante l’idea che con 3 centrali si possa subire meno, in un campionato dove non esiste un dominatore assoluto, la sensazione è che niente sarebbe precluso; soprattutto se nei 10 giorni finali il mercato venisse condotto in maniera da intervenire sulle criticità oggettive.

Moduli e sviluppi di gioco

Fonseca si gioca tanto, soprattutto sul fronte offensivo, dove le scelte dovute alle assenze (più o meno diplomatiche) dei protagonisti principali, sono obbligate in Borja Mayoral, con Pellegrini e Carles Perez punte esterne a piede invertito; e se la squalifica di Mancini ripropone l’impiego di un Kumbulla ancora incerto come nella gara di Coppa Italia, a fianco di Smalling e Ibanez, in mezzo al campo il quartetto più affidabile rimane sempre quello composto da Karsdorp e Spinazzola in ampiezza, e Villar e Veretout in mediana; Italiano fa ritorno all’undici titolare (assente solo Nzola), salutando i vincitori del match di Coppa infrasettimanale, e riproponendo il consueto 4-3-3 propositivo e sfrontato, con davanti a Provedel Terzi e Chabot centrali, e Dell’Orco e Marchizza esterni in propulsione costante; a dettare i ritmi il giovanissimo talento francese Agoume, con Estevez e Maggiore mezzali estremamente propositive e offensive, sempre pronte negli inserimenti alle spalle di Piccoli, ai cui lati si muovono i guizzanti Gyasi e Farias.

Roma sempre superiore, Spezia sempre propositivo

L’atteggiamento mentale e l’approccio alla gara da parte della Roma rimane sicuramente l’aspetto più atteso della giornata, e i giallorossi interpretano da subito la partita secondo i consueti sviluppi; gli uomini di Fonseca portano, in fase di non possesso, una pressione media, chiudendo le linee di passaggio verso il centro del campo per la fonte di gioco (Agoume) di questo Spezia, trovando sempre tempi e distanze adeguate, perché lo Spezia del primo tempo risulta, di fatto, pervenuto solo in occasione del gol del pari; siglato dal tap-in di Piccoli, al termine di una ennesima galleria degli orrori ed errori dei 3 centrali giallorossi, sempre più approssimativi e incerti, e troppo spesso autolesionisti (il rimpallo è grottesco), istintivi (Ibanez e Kumbulla) e un Pau Lopez che ancora una volta lascia Interrogativi sul suo recupero di affidabilità; il pari ligure è l’esatto spartiacque di un primo tempo della Roma comunque molto positivo, con una costruzione bassa a 4 (Villar, più che Veretout, si abbassa sulla linea del centrali) contro i 3 attaccanti di Italiano, con un uscita che nonostante il secondo mediano non si alzi eccessivamente dentro al campo in verticale come consuetudine, consente di non liberare eccessivi spazi centrali in caso di transizione negativa; i giallorossi hanno una circolazione sia sugli esterni, che dentro al campo, ottimale, ben scaglionati e con Borja Mayoral ottimo cucitore di gioco, che le consente poi una volta preso campo, di restare sempre corta e compatta, alzando molto il baricentro ; così come la linea molto alta dei liguri si presta nell’agevolare un uscita meno scontata per Smalling e compagni, con la palla profonda alle spalle di Terzi e Chabot, oggi ben sfruttata come in occasione del primo gol (e non solo); lo Spezia prova a sfruttare certe criticità giallorosse palesatesi nella gara di Coppa, ma aldilà del tentativo di lavorare sui cambi di gioco l’indice di pericolosità è pressoché nullo; e il risultato di parità del primo tempo richiama a quanto sia implacabile il calcio nei momenti difficili, che ti richiama sempre a uno sforzo superiore per legittimare un cambio di rotta voluto con ferocia; perché anche i rimpalli, gli interventi apparentemente sfortunati, sono sempre figli di atteggiamenti e di meccanismi inconsci di pensieri negativi ,con Pau Lopez poco reattivo, e Karsdorp in ritardo di diagonale.

Ripresa

Si riparte con i medesimi 22,compreso Italiano che aveva perso, nel finale di primo tempo, Piccoli sostituito da Galabinov ; nei minuti iniziali il rientro è confuso per entrambe, molto farraginose e imprecise, soprattutto nella costruzione bassa, con lo Spezia che non difende il risultato di parità, non specula, ma sempre propositivo, e sempre pronto a scalare in avanti; ma è ancora più evidente come la Roma, ogni qualvolta riesce ad eludere la prima pressione spezzina, poi abbia tempi e spazi importanti da gestire nella metacampo avversaria; ed è ancora Borja Mayoral a caricarsi la squadra sulle spalle, ad avviare e a concludere il gol del nuovo sorpasso, e l’azione del terzo gol, con l’esterno sinistro(Spinazzola)che guadagna il fondo ed assiste sul palo opposto l’esterno destro (Karsdorp); sintomatico dell’azione collettiva che pone la Roma, in Europa, ai primissimi posti per gioco arioso e valori di Expected goal, che nel secondo tempo raggiungerà indici schiaccianti; Acampora e Bastoni per Dell’orco e Maggiore, per Italiano che accorcia le distanze la prima volta che i suoi entrano in area nella ripresa, mentre la Roma fallisce a più riprese il colpo del ko, mantenendo in vita uno Spezia che, aldilà di una filosofia di gioco nobile, mai si dimostra in grado di impensierire efficacemente in fase offensiva; con Cristante per Villar, Fonseca guadagna in peso specifico in mezzo al campo, ma perde in termini di conservazione, gestione del palleggio, e la Roma vive l’ultimo quarto di gara con il vantaggio minimo, dove se non mette una pressione coordinata, rischia di lasciare iniziativa a uno Spezia che giocherà comunque fino alla fine senza equilibrio; i giallorossi vivono qualche apprensione di troppo, ne sono testimonianza i continui retropassaggi verso Pau Lopez, ma nulla lascia presagire che un avversario mai pericoloso possa riuscire a riagguantare il risultato; all 80′ Bruno Peres rileva Karsdorp, mentre Italiano si gioca la carta del supplementare di Coppa (oltre a Erlic per Chabot),l ex Verde ; a un giro di lancette dal 90′ Diawara (esce Carles Perez)va a compattare i giallorossi in un 5-3-2, e Pellegrini comincia a caricarsi di responsabilità che non gli competono, cercando sempre la conclusione velleitaria dalla distanza e gestendo male certi sviluppi di azione offensiva; il gol della sicurezza non arriva, e Smalling trova modo di complicare ulteriormente l’esperienza del tecnico che lo ha voluto in maniera viscerale in sede di mercato estivo, agevolando con un errore allucinante il pareggio spezzino; i coccodrilli da tempo pronti nel cassetto per il tecnico lusitano sono già sulle scrivanie, quando all’ultimo respiro Bruno Peres torna protagonista confezionando l’assist a pochi passa dalla porta per Lorenzo Pellegrini finalmente premiato dalla sorte di capitano mai domo e decisivo; per le prossime 4 settimane la Roma potrà lavorare secondo la settimana tipo, senza gare infrasettimanali, e sarà quanto mai opportuno sfruttare il periodo per definire l’ingresso nel momento decisivo della stagione fissando le linee guida fondamentali; probabilmente senza Dzeko (ma con un sostituto adeguato, anche se questo Borja Mayoral potrebbe scrivere scenari impensabili), con o senza Fonseca, con El Shaarawy e chi con lui arriverà dal mercato completando una rosa alla quale manca veramente solo l’aspetto temperamentale, ma quello purtroppo non si acquisisce al mercato…

Maurizio Rafaiani

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  1. La partita vinta 4 a 3 al 92° in casa contro il temibile Spezia è stata l’ennesimo orrore di questa stagione. La squadra concede moltissimo a chiunque non facendo pressing e non sapendo cosa sia la fase di non possesso, Ci sono sempre uomini liberi a volontà nella nostra metà campo e troppi spazi tra i reparti. Pellegrini ha giocato una partita nel complesso sufficiente (nulla di più, non abboccate), la prossima, stando ai suoi ritmi capiterà tra 5/6 settimane.

    1. il Napoli che ha preso la sveja dallo Spezia, in 10, incasa è una “grande”, la Roma batte lo Spezia in case 4-3 è na squadra de seghe…

      1. A me non importa nulla del Napoli, del quale so solo che con la Roma ha vinto facile facile, io giudico l’ennesima partita pessima della Roma.

  2. Una lettura della partita impeccabile, gran bel articolo. La squadra c’é, devono fare solo un cambio a livello di mentalitá…

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