Roma, Rosella Sensi **chiede concentrazione, la squadra **´sotto assedio´ pensa al Bologna

30/10/2009 - 0:00

 
Tra una rumorosa assemblea dei soci ormai alle spalle e un impegno di campionato alle porte, la Roma ha visto scorrere la sua giornata, fatta di parole, tante, e pochi, pochissimi fatti. Una giornata iniziata prestissimo, con il rinvio dell’assemblea di Italpetroli, che aveva, all’ordine del giorno, l’esonero dal CdA dell’avvocato Cappelli, unico rappresentante Unicredit (gruppo azionista al quarantanove per cento della holding di casa Sensi) all’interno del senato della società. Un rinvio di cui l’avvocato e l’istituto bancario non avevano ricevuto comunicazione. Un rinvio sul quale avrebbero pesato non poco le pressioni di Mediobanca, advisor scelto dalla famiglia per gli asset dell’azienda di casa e, in particolare, della Roma. La merchant bank avrebbe consigliato, per usare un eufemismo, i vertici dell’azienda di non muovere azioni che potessero ulteriormente incrinare i rapporti già tesissimi con Unicredit. La quale, è bene ricordarlo, starebbe continuando a valutare eventuali soluzioni drastiche per ottenere il rientro del credito di circa quattrocento milioni, che vanta nei confronti della petrolifera.
 
PAROLE ― Le attenzioni del presidente della Roma dottoressa Rosella Sensi, però, erano oggi rivolte a Milano, in Lega Calcio. «Cosa serve alla Roma? Serve che allenatore e giocatori ritrovino la concentrazione giusta», la ricetta del numero uno di Trigoria. Che, di fatto, sembra voler mettere squadra e tecnico di fronte alle proprie responsabilità.  Il gruppo è in ritiro al ‘Fulvio Bernardini’ da mercoledì notte. Vi resterà (almeno) fino a domenica. «Speriamo serva. Cerchiamo di superare questo momento», il commento della dottoressa Sensi. A Trigoria, però, continua il vento di protesta, dopo la mini ondata di ieri. La seduta mattutina è stata interrotta oggi dalle urla di un contestatore, solitario ma indomito, che dopo tre quarti d’ora di insulti verso tutti (De Rossi escluso) ha costretto Ranieri ha dire stop all’allenamento. Allenamento ripreso soltanto nel pomeriggio, quando la protesta degli scontenti si è limitata ad alcuni cartelli più che eloquenti del punto di vista dell’autore: «Indegni laziali» e «Vergognatevi» le frasi più esplicite.
 
VERSO IL BOLOGNA ― Dalla contestazione all’organizzazione. Nel mare di indisponibilità da gestire in vista della gara contro il Bologna, Ranieri si ritrova a dover fare la conta degli uomini. Trovando, sul campo, le buone notizie. Sotto gli occhi di un Totti alle prese con i gradoni, si sono rivisti Motta, Riise e Menez, abili e arruolati per l’impegno di campionato tra due giorni all’Olimpico. Il fantasista francese ha smaltito l’infiammazione della fibrocalcificazione, residuo dell’operazione di pubalgia a cui si è sottoposto circa diciotto mesi fa. Nessun problema per il terzino di Merate: solo una contusione la botta che lo aveva costretto ad abbandonare il ring di Udine. Dubbi invece per Brighi. Lo staff medico della Roma fa sapere che il giocatore, in mattinata al Gemelli, ha svolto soltanto il completamento di una visita medico-sportiva. Nessun accertamento al ginocchio, dunque. Ma l’assenza dall’allenamento pomeridiano lascia qualche perplessità. Se anche lui dovesse risultare out si farebbe dura per Ranieri, costretto ad inventare una mediana  ―  già priva di De Rossi e Taddei ― e in cui soltanto domani si avrà il via libera (o meno) per Pizarro.
 
DAVID E SIMONE ―  Proprio Il Pek e Perrotta sono stati i protagonisti degli ultimi due giorni romanisti. Ieri negli uffici della soicietà per la firma sui rinnovi (fino al 2013 per il cileno, per un  altro anno a Supersimo). Oggi, davanti alle telecamere di Roma Channel. Nostalgico David, che si lascia andare alle suggestioni di un glorioso passato: «Il momento che ricordo di più da quando sono qui è anche quello più triste. A Catania, quando per un tempo siamo stati campioni d’Italia. Lì è crollato il sogno della squadra. Ora spero di non spostarmi più, e così sarà». Concreto Simone, tra l’addio a Spalletti, «Con lui ci siamo tolti belle soddisfazioni, ma il suo ciclo era finito, eravamo troppo amici», e l’attualità che parla di una stagione difficile, «sappiamo che basta poco per invertire la rotta. La squadra c’è e ha voglia di reagire. Il gruppo è molto unito, tutti remano dalla stessa parte, siamo certi al cento per cento che ne usciremo presto». Lo sperano tutti.
 
Matteo Pinci

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