Roma passiva e sempre in ritardo sulle secondo palle: la Juventus si allontana

Redazione RN
31/10/2016 - 9:00

Roma passiva e sempre in ritardo sulle secondo palle: la Juventus si allontana

EMPOLI-ROMA, L’ANALISI TATTICA – La Roma lascia nuovamente scappare la Juventus, non approfittando del turno favorevole, quantomeno per mantenere la rotta e cominciare a mettere pressione, con una gara dai rimpianti evidenti. I 4 punti che separano oggi le due antagoniste stagionali sono racchiusi in azioni similari, con i bianconeri che trovano i gol della vittoria (contro il Napoli) sfruttando due rimpalli, facendosi trovare al posto giusto al momento giusto, catapultandosi sui palloni con ferocia e determinazione. Mentre i giallorossi trascorrono 90 minuti sempre in ritardo sulle seconde palle, sempre poco fiduciosi di ritrovarsi un rimpallo tra i piedi, sempre poco propensi a trovarsi al posto giusto al momento giusto, poco attenti nel chiudere la manovra con i movimenti avvolgenti giusti.

Due squadre il cui divario è evidente, con l’Empoli che, con un 4-3-1-2, mette Pucciarelli e Gilardino a gestirsi la profondità e Saponara e Croce a formare un quadrilatero all’interno del quale creare una gabbia che inibisca il palleggio iniziale della Roma, e al tempo stesso consenta di fraseggiare all interno di esso. I giallorossi rispondono con il consueto 4-2-3-1, con la consueta difesa a 3 e mezzo, dove operano (a sorpresa) due terzini di piede opposto: Emerson a destra, e Rudiger a sinistra. L’intento è molto chiaro per gli uomini di Spalletti,  cioè dare continuità alla spinta sulla corsia di destra con Emerson, consentendo alla linea difensiva di posizionarsi a 3, con 3 difensori puri in caso di perdita del pallone, mentre davanti, con Dzeko punta centrale, e con Salah e El Sharaawy che giocano più larghi sul campo.

I giallorossi partono forte e per tutti i 90 minuti l’Empoli è molto lungo sul campo, senza mai riuscire a compattarsi con i reparti, e per la Roma arrivare con 3 passaggi davanti non è mai difficoltoso, tanto che la prima metà del primo tempo è un monologo che però non partorisce il vantaggio meritato. A quel punto la gara entra in un’inerzia pericolosa, alla quale i giallorossi non si ribellano, diventando pigri e poco concreti, infelici nelle scelte di passaggio (specie l’ultimo) e rifiniture, e nei momenti topici, pur arrivando sempre fin dentro l’area dei toscani, tutti i rimpalli e le seconde palle diventano inarrivabili, per via di questo accettare passivamente l’inerzia della gara da parte degli uomini di Spalletti. L’ingresso di Bruno Peres e Juan Jesus non incide sugli equilibri della gara, finché il tardivo ingresso di Perotti la rianima nel finale quando è ormai troppo tardi, l’Empoli ha preso le misure.

SCZCESNY: mai seriamente chiamato in causa, bisogna attendere gli ultimi 10 minuti di gara per vederlo sollecitato, con Maccarone che lo grazia da pochi passi, e Pasqual che prova dalla distanza a sorprenderlo.

RUDIGER: schierato a sinistra fa il suo, senza spingere, e aiutando Fazio su Gilardino che da vecchio mestierante dell’area di rigore sa come trovare appoggi essenziali.

MANOLAS: Pucciarelli cerca spesso il taglio tra lui e Emerson, ma il greco con mestiere e velocità riesce sempre ad intervenire efficacemente; buono il suo palleggio.

FAZIO: Troppi disimpegni imprecisi, e Gilardino che lo va a cercare sempre per usarlo come perno per i suoi movimenti, un passo indietro rispetto alle esibizioni dell’ultimo mese.

EMERSON: nonostante giochi, da mancino, a destra, la sua spinta è buona, fermo restando però che diventa spesso leggibile nel suo movimento ad accentrarsi per cercare la rifinitura o la conclusione. Molto bene in entrambe le fasi, nonostante Pucciarelli tenti di sorprenderlo sempre internamente.

DE ROSSI: gestisce palla in troppi momenti in orizzontale, scherma la linea ma il suo apporto è inferiore al solito.

PAREDES: vedi De Rossi, abusa in più di un’occasione della conclusione dalla distanza anziché scegliere la rifinitura.

NAINGGOLAN: recupero palloni in quantità industriale, dovrebbe cercare di giocare con Dzeko ma raramente lo fa. Finisce in mediana con l’uscita di De Rossi.

SALAH: nonostante consenta sempre alla squadra di allungare e puntare la porta avversaria, le sue letture e scelte dell’ultimo passaggio sono sistematicamente errate, favorendo ora il posizionamento della linea difensiva, ora il recupero degli avversari.

EL SHARAAWY: muove sempre molto largo, venendo raramente a cucire il gioco internamente, e favorendo certi suoi momenti di isolamento, dai quali se ne esce andando a concludere ed esaltando la giornata di vena di Skorupski; poco brillante nel complesso.

DZEKO: il suo primo tempo è puntuale nei movimenti, ma approssimativo e in ritardo sui palloni che spiovono negli ultimi 20 metri. Nel secondo tempo, col passare dei minuti, comincia inspiegabilmente a tirarsi fuori dall’area operando movimenti che lo allontanano dalla porta togliendo riferimenti ai compagni, e consentendo ai centrali toscani (a quel punto liberi da attenzioni da prestare al bosniaco) di pulire sempre l’area ed essere presenti su rimpalli e seconde palle. Quando riprende possesso, nel finale di gara, dell’area di rigore, la Roma ritorna a creare pericolosità e la possibilità di vincere la gara.

BRUNO PERES: entra male, intestardendosi in azioni personali, rianimandosi solo nel finale, dove comunque brilla ancora per la scarsa lucidità di lettura e scelte di passaggio operate, così come un inspiegabile imbottigliarsi per vie centrali.

JUAN JESUS: compatta la linea ma ha poco da sbrigare.

PEROTTI: 10 minuti, da trequartista, che aumentano il rammarico di un cambio tardivo che avrebbe potuto dare un esito diverso alla gara, con l’argentino che prova a scuotere i compagni con le sue percussioni senza che trovino cittadinanza all’interno della area di rigore. Rimane evidente che solo una invenzione avrebbe potuto sbloccare la gara, e il ricorso alla sua fantasia indispensabili.

Maurizio Rafaiani

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  1. Come detto l’ingresso di Perotti è risultato colpevolmente tardivo, perché davanti serve come il pane uno in grado di creare superiorità numerica e imbucate e assist vincenti, mentre Naingolan risulta prezioso nel contrasto in mediana. Delusione Peres! Linversione di piede dei due terzini mi sembra davvero fuori luogo, risultando autolesionista limitando le naturali movenze dei due.

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