• Roma-Inter, analisi tattica: la ripresa nelle mani dei giallorossi, Spinazzola regala il pareggio

    Redazione RN
    20/07/2020 - 7:26

    Foto Tedeschi
    Roma-Inter, analisi tattica: la ripresa nelle mani dei giallorossi, Spinazzola regala il pareggio

    ROMA INTER ANALISI TATTICA – Quando il calcio scrive le sue storie raramente le disegna a lieto fine, preferendo di norma sorridere ai vincenti, relegando ai comprimari situazioni dall’amaro in bocca, dove manca sempre qualcosa per raggiungere la gloria o consumare vendette. Spinazzola protagonista nel bene e nel male è l’emblema di uno scenario simile: da conteso a ripudiato, a un passo dal consumare una vendetta meritata, negata proprio da un suo errore che ha consegnato un pari di speranza all’Inter (che lo aveva respinto al mittente), e complicato la corsa al posto utile che evita il preliminare di Europa League.

    Moduli e sviluppi di gioco

    Fonseca consolida il recente 3-4-2-1 dando continuità ai vittoriosi della gara sul Verona, con i 3 dietro che agevolano il palleggio in costruzione bassa. Bruno Peres e Spinazzola ad allargare il campo e il quadrilatero alle spalle di Dzeko composto dalla mobilità di Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle, Veretout e Diawara base solida in fase difensiva e dai tempi perfetti nella fase di possesso. Per Conte un 3-5-2 dove Brozovic a tutto campo funge da equilibratore, ora incontro per fare gioco, ora tra le linee, ora dietro alle punte in rifinitura, ora primo in pressione insieme alle punte, in fase difensiva. Barella si adegua ai movimenti di Brozovic e Gagliardini (il primo costruttore), e il possesso palla è sempre qualitativo.

    Primo tempo in equilibrio, le squadre si annullano

    Il 3-4-2-1 di Fonseca si va a contrapporre perfettamente al 3-5-2 nerazzurro, perché i movimenti e i duelli sul campo nelle varie zone sono codificabili e leggibili. Entrambe le squadre vanno in costruzione bassa subendo il pressing ultra offensivo avversario, con l’Inter che sembra più efficace nel fondamentale, obbligando i giallorossi in più di un occasione ad alzare palla per Dzeko, per evitare che la pressione subita porti alla perdita di palloni sanguinosi. Da una parte Dzeko, Mkhitaryan e Pellegrini escono su DeVrij, Skriniar e Bastoni, mentre Veretout e Diawara scalano in avanti sui due centrocampisti avversari più vicini. Dalla parte opposta Lautaro, Sanchez e Brozovic escono su Mancini, Ibanez e Kolarov, con Barella e Gagliardini aggressivi sui mediani giallorossi. Poche emozioni, duelli in equilibrio e Inter che cerca, come il Verona pochi giorni fa, di fare scivolare in ritardo sugli esterni i giallorossi per poi portare palla dentro e trovare la combinazione palla avanti-palla scaricata al sostegno-palla imbucata per l’altra punta o per l’altro esterno che andrà a mettere palla in area. Per la Roma è serata dai duelli tra esterni: Candreva contro Spinazzola e Bruno Peres contro Young, mentre sul fronte offensivo i 3 attaccanti devono interagire di più tra loro, cercarsi di più, così come i giallorossi fanno in troppi frangenti troppa fatica ad accompagnare l’azione (una criticità evidente nelle ultime gare). Con un Bruno Peres sempre ficcante ad arrivare in fondo, ma che sbaglia tutte le scelte, con cosa analoga per Spinazzola sul fronte opposto e con Dzeko, Pellegrini e Mkhitaryan tutti attaccanti da palla addosso (aspetto tattico che agevola il compattarsi dell’Inter in fase difensiva) i primi 45′ sembrano stare tutti nella differenza tra i due colpi di testa nelle due aree opposte, fuori quello di Mancini, in gol quello di DeVrij. Ma ci pensa Spinazzola, sovrastato da DeVrj in occasione del vantaggio nerazzurro, a riequilibrare le sorti dell’incontro e a provare a consumare una vendetta attesa da mesi.

    Ripresa nelle mani della Roma con un neo finale

    Si riparte coi medesimi 22, ma l’atteggiamento dei giallorossi è propositivo, autoritario e di personalità, in un secondo tempo in ascesa dove il sorpasso matura con merito con Mkhytarian e una Roma che trova le combinazioni sia negli spazi, che di fronte al pressing nerazzurro. Conte ricorre subito alle staffette, con Lukaku, Biraghi e Moses per Lautaro, Candreva e Young, ma è solo con l’ingresso di Eriksen per Gagliardini che i nerazzurri provano a rialzare il baricentro (Brozovic va in mediana vicino a Barella) ,in una sorta di 3-4-1-2 ora marcato. I cambi di Fonseca sono Cristante per Diawara e il rientrante Smalling per Ibanez (risentimento muscolare per le consecutive gare ravvicinate). A seguire con D’Ambrosio per Bastoni i nerazzurri vanno a 4 dietro in un 4-3-1-2, mentre sul fronte opposto Perotti e Carles Perez rilevano Pellegrini e Mkhitaryan. Ma la Roma è solida e non concede nulla all’Inter, fino a quando Spinazzola non si esibisce in una gestione sadomaso di disimpegno in area di rigore (laddove una risoluta palla in tribuna avrebbe risolto il problema), che sancisce salomonicamente un pareggio che lascia troppo rammarico in casa giallorossa…

    Maurizio Rafaiani

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