Roma-Genoa, l’analisi tattica: i giallorossi non riescono a far decollare il palleggio, poi ci pensa Mancini. Il resto è gestione, con i rossoblù mai pericolosi

Redazione RN
08/03/2021 - 7:08

Foto Tedeschi
Roma-Genoa, l’analisi tattica: i giallorossi non riescono a far decollare il palleggio, poi ci pensa Mancini. Il resto è gestione, con i rossoblù mai pericolosi

ROMA GENOA ANALISI TATTICA – Nuova puntata della serie “Grande con le piccole”, la Roma si conferma dopo Firenze con qualche scoria fisica di troppo inevitabile, con una gara meno roboante del solito contro avversari di spessore inferiore, ma significativa nella costanza, applicazione, continuità durante la gara, aspetto fondamentale che andrebbe riproposto negli scontri diretti, criticità ormai cronica stagionale; rimanere aggrappati rimarrà fondamentale in un girone di ritorno dove la posta in palio è ancora più pesante, dove il margine sugli errori diminuisce irrimediabilmente, e ogni risultato conseguito vale doppio.

Moduli e sviluppi di gioco

Fonseca attinge dalla rosa in un opportuno turn over, necessario per gestire i continui impegni ravvicinati del periodo, per fare riposare chi ha necessità di tirare il fiato, così come dare condizione fisica a chi va ricercandola attraverso il minutaggio, così come mantenere e fare sentire coinvolti dentro al progetto il maggior numero di giocatori; nel 3-4-2-1 davanti ad un Pau Lopez inoperoso ci sono Smalling opportunamente centrale (per opporsi al passo di Destro e Pjaca) con Mancini e Cristante braccetti propositivi con compiti opposti; Mancini partecipa attivamente agli sviluppi offensivi, fino a sfiorare nel secondo tempo la doppietta in seguito ad un movimento a centro area, Cristante dal centro-sinistra (come nella gara col Milan da centrale) costruisce dal basso sgravando dalle attenzioni degli avversari il mediano che si abbassa; mediano preposto a tale operazione è il riconfermato Diawara, con Pellegrini che svaria più avanzato a contribuire alle catene esterne tra Karsdorp a destra e Bruno Peres a sinistra, oggi sempre molto alti contemporaneamente in fase di costruzioni, ma sempre puntuali nei ripiegamenti e diagonali difensive; alle spalle di Borja Mayoral le due punte esterne sono Pedro ed El Shaarawy, entrambi alla ricerca di uno status di dignitari del ruolo, attualmente non adeguato; nel suo 5-3-2 Ballardini ha una squadra in salute, solida e difficile da affrontare, tutta asserragliata davanti a Marchetti con 3 centrali Masiello, Radovanovic, Criscito, e con Ghiglione a destra e Zappacosta a sinistra quinti difensivi; Badelj detta i tempi in mezzo al campo con Zaijc e l’ex Strootman mezzali pronte ad innescare e sostenere l azione offensiva a rimorchio di Destro e Pjaca.

Il Genoa attende, la Roma ha supremazia e possesso ma fatica a trovare varchi 

Il Genoa attende sottopalla con tutti gli effettivi, con Destro e Pjaca che inizialmente tentano un timido pressing ad invito a fare uscire la Roma sulle corsie esterne inibendo il primo passaggio per Diawara, ma Cristante si sostituisce al guineano agevolando una costruzione che ben presto porta il Genoa a regalare la propria metà campo offensiva ai giallorossi; in mezzo al campo i mediani di entrambe le squadre si attenzionano vicendevolmente, con i duelli Badelj/Diawara e Strootman/Pellegrini; oltre la metà campo, in attesa dell’errore tecnico di passaggio, per rubare palla e correre tutti verso la porta avversaria a folate, il Genoa gioca un calcio delle opportunità, pratico, speculativo, responsabile, creando difficoltà alla Roma che non riesce a fare prendere quota al suo palleggio; la gara non ha grandi ritmi, con la Roma che agevola un’indole e inerzia stagnante, non andando a giocare intorno a Borja Mayoral, nonostante gli interscambi e movimento continuo di Pedro ed El Shaarawy, con quest’ultimo che paga inevitabilmente un anno e mezzo di calcio dalle basse sollecitazioni; per il Genoa sono 5+3 molto stretti e sugli esterni i quinti sono ben posizionati e puntuali negli scivolamenti, con la Roma che a sinistra ha inevitabile difficoltà a vincere il duello offensivo con Bruno Peres che non è di piede, mentre Karsdorp a destra gode di migliori presupposti; nella sua difesa di posizione il Genoa mette poca pressione, preferendo l’intercetto, e alla Roma sarebbe sufficiente alzare i ritmi e muovere palla a due tocchi per trovare sviluppi incisivi, cosa che avviene regolarmente nei momenti sporadici del primo tempo in cui lo fa; senza Veretout i giallorossi hanno uno in meno che occupa l’area nei momenti offensivi, e all’impasse evidente di giornata viene in soccorso uno stacco perentorio di Mancini, che, a differenza della gara col Milan, viene interpretato correttamente dalla squadra arbitrale preposta, sbloccando il risultato e trend di gara; i movimenti di Borja Mayoral a tagliare sono sempre puntuali, e permettono di rompere sempre la linea difensiva dei rossoblù, ma raramente vengono premiati, e il primo tempo si chiude con poche emozioni.

Ripresa di amministrazione, il Genoa non punge, ma di buono solo il risultato finale 

Ballardini rientra con Cassata quinto di destra (esce Ghiglione) e Shomurodov per Pjaca, e con un atteggiamento evidente nello scalare in avanti, e alla Roma diventa più agevole con 2 tocchi imbucare e tagliare fuori linee di pressing mettendo Pedro ed El Shaarawy 1 contro 1, o in corsa nello spazio verso la porta ma l’involuzione dello spagnolo ,che non indovina più le scelte, è ormai un deficit evidente; con la Roma che prova invano tentativi di forcing per mettere al sicuro il risultato, e il Genoa che resiste e riparte, il duello più interessante della gara alla fine risulta quello tra Smalling e Destro, con l’inglese autore di una prestazione monumentale; con Mkhitaryan e Villar per Diawara ed El Shaarawy cerca forze fresche Fonseca, e l’armeno riporta vivacità alla manovra offensiva con spunti e strappi che frammentato il tentativo di prendere campo del Genoa; la Roma deve ora migliorare la gestione palla per evitare che ciò avvenga, perché portarsi nell’ultimo quarto di gara col vantaggio minimo è pericoloso, avendo il Genoa  due attaccanti che sanno fare guerra sulle palle sporche, e ne basta una per pagare dazio; Carles Perez (esce Pedro ) porta velocità, mentre Ballardini dopo avere invertito di posizione Zappacosta e Cassata inserisce Scamacca (esce Strootman) e Melegoni (esce Zaijc) virando al 3-4-3 col quale portare l assalto finale; il Genoa comincia a sporcare la gara, e le seconde palle intorno all’area giallorossa, e Fonseca completa il numero dei cambi passando all’opportuno 3-5-2, con Fazio (per Borja Mayoral) che si sistema braccetto di sinistra, Spinazzola (per Bruno Peres) esterno a sinistra, e con Cristante in mediana con Villar e Pellegrini ai lati, e Mkhitaryan e Carles Perez avanzati; nel finale di gara la Roma non sempre porta pressione sul portatore palla avversario, ma nonostante tutto i pericoli sono minimi, e con una gestione dei 5 minuti di recupero finali in maniera opportunamente ostruzionistica l’ingresso in porto si materializza, e con esso 3 punti importantissimi nella disperata corsa ai posti Champions.

Maurizio Rafaiani

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  1. solita analisi direi “perfetta” di romanews che fotografa non solo la partita ma anche umori, desideri e realta’ dei giocatori e dell’ allenatore .. ci sarebbe da dire qualcosa di piu’ su Pedro che alterna movimenti veloci ma inconcludenti con giocate da vero fuoriclasse e su Pellegrini che nel suo moto perpetuo si da davvero tanto da fare ma spesso va a dare fastidio ai compagni sia in fase difensiva che offensiva .. ma voto all’ analisi .. 8

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