Quelle battute intercettate al telefono: «Lo stadio è uno schifo, ma si farà»

Alessandro Tagliaboschi
18/06/2018 - 9:13

RASSEGNA STAMPA AS ROMA – Lo stadio a ogni costo e, come scrive il Corriere della Sera,Tor Di Valle prima di tutto. Di colpo, siamo alla fine del 2017, la ragione sociale della Eurnova di Luca Parnasi, l’idea di edificare un nuovo stadio della Roma, contagia perfino funzionari delle istituzioni.

«Uno schifo ma si farà» – Si tratta di Carlo Notarmuzi, avvocato, titolare dell’ufficio per la concertazione amministrativa che, al telefono con un’interlocutrice, parla dell’opera di Parnasi: «Si deve fare per forza — dice — verrà uno schifo ma si farà». È il 26 settembre 2017 e Parnasi sembra aver trasmesso urbi et orbi i propri propositi.

Pochi biglietti omaggio – Tutto appare sacrificabile all’obiettivo, perfino quelle pubbliche relazioni che, più o meno comunemente, un imprenditore intrattiene con vertici politici e istituzionali. Così al telefono con il presidente della Roma, Mauro Baldissoni, Parnasi detta la nuova linea sui biglietti omaggio. Baldissoni si lamenta: «Eh come so’ messo Luca…non ci stanno i biglietti». A questo punto al costruttore si accende una luce. Scrivono gli investigatori: «Parnasi precisa che solo le richieste di biglietti effettuate da persone che potrebbero essere funzionali al raggiungimento dell’obiettivo della costruzione dello stadio» sono da soddisfare. Fra questi Claudio Santini, superconsulente del ministro dei Beni Culturali, che, osserva Parnasi «ci sta dando una grossa mano». Quindi, Francesco Boccia della commissione bilancio del Pd, «una persona — dice Parnasi — abbastanza influente». Infine il ministro dell’Interno (all’epoca leader della Lega) Matteo Salvini che, spiega il costruttore, «m’ha chiesto due tickets».

Più cubature al mall – Non solo Tor Di Valle. Il titolare della Eurnova porta avanti altri progetti immobiliar-finanziari. Tipo la ristrutturazione del fondo che controlla l’enorme centro commerciale di Porta di Roma. Stando alla ricostruzione dei magistrati Paolo Ielo e Barbara Zuin anche questo incarico prospettato a Lanzalone potrebbe far parte dello scambio di favori intercorso fra Lanzalone e il costruttore, finalizzato a supportare l’affare-stadio.

«Si fa quello che dico» – Parnasi si circonda di docenti universitari che, all’occorrenza, possono essere impiegati anche per le relazioni personali che hanno saputo costruire. Sembra il caso di Enzo Calzona, ordinario di Tecnica delle costruzioni alla Facoltà di ingegneria della Sapienza che rassicura il braccio destro di Parnasi, Luca Caporilli, sotto il profilo del Consiglio superiore ai Lavori pubblici. «Al Consiglio superiore — dice — si fa quello che dico io» mentre in altre intercettazioni vanta un rapporto diretto con i vertici dell’istituto presieduto da Massimo Sessa.

Opus Dei – Nell’ottica del costruttore non c’è ragione di lasciar scoperto il mondo cattolico. Dunque Parnasi intrattiene ottimi rapporti anche con il centro di formazione professionale dell’Opus Dei Elis.

Villa a Fregene – Al processo nei confronti di Parnasi, la Eurnova, potrebbe teoricamente costituirsi parte civile. Dall’inchiesta affiora infatti che il costruttore avrebbe distratto alcune somme della società per pagare i lavori di ristrutturazione della sua casa a Fregene.

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