Promossi, rimandati e bocciati: il pagellone in rima di tutti i giallorossi impiegati

Redazione RN
01/01/2021 - 9:21

Promossi, rimandati e bocciati: il pagellone in rima di tutti i giallorossi impiegati

PAGELLONE ROMA – E’ calato il sipario sul 2020. La Roma, attualmente terza in classifica, tornerà in campo il 3 gennaio contro la Sampdoria. Nel frattempo, ecco il pagellone in rima di tutti i calciatori giallorossi impiegati quest’anno.

Portieri

Pau Lopez (5)
L’involuzione fatta portiere.
Sfiduciato con se stesso e spesso anche dalla propria difesa, si è dimenticato in un anno e mezzo come si chiudono le cerniere.
Solamente 4 presenze in campionato, ma di media un gol subìto a partita: a volte un intervento della vita, altre una splendida presa, ma poi alla fine sono più le sottrazioni che le somme, viste le terribili indecisioni in uscita e gli irrefrenabili svarioni, anche e soprattutto coi piedi, di cui si macchia come chi sputa a terra le gomme.
Non lo salva certo l’Europa, dove tranne l’ultima le timbra tutte e cinque.
La maggior parte dei tifosi ne ha le scatole piene, e cosa gli è accaduto dopo quel tremendo errore nel derby stimolerebbe quasi un’inchiesta de Le Iene, visto che ormai è identificato come un portiere che delinque.
Per forza di cose bocciato, con l’augurio che lo studio tralasciato gli insegni a dare di più quando (ri)verrà interrogato.

Mirante (5,5)
Oggi c’è, domani chissà.
Secondo diventato primo, un po’ come accadde ad Alisson alle spalle di Szczesny qualche anno fa, sembra aver dato più sicurezze tra i pali rispetto al collega, ma l’idea generale è che di due portieri la Roma non ne abbia uno.
Fonseca gli affida le chiavi della porta per 11 incontri di campionato, ma i ladri avversari, nessuno lo nega, scassinano la sua area penetrando 16 volte nel suo regno. tutt’altro che incantato.
E’ strano, comunque, che in una squadra di vertice non ci sia, riguardo al goalkeeper, una netta gerarchia.
Rimandato, perchè un minimo di garanzia, ogni tanto, grazie al cielo l’ha dato.

Boer (sv)
Nell’unica sconfitta della Roma in Europa, vede tre volte la palla passargli dietro: povero Pietro!
Rimandato ovviamente, con giudizio sospeso e prorogato magari alla Coppa Italia, che arriverà imminente.

Terzini di fascia e difensori centrali

Bruno Peres (5)
L’anti-brasiliano per eccellenza.
Classe, eleganza e intraprendenza, oltre ad un tocco della sfera regale, sono prerogative del tutto assenti nel suo repertorio domenicale.
Sarà pure caliente la noche, ma Brunetto è un bello che non balla: presenze tra campionato ed Europa non poche (15), un solo vero assist, e a destra tanti scivoloni sulla cera, frutto di una condizione fisica e mentale mai ottimale, dove discutibili scelte offensive si condiscono con le solite amnesie difensive, tra cui spicca l’invito a Fazio a quel retropassaggio assassino.
Quando gli riesce qualcosa, magari un buon cross tagliato, uno scavetto vellutato o una giocata di fino, tutti si sbalordiscono, invece per un sudamericano dovrebbe essere la prassi.
Bocciato per incomprensione totale della sintassi: troppa distanza calcistica tra lui, il campo e la palla.

Karsdorp (6,5)
Dall’Inferno al Paradiso guardando la Roma in pieno viso: bentornato Riccardo!
Letteralmente rinato, quando quest’estate si è riaffacciato, in molti al mare hanno arricciato il naso arrossato e storto la bocca in un sorriso beffardo, ma, come si sa, il campo è il supremo giudice della carriera di ogni calciatore.
E lui, almeno fino a questo momento, sembra davvero aver avuto ragione: la fascia destra, spodestato Brunetto, è sua, perchè ha giocato con orgoglio e intelligenza, tenendo ben fuori il petto sia in discesa verso il fondo che dietro aiutando, vuoi con una diagonale spaziale vuoi con un recupero a tutto tondo.
11 presenze su 14, condite da 4 assist e 5 tiri, con 3 apparizioni in Europa e 2 ammonizioni rimediate.
Promosso sperando che, su di giri, continui su questo trend fatto di continue scalate, inaugurando le fasce esattamente come fa un sindaco con in mano le forbici.

Spinazzola (8)
Il miglior terzino di fascia sinistra dell’intero campionato.
Nessuno si scandalizzi: ormai è assodato.
Rendimento perfetto, sincronismo svizzero tra movimenti, tecnica, occasioni create palla al piede e dribbling nello stretto.
Su 14 partite di campionato le gioca tutte tranne una, così come in Europa, salendo in cattedra come un alunno già pronto al dottorato: la sua ascesa sulla fascia mancina è roba sopraffina, quasi come lo sbarco sulla Luna, perchè corredata di 2 assistenze fatali e 6 occasioni da rete micidiali, compreso un pallonetto da fuori alla Messi.
La sua crescita esponenziale deve essere motivo di stimolo e ammirazione per per tutti i compagni, anche i più fessi, perchè ci vuole solo metodo, costanza e abnegazione per raggiungere l’obiettivo di destinazione.
Imprescindibile, super ispirato, e quindi promosso con lode e stappata al cielo di un ottimo millesimato.

Calafiori (6)
Doppia apparizione in serie A per un totale di 25 minuti, un’ammonizione, una splendida prova europea con gol annesso da cineteca.
Pochi indizi che però fanno una prova, ovvero il certificato di promozione da incorniciare e sistemare in bacheca.

Smalling (6)
Dall’Inghilterra con furore, il Rasta di colore sta iniziando piano a piano a riaccendere il motore.
Mentre stoltamente ad agosto le folle inondavano le spiagge e i luoghi ricreativi estivi, ancora non era certo tra gli addetti ai lavori se si potesse leggere finalmente sul terminal di Fiumicino il suo volo da Manchester tra gli imminenti arrivi.
423 minuti totali in campionato frutto di un ballottaggio spezzato che lo ha visto 6 volte scendere in campo, 3 invece in Europa, ma non esiste discutere un mostro di difesa la cui classe è arcinota. Ad essere pignoli, nelle ultime apparizioni, ultimamente è apparso appesantito, dai riflessi spenti, in poche parole non proprio un lampo.
Si vede che deve carburare, così che in area possa tornare presto a governare.
Promosso ci mancherebbe, con sulla guancia un bel bacio a stampo.

Ibanez (7)
“Giovani ribelli”, come il vecchio film con Tom Cruise e Nicole Kidman, set sul quale si dice tra i due sia sbocciato l’amore.
Lo spagnolo è come loro, e perchè no, anche come l’oro: stupire ha stupito, ora deve dare continuità a questo passo ardito.
Nobile in area, elegante in alcuni interventi, sicuro di se stesso quando c’è da difendere col coltello tra i denti: indispensabile per Fonseca, che lo manda in campo 14 volte in campionato per un totale di 1200 minuti, rendendo merito così alla crescita esponenziale del giovane brasiliano, che anche in Europa League fa il suo con due presenze e una rete.
Dal modo in cui si muove in campo, dalla sicurezza con cui cerca di gestire ogni pallone, sembra già romano.
E romanista.
Avanti così Roger, promosso come tutti i Simpson con in cima Homer.

Kumbulla (5,5)
Nuovo di zecca, e quindi ancora in odore di ambientamento.
L’imperativo metaforico per l’ex gialloblù è uno solo: svuotare ogni paura, inginocchiarsi e pregare puntando a La Mecca.
A volte ciò gli riesce bene, come se facesse parte del gruppo da anni; altre, invece, c’è sempre una pecca, frutto forse di una timidezza/soggezione e di un’inesperienza tali che per un ventenne alla scoperta del mondo di Totti non gli permettono di aprire subito le ali.
Gioca 9 partite in campionato (1 gol) ma con un conteggio che non supera i 600 minuti, vista anche la concorrenza dietro con compagni di alto rango che garantiscono forse maggior freddezza e sicurezza, mentre in Europa acquista spessore collezionando 4 gettoni e un gol da ranpinatore, facendo vedere simbolicamente a tutti come si balla il tango.
Marash non ha ancora fatto crash, ma il tempo è dalla sua parte, e chi lo tiferà se ne accorgerà.
Ne promosso ne bocciato: semplicemente rimandato.

Mancini (6,5)
Sta crescendo, mentalmente e fisicamente.
Reattivo e cattivo, aspira con onore al dominio incontrastato della propria area di rigore, dimostrando spesso un agonismo che va ben oltre il livello di guardia: 12 partite giocate e 3 ammonizioni commistionate, una ogni quattro match, che denotano una foga a volte troppo eccessiva. E quest’ardore nel difendere il proprio fortino lo fanno incappare come si è detto in distrazioni da bambino, facendogli produrre interventi rischiosi se non proprio estremamente fallosi.
Fonseca, però, lo sta rendendo sempre più importante, e già lo ha fatto in passato facendolo infatti avanzare sulla linea mediana, proprio a testimonianza della sua duttilità galoppante.
Pilastro giallorosso di una difesa che dovrà stringersi stretta a lui come le mani di Tarzan alla liana, non può che essere ampiamente promosso.

Fazio (4)
Un apparente ex difensore, caduto in un baratro vertiginoso probabilmente senza fondo.
Mai impiegato in campionato, si affaccia in Europa 5 volte su 6, spesso in modo letteralmente inverecondo, come con quel retropassaggio sciagurato da annali del trash calcistico più insensato.
Una volta era sempre sull’adelante, adesso ha il freno a mano tirato.
Adiòs Comandante, per forza di cose bocciato.

Juan Jesus (sv)
Retrocesso a ultima scelta, il brasiliano sembra fermo da mesi alla stessa stazione.
100 minuti in campionato per una triplice, fugace, apparizione, mentre in Europa Fonseca gli concede l’en plein: 6 partite su 6, con annotazione una sola ammonizione, il che la dice lunga sul suo modo di affrontare gli eventuali perigli di tale competizione.
Bocciato, come dal mister, senza alcuna esitazione.

Centrocampisti

Cristante (5,5)
L’uomo del sacrificio.
Magari non sbianca seduta stante come il miglior dentifricio, ma comunque rimuove le macchie lì dove Fonseca chiede che il buio diventi luce.
Quando retrocede da mediano a difensore centrale, modello de Rossi che della linea davanti al portiere diventava il fanale, è perche il mister sa che l’ex atalantino garantisce la risoluzione dei suoi incipit d’impostazione come i 3 desideri il genio appena uscito dalla lampada di Aladino. Certo, non è tutto oro quello che luccica, perchè Cristante non può diventare Pluto Aldair seduta stante, e infatti tanti sono stati gli errori difensivi, alcuni veramente puerili.
Un centrale sicuro e concentrato, oggettivamente, dovrebbe prima saper difendere e poi impostare, mentre lui è proprio nella prima fase che tende a mancare.
Di conseguenza, tra un autogol e una chiusura mancata, il verdetto è uno: rimandato.

Diawara (4,5)
Esattamente un anno fa, la prima mediana a due targata Fonseca era costituita da Cristante e Diawara.
Oggi tutto è mutato: il primo a centrocampo sembra spaesato, e spesso viene dominato, così che la scelta di arretrarlo da centrale non appare un gesto così insensato.
Il senegalese, invece, dovrebbe auto-cospargersi di pece.
E’ letteralmente sparito, dopo un’involuzione prima atletica e poi agonistica. Non gli riesce più nulla, e di conseguenza, tra un acciacco e un moto d’impostazione troppo fiacco, Fonseca gli dona solo 140 minuti sparsi in 5 apparizioni, più 3 in Europa, ma sempre senza mai un fresco segnale di cambiamento, o quantomeno di inversione.
Ieri era un titolare per la sua efficacia e il suo portamento, oggi invece è una riserva a tutti gli effetti: bocciato come chi ai matrimoni non mangia i confetti.

Pellegrini (6,5)
Non è ancora l’anima pulsante della Roma, ma presto lo diventerà: ancora qualche ritocco, un altro pochino di fiducia e il sole finalmente ad oltranza risplenderà.
Geniale in alcune scelte come quando mette il compagno a tu per tu col portiere, viaggia sempre nelle alte sfere ma deve incrementare il bottino restando costante. E’ lì che farà il salto da gigante, trasformandosi da dubbio certezza.
Infatti, proprio per costituzione calcistica grezza, il capitano virtuale della Roma sale in cattedra con merito ma poi scende, esalta la folla che lo inneggia ma poi subito dopo si blocca e non incanta.
Ma chi è davvero Lorenzo?
O, meglio, com’è? Magnifico o Normale? Prolifico o Banale?
Questo ancora non si sa, ma Fonseca comunque si fida di lui per tutte le partite di campionato, vuoi nella mediana a due vuoi anche più avanti a creare problemi con Miky dietro uno Dzeko che non deve rimanere schiacciato.
Il risultato, ovviamente, è scontato, e lui promosso con applauso strameritato.

Veretout (7,5)
Strootman chi?
L’Olandese Volante, pupillo di Garcia e pilastro per varie stagioni di quel centrocampo fisico e vibrante, in confronto a lui sembra una vecchia zia.
Jordan è tecnicamente assoluto, mastino di mediana con licenza di svaligiare palloni agli avversari come gli indiani la diligenza in carovana. E poi in fase offensiva ha fiuto, perchè costruisce, assiste, cuce, tira e segna, o di fino o spaccando in due la porta.
7 gol in campionato su 13 presenze quasi tutte mozzafiato a parte qualche retropassaggio malandato, con oltre 20 occasioni da rete e tanta qualità anche in Europa, dove con destrezza gioca 3 gare ad effetto e timbra un gol giusto per non farsi mancare il nome sul tabellino.
Difficilmente è incappato in una giornata storta, difficilmente lascerà il feudo giallorosso.
Assolutamente promosso, anche perchè calcia i rigori con freddezza e batte i calci d’angolo in modo perfetto.

Villar (7)
Un vero Stanley Kubrick, e quindi impressionante nella sua elegantissima perfezione.
Villar del Fraile è una sorta di cubo di Rubik in cui però tutte le facce hanno il medesimo colore, e quindi sarà semplicissimo per la Roma trovare la soluzione, e nel modo più indolore.
Il ragazzo è sveglio, e ogni volta che viene schierato dà il suo meglio: regista audace ed efficace, dirige in maniera coscienziosa e pulita, e l’effige del suo operato è tutta nel modo in cui fa viaggiare il pallone, e non solo con destinazione il compagno smarcato, ma proprio nella naturalezza di primo impatto con cui esige di dirigere le danze offensive durante l’intera partita.
Ha fatto passi da gigante, guadagnandosi stima e rispetto prima dei tifosi e poi di Fonseca, per il suo essere normale ma allo stesso tempo accattivante, perchè con lui la sfera non verrà mai distribuita alla cieca.
Il risultato? Ben 12 presenze in campionato e 6 in quella che sarebbe dovuta essere la Champions.
Gonzalo promosso a pieni voti: con lui la mediana è veramente fashion!

Milanese (6,5)
Diciott’anni e non dimostrarli, visto il gol europeo e le tre presenze nella medesima competizione.
Spiccioli, si direbbe volgarmente, ma occhio che sulle sue monete c’è scritto 500 e non 50.
Promosso, per il valore e l’efficacia, quest’ultima tanta.

Attaccanti

Dzeko (7)
Dzeko c’è.
Magari non sarà Dio, e non occuperà l’area come fanno con le aule gli studenti in rivolta in un liceo, ma la garanzia della sua attività calcistica dalla mediana in su è netta come lo era l’amore tra Giulietta e Romeo.
Imperioso come il Colosseo, il bosniaco paradisiaco attira su di sè intere difese avversarie come i magneti una calamita: dura la vita per chi ormai ragiona quasi alla Totti, ma che sa proiettarsi in area di rigore con modi e tempi giusti, alla faccia dei detrattori e dei bigotti.
Edin è spietato, ma indubbiamente anche tanto impreciso, a volte quasi impacciato come su qualche colpo di testa iper ravvicinato, deciso però a soddisfare la causa della rete come un povero cristo nel bel mezzo del deserto la propria sete.
11 presenze (941 minuti) e 6 gol in campionato (4 e 1 invece in Europa), senza ricordare nuovamente il traguardo totale raggiunto con la Roma altrimenti l’attuale capitano si distrae, mentre invece deve rimanenere concentrato ed incrementare il bottino mettendo su ogni match un bel punto, magari esclamativo! A fronte delle 30 occasioni avute, le realizzazioni attuali sono infatti pochine, ma se ci si sofferma sulle parole di Spalletti, ovvero che “Dzeko se tira in porta 3 volte deve fare 5 gol”, tutto ha una sua logica anche a distanza di anni, dove il suo esserci o non esserci resta solo uno scialbo gioco di figurine.
Lui domina, e chi ama il calcio, e non solo la Roma, gli darà sempre la propria nomina.
Promosso quindi, perchè, spesso, senza di lui il Lupo non mangerebbe grigliata mista di carne ma rosicchierenbbbe dalla metà campo in su solo un misero e scarno osso.

Mkhitaryan (8,5)
Simply The Best.
Basterebbero queste 3 parole per rendere conto di tutto il suo magnifico operato all’interno di questo spicchio di campionato, fatto di presenze (14), tiri (38), gol (7), assist (6), occasioni da rete (17), e poi ancora tagli, intuizioni, preziosismi, progressioni, funambolici scatti e meravigliose percussioni.
Numeri su numeri, ma anche recuperi su recuperi, insieme a tanti falli subìti, importanti per far riprendere fiato alla squadra nei momenti più sbiaditi. E ancora grinta, carattere, verve autoritaria e tanta tigna: un giocatore unico, mai domo come il contadino sotto al diluvio al lavoro nella propria vigna, a cui il tifoso della Roma è eternamente grato.
Per Fonseca è una pedina inamovibile visto il suo modo di affrontare ogni volta gli avversari e riscuotere le tasse: e chi lo toglierebbe visto i punti che ha portato!
Promosso come migliore della classe.

Pedro (5)
Una bandiera ammainata dopo che meravigliosamente era stata sventolata.
La brezza intorno a lui soffia all’impazzata, perchè la Roma natalizia è sul podio con merito dopo un’avvio non fulmineo ma con una ripresa dolce come la liqurizia, ma nonostante ciò il piccolo Pedrito non riesce a guardare la Luna anzichè il dito, e una volta sceso a rete ha paura di chiudere il punto con una volèè.
Senza gomitolo che lo possa riportare all’uscita, l’ex culè resta intrapoolaoto nel labirinto; non è avulso dal gioco o fuori dagli schemi: sembra proprio finto!
Indeciso ed impreciso, prevedibile e risibile, ha smesso di fare le fiamme giocando in campionato però tutte le partite, una più scialba dell’altra, coronate da soli 3 gol e dominate da errori puerili o figli di una sicurezza oramai perduta.
Adesso sembra un bambino gracilino, mentre prima pareva Van Damme.
Bocciato, come chi si professa sub ma non si è ancora comprato una muta.

Borja Mayoral (6)
Abbiate pazienza, ancora non avete visto niente.
Inserimento per nulla facile quello dell’ex madridista, semplicemente perchè la grande mole di Dzeko, non solo fisica, gli fa ombra, impedendogli di godere del sole della titolarità.
Tutt’altro che gracile, tocco di palla delicato e ciò è una rarità, il ragazzo spagnolo mostra subito segnali incoraggianti, grazie a tagli interessanti e movimenti in aria di rigore intelligenti.
In campionato ha faticato (solo 217 minuti e un gol) mentre in Europa League si è destreggiato se non proprio consacrato (6 presenze e 3 gol) mostrando numeri gustosi e colpi di genio, solitari e a due, che mettono in scena solo gli attaccanti più virtuosi.
Il premio sarebbe vederlo titolare, ma Dzeko per Fonseca è un talismano troppo micidiale per essere chiuso a chiave in un cassetto.
Comunque promosso, questo è il verdetto.

Carles Perez (5,5)
Lo spagnolo classe 98′ è una delle delusioni di questo inizio di stagione, proprio perchè l’anno passato aveva subito mostrato, rispetto alla massa amorfa, segni di distinzione: in questa stagione solo 7 presenze su 14 per un totale di appena 130 minuti, e cioè neanche il minutaggio di una partita e mezza.
Che delusione: è sembrato uno di quei petardi che, esaurita la miccia, fanno PLOF anzichè il botto.
Diamante grezzo come fu un certo Jeremy Menez rimasto sospeso a mezz’aria, non gli si chiede di fare il “nove”, ma va lavorato con finezza per farlo risultare luccicante quantomeno ai limiti dell’area avversaria, con compiti conosciuti e movimenti non improvvisati ma ben risaputi.
Rimandato, di conseguenza, per mancanza di prove.

Allenatore

Fonseca (8)
La (sciocca?) domanda è una: Scusi Mister, la Roma può vincere lo Scudetto?
“Al campo l’ardua sentenza”: nessuna risposta adesso è più sensata di questa, vuoi o no che dal cilindro salti fuori il fatidico coniglio. Testa e cuore sempre, assetto garibaldino e pressing alto: se si vorrà primeggiare, il passaggio al vero credo della perfezione Fonsechiana dovrà essere netto.

P.S: Se si potesse, però, al mister darei un umile consiglio: “Ci provi ad arrivare primo, perchè qui accade il finimondo, mica facciamo una semplice festa”.

Matteo Martini

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  1. Buongiorno e auguri a tutti, Veretout un grande giocatore e in questo momento fondamentale la sua presenza , ma per favore non scrivete sciocchezze su Strootman il giocatore più forte che ha avuto la Roma dopo Emerson e forse De Rossi in quella zona di campo.

    1. Il “rasta di colore” per Smalling potevi evitarlo. A sto punto potevi dire l’ariano biondo per Karsdorp, così facevi bingo.
      Bah..

  2. Caro Matteo cambia mestiere
    Pau Lopez (5,5)
    Mirante (7)
    Boer (sv)
    Bruno Peres (6)
    Karsdorp (6,5)
    Spinazzola (8)
    Calafiori (6)
    Smalling (6,5)
    Ibanez (7)
    Kumbulla (6,5)
    Mancini (6,5)
    Fazio (sv)
    Juan Jesus (sv)
    Cristante (5,5)
    Diawara (5,5)
    Pellegrini (5,5)
    Veretout (7,5)
    Villar (7)
    Milanese (6)
    Dzeko (7)
    Pedro (7)
    Borja Mayoral (6,5)
    Carles Perez (6)
    Fonseca (6,5)

  3. Ma c’è bisogno di scrivere Goalkeeper , che pochi sanno cosa significa , solo per farsi vanto di usare parole inglesi , che fa fico, quando l’equivalente italianissimo PORTIERE . Voti a parte hai abbondato di paragoni : come,come ,come , cervellotici ,e molto infantili.Parla come magni , che è meglio.

  4. Ok Mauro. Purtroppo, certi fenomeni restano sempre schiavi del “romano e romanista, prodotto del vivaio”. Allora.ripjamose Ciciretti e Soleri.

    1. 6,5 a Pellegrini non esiste ha indovinato due partite su 15..così come 5 a Pedro che ha sbagliato le ultime due partite e fatto bene nelle altre…questa o è malafede o incompetenza totale così come il 5,5 a Mirante che ricordo era un secondo portiere

  5. Cioè Pedro che è stato l’uomo d’oro a cui affidare il pallone fino a 2 partite fa adesso è addirittura da bocciare?
    …….ah che sciocca dimenticavo che serve spazio per Pellegrini di cui si omette il fatto che per 3 anni ha fallito come trequartista, poi come centrale, poi come inutile e dannoso battitore di punizioni, osceno dai corner, ridicolo incontrista e tanto altro in negativo fino a zittire “noi tifosi falliti” come ciliegina.
    Lo scorso anno le uniche 10 partite di livello la Roma le ha giocate con diawara/cristante in mediana e Pastore rifinitore/risorto….. poi a parte i problemi del Flaco tutto è crollato per inserire a forza questo presuntuosetto sterile. Il risultato è che abbiamo perso la crescita di Diawara e relegato cristante a tappabuchi per avere in cambio la velleità allo stato puro.
    Trovo ingiusto accanirsi su Juan Jesus di cui si specifica il suo utilizzo “solo” in coppa nella quale la Roma trova però per la prima volta nella sua storia la qualificazione con 2 turni di anticipo perdendo solamente l’ultimo inutile match. Giocate voi ogni morte di papa con sempre i primavera e panchinari intorno. Non voglio difenderlo di certo ma Ibanez mi è sembrato spesso peggio di gran lunga.

  6. Zaniolo 3: in una stagione con 2 gravi infortuni e la testa da dedicare ad un serio recupero lui trova il tempo per fidanzarsi, poi tradirla, poi riprenderla e metterla incinta, farla abortire per poi rimetterla incinta e lasciarla, mettersi con una arrampicatrice di 12 anni più grande separata e con una figlia e appena mollata dal figlio dell’uomo più ricco d’Italia e da tanti altri prima di lui. Il suo futuro in campo? Due ginocchia andate e tre allenatori che (parole sue) lo hanno punito per mancato rispetto delle regole e per scarso impegno in campo e fuori, poco amato dai compagni di club e nazionale per ovvi motivi. Pensate che dopo due infortuni del genere tornerà in campo per rincorrere gli avversari e cercare il contrasto “stronca carriera”? Proiettato a guadagnare tanto più con il gossip che con il cartellino (Ronaldo prende 30 milioni dalla Juve e 70 tra sponsor e Instagram per capirci). Piedi d’oro e testa di cartone, allontanato con gioia da tutti i club fin da piccolo. Unico ruolo che vedo per lui è finto nove alla dzeko prima maniera, li puoi evitare i grandi Sco tri di fascia e centrocampo e rimanere fermo in attacco per incidere con le qualità indubbie di ottimo goleador….. per il resto nutro grossi dubbi.
    Per me da vendere subito a meno che i Friedkin non siano più tosti di quel che penso e lo raddrizzino per il meglio…..

  7. Pellegrini promosso?…non so veramente da quali prestazioni venga questo giudizio. A mio avviso, e non solo, è uno dei giocatori più sopravvalutati di questa rosa: forse l’essere romano aiuta molto nei giudizi; una sua cessione sarebbe l’ideale per dar spazio definitivamente ad un vero giocatore come Villar…e poi che la smettesse di volere tirare le punizioni che tanto”num ce coje mai”

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