Il ‘Patto di Stabilità’ di Monchi

Redazione RN
30/07/2017 - 11:30

Il ‘Patto di Stabilità’ di Monchi

IL PATTO DI STABILITÀ DI MONCHI – L’operato del direttore sportivo spagnolo è stato criticato da più parti per aver ceduto alcuni top player in rosa ma, analizzando il suo lavoro è possibile individuare le ragioni di queste sue mosse sul mercato facendo un paragone tra il ‘Patto di Stabilità’ dell’Unione Europea ed il FairPlay Finanziario dell’UEFA. Il patto europeo ha come obiettivo quello di evitare deficit eccessivi da parte dei Paesi membri e che questi ricorrano frequentemente all’indebitamento, favorendo – in campo economico – il lavoro degli ‘stabilizzatori automatici’. Nel calcio il suddetto patto prende il nome del Financial FairPlay (FFP) volto ad eliminare le disparità tra i club ponendosi come obiettivi quello della disciplina, la riduzione dei salari e dei trasferimenti, l’autofinanziamento, gli investimenti a lungo termine sul settore giovanile e le infrastrutture, il pagamento dei debiti in essere e la sostenibilità. Per quanto concerne gli ‘stabilizzatori automatici’ ma soprattutto eventuali azioni di politica discrezionale, occorre che i bilanci dei Paesi membri siano in sostanziale pareggio per poter permettere ai soggetti chiamati in causa di poter intraprendere le giuste manovre.

IL LAVORO DEL DS – Facendo un’analogia tra il FFP ed il ‘Patto di Stabilità’ è facilmente intuibile il grande lavoro che sta facendo il direttore sportivo giallorosso in relazione ai vincoli imposti dal FairPlay finanziario ed il bilancio attuale della società romanista. Ciò che ha fatto Monchi, criticato per aver detto la frase “la Roma non è un supermarket”, è stato proprio crearsi lo spazio necessario per garantirsi la possibilità di poter orchestrare al meglio le manovre di calciomercato. È in questo senso che vanno lette le cessioni di Salah, Paredes e Rüdiger, anche se i tifosi capitolini non saranno d’accordo. Queste tre cessioni hanno consentito allo spagnolo non solo di mettersi in linea con il bilancio in scadenza il 30 giugno comprendente i riscatti per 29.7 milioni di Fazio, Peres, Jesus, Mario Rui – da non dimenticare che la Roma ha sempre partecipato alle competizioni europee negli ultimi anni e quindi è soggetta, a differenza del Milan, al rispetto dei parametri UEFA – ma, sfruttando anche l’incasso derivante dalla partecipazione alla Champions League – che andrà nel bilancio 2018 – anche per il prossimo anno.

ENTRATE E USCITE – Questo calciomercato ha visto salutare la capitale oltre ai già citati Salah, Paredes e Rüdiger anche a Frattesi, Marchizza e Mario Rui per un totale di 111.25 milioni ai quali si sommano i 5.5 del riscatto obbligatorio del terzino portoghese da parte del Napoli. Per chi va c’è chi viene, e non sono pochi: Moreno, Karsdorp, Pellegrini, Gonalons, Under, Kolarov e Defrel per un conto complessivo di 58.1 milioni con il francese costato solo 5 milioni in questa sessione e interamente ammortizzato dalla doppia cessione al Sassuolo di Frattesi e Marchizza. Discorso bonus: i giallorossi ne dovranno versare 9.6 milioni per i nuovi arrivati al cospetto dei 13 che potrà incassare dai partenti. Anche qui i conti tornano. Restano nelle disponibilità di Monchi 23.45 milioni, cifra che può lievitare sommandovi le cessioni dei diversi esuberi che rispondo ai nomi di Iturbe (richiesto in Germania), Castan (Brasile), Sadiq (Crotone), Gyomber, Skorupski e contando i riscatti di Doumbia (4.5) e Zukanovic (1.2) nella prossima stagione al verificarsi di determinate situazioni sportive.

MANOLAS E MAHREZ – Ad oggi la squadra di Di Francesco risulta essere molto più completa nei diversi reparti rispetto ad un anno fa con l’unico tassello numericamente mancante sull’esterno offensivo destro di piede mancino che corrisponde al nome di Mahrez. Riuscendo a trovare una sistemazione ai diversi esuberi la Roma non avrebbe problemi ad acquistare l’algerino ma occorre tenere d’occhio la situazione Manolas con il greco che è stato in procinto di diventare un nuovo giocatore dello Zenit prima del dietrofront inaspettato, ancora in attesa del rinnovo e apparso piuttosto svogliato in campo nell’amichevole contro il Tottenham. Se l’ex Olympiakos lasciasse la capitale allora Monchi sarebbe costretto a prendere uno o forse anche due difensori. In attesa di scoprire le prossime mosse del direttore sportivo giallorosso emerge un’unica certezza, ossia il grande lavoro che lo spagnolo sta compiendo, garantendo a Di Francesco una rosa completa in tutti i reparti, con i ‘doppioni’ richiesti e all’altezza dei numerosi impegni tra campionato e coppe e nel rispetto del ‘Patto di Stabilità’ dell’UEFA.

Giacomo Carrieri

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  1. Qui mi sembra che ci sia in atto un’esaltazione di questo Monchi che non corrisponde allo stato dei fatti. Ha venduto Czszesny, un ottimo portiere salva risultati, ad una diretta concorrente. Ha venduto un top player come Salah e lo si vuole rimpiazzare con un tale di nome Mahrez che è soltanto una scommessa. Ha sbrindellato la difesa e non si sa quanto di questo sia contento Di Francesco. A proposito del quale non si sente la minima voce che dica: Di Francesco? Speriamo bene perchè non ha nessuna esperienza in una grande capitale e con una grande squadra. Incrociamo le dita.

    1. “Scesny” non è stato VENDUTO perché era in prestito, e per ciò che concerne gli altri calciatori venduti, non mi sembra abbiano fatto sfracelli… salvo solo Salah che però contro difese chiuse è sempre risultato ininfluente. Sono straconvinto che prima di sentenziare sull’operato di Monchi, bisognerebbe capirne molto di calco… e non mi sembra il tuo caso!

  2. Ho pensato la stessa cosa.
    Con parole semplici e chiare analizza il mercato della Roma dal punto di vista finanziario e rende facilmente comprensibili concetti che, anche se ampiamente trattati e abusati, restano di difficili ai più.
    Complimenti!

  3. Solo una precisazione. Czszesny non è stato venduto da Monchi. È rientrato all’Arsenal dopo un prestito e l’Arsenal – non Monchi – hanno scelto la Juve a cui anche per buon senso la Roma non lo avrebbe certamente ceduto direttamente. Non solleviamo il caso Pjanic perché non sta in piedi: la Juve non ha trattato si è presentata coi soldi della clausola rescissoria e se c’è quella poi il giocatore va dove vuole. Pjanic è andato alla Juve perché voleva andarci come del resto Czszesny.
    Monchi sta facendo bene e il resoconto è più che sensato. Funzionerà questa squadra? Di Francesco farà bene? Questo adesso non lo sappiamo ma fin’ora ha sempre fatto bene. Aspettiamo e vediamo.
    Un ultima cosa: la Roma sta rispettando il Fair Play finanziario della UEFA una cosa che era comunque obbligata a rispettare anche se fosse stata degli sceicchi. Il passato con Sensi ha lasciato anche questa eredità

  4. guarda che nelle sanzioni previste dal fair play finanziario ci siamo finiti dopo i primi due anni di spese pazze e inconcludenti della gestione americana, sensi non c’entra nulla

  5. Caro Giovanni e caro giov2008 una cosa solamente: se dopo questo articolo che finalmente chiarisce per filo e per segno il perché di questo mercato voi ancora non capite non mi resta veramente che credere che siate in malafede a prescindere… Czszesny era in prestito e non potevamo noi venderlo, il FPF è una cosa, la situazione delle famiglia di scienziati Sensi (che si permettono ancora di parlare) è un’altra. Cercate di fare ordine nel vostro cervello, accendetelo e utilizzatelo ragionando per i fatti vs, non vi fate influenzare da tutto ciò’ che ruota intorno.
    Poi da qui a dire che avremo fatto buoni o cattivi acquisti è ancora un’altra storia…
    Ma veramente, finitela col tirare fuori minxxiate, purtroppo ormai bisogna far quadrare i conti, non esiste e non esisterà più’ un presidente che caccia fuori i soldi (come dite voi) semplicemente perché non può!! Ne può’ cacciare al massimo per pareggiare il fatturato della squadra. Il fatturato è fatto dalle cessioni, dagli sponsor, dai biglietti venduti dai diritti TV e dallo Stadio… Lo volete capire che Pallotta spinge per lo stadio perché almeno con quello potrà cacciare i soldi? Ma veramente pensate che un miliardario del genere costruisca lo stadio per interessi propri? Ma in america (che non è l’Italia) per fare i soldi ci sono miliardi di possibilità e chi ha le paxxe ( e lui le ha) ne può’ fare a valanga. Se poi non vi va bene tenetevi i Sensi e tutto il carrozzone intorno… Ma basta sparare mincxxate se non siete informati…

    1. @Simone,qualcosa per amor di verita’,il portiere Polacco non era nostro è vero ma potevamo tentare di acquistarlo se avessimo voluto,non abbiamo fatto nessun tentativo.Non trovo giusto fare paragoni,ma una cosa è Rossella Sensi ed una il padre,il quale si è rovinato per vincere uno scudetto con la Roma,è vero Pallotta subisce il fpf ma non mi venire a dire che Pallotta non vuole costruire lo stadio per interessi propri,e per gli interessi di chi allora,ha comprato la Roma per fare lo stadio e leggittimamente guadagnarci,chi crede il contrario è un illuso.Pallotta è un imprenditore che investe e quindi vuole guadagnarci legittimamente,non sa neanche se il pallone è ovale o rotondo,chi pensa che sia un Mecenate,allora si che deve mettere ordine nel cervello,per quanto riguarda le minchiate,mi sembra che nessuno ne sia esente,me e te compresi,non vedo geni in giro o forse pensi che tu sia l’unico depositario della verita’

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