OSVALDO: “Sono sereno, il resto sono chiacchiere. Vestire questa maglia è un onore”

17/05/2013 - 18:55

NOTIZIE AS ROMA – Questo pomeriggio alle ore 18,30 l’attaccante giallorosso Pablo Daniel Osvaldo è stato protagonista di un’intervista esclusiva ai microfoni di Roma Channel. Ecco le sue dichiarazioni:

Momento positivo…
“Per me e per la squadra, abbiamo trovato un buon livello di gioco e sia a livello personale che di squadra, pur con qualche risultato non positivo, stiamo abbastanza bene”.

Cosa è successo nel periodo negativo?
“C’è stato un periodo nel quale mi si era un po’ chiusa la porta, non riuscivo a far gol anche se ritengo di aver fatto prestazioni importanti. Chiaro che non arrivando il gol, il tifoso non si mette ad analizzare la partita. E’ vero anche che ci sono partite dove non tocchi la palla e segni e sembra che hai fatto una grande partita. Sono successe cose che mi sono dispiaciute, ormai è passato. Sono sereno, so quello che faccio, so che sono un professionista e che do sempre tutto in campo e questo mi fa stare sereno, il resto sono chiacchiere”.

La tua più bella partita è stata quella con la Juventus, quando non hai segnato…
“Ho finito quella partita contentissimo, anche a livello di gruppo. E’ normale che se la squadra fa bene sei più disposto a far bene. Quella partita è stata perfetta, anche io mi sentivo in sintonia con la squadra. Per tutti penso sia stata una partita che ci è servita per andare su quella strada, poi non è mai facile ripetere sempre le stesse prestazioni. Penso che a livello personale e anche come squadra quella sia stata una partita perfetta”.

Le tue sensazioni dopo il gol a Firenze?
“Sono un po’ particolare, lì mi è venuto di esultare in quel modo dopo il gol al 92′. C’erano tantissimi tifosi, ho voluto correre lì a festeggiare, poi deve scattare qualcosa di particolare perché io faccia una corsa sotto la curva. Se mi devo guadagnare l’affetto della gente lo faccio sul campo, non bacio la maglia e non faccio cose per cui accade questo. Non mi è mai piaciuto, poi magari chi sta in tribuna non lo capisce. Sono l’opposto di quel che si pensa, non mi piace essere ruffiano e prendere in giro la gente, da bambino non ero tifoso della Roma, se faccio gesti simili prendo in giro la gente. Ci deve essere qualcosa di particolare nel gol o nel momento per far sì che succeda quello che è successo a Firenze. I tifosi della Fiorentina mi hanno applaudito, se me lo avessi chiesto prima della partita avrei detto che sarei stato più composto, ma dopo un gol del genere è impossibile, dopo aver vinto una partita in cui avevamo sofferto”.

Hai segnato diversi gol di grande spessore. Percepisci di essere molto bravo tecnicamente?
“Mi fa piacere quando lo dicono, anche le parole di Francesco dopo la partita di Firenze mi hanno fatto emozionare, mi hanno fatto piacere. Sono un giocatore normale, cerco di dare il massimo, se me lo dicono gli altri… la gente mi dimostra anche affetto, c’è stato un periodo un po’ così, ma quando vado in giro per Roma la gente mi dimostra tanto affetto”.

Il gol col Catania?
“Bellissimo, soprattutto per quello dell’anno prima che mi era stato annullato. L’ho rifatto simile, penso sia un gol molto bello e sono contento di averlo segnato con la maglia della Roma”.

La tripletta col Siena e il pallone portato a casa?
“Mi hanno detto che dovevo portarmi via il pallone e l’ho fatto. Era la mia prima tripletta, mi è piaciuto che i miei compagni sembravano più contenti di me, è una soddisfazione unica vedere i compagni che sono felici per me, anche per il momento particolare. E’ stato bellissimo”.

Perché esce un Osvaldo diverso da quello sorridente del campo?
“Magari sto antipatico a qualcuno. L’importante è che le persone che mi conoscono e che mi frequentano sappiano quello che sono io, il resto sono chiacchiere che non mi toccano. So quello che sono e quello che faccio”.

Ti piace molto la chitarra. Ti è mai capitato di esibirti dal vivo?
“No, ancora no. Non sono pronto. Mi vergognerei troppo, non suono neanche davanti alla mia ragazza. Mi sembrerebbe poco serio, devo pensare al calcio. La chitarra la suono con la famiglia, mi vergogno troppo, non so se ce la farei”.

Come stai vivendo questa città?
“Penso che Roma sia una delle città più belle del mondo, è affascinante la gente particolare, il mangiare, è una città che ti dà tanto a livello umano, molto simile a quelle sudamericane, la gente è simpatica. Penso sia unica, è normale sentirsi attratti”.

Cosa significa vestire la maglia numero 9 della Roma?
“Non è facile, ma è bellissimo. Penso che chiunque faccia quel ruolo si sentirebbe onorato di indossarla. Per me è un onore. All’inizio ero anche un po’ teso, ora grazie a questo ambiente mi sento più a casa e più tranquillo, entrare all’Olimpico è un’emozione particolare. Poi ci sono quelle partite che mettono i brividi”.

Il calcio che posizione occupa nella tua vita?
“Non so quale numero, ma una parte molto importante. Per me il calcio è la mia passione, oltre che il mio lavoro. All’inizio stavo tutto il giorno a vedere calcio, ora ho trovato altri interessi e altre passioni che aiutano anche a staccare un po’, penso che non faccia bene fare tutto il giorno la stessa cosa. Penso di aver trovato un giusto equilibrio che mi fa stare tranquillo fuori e che mi fa stare al 100% quando devo pensare al mio lavoro”.

Come vivi il fatto che la Roma non riesca sempre ad esprimersi al massimo?
“Ci vuole tanto lavoro, ci vuole pazienza, che nel calcio non c’è, soprattutto in Italia. Abbiamo cambiato tanti giocatori, ogni volta è come ricominciare da zero. Anche se secondo me potevamo fare molto meglio, sicuramente c’è rammarico. Ci sono state partite che dovevamo vincere facilmente che ci sono sembrate impossibili da vincere. Prendendoci uno a uno siamo una squadra fortissima, mi auguro di iniziare da zero un’altra ma con tanti di questi giocatori, per poter fare qualcosa di molto bello”.

Chi ti ha impressionato quest’anno?
“Lamela è un giocatore fantastico, cresciuto tantissimo. Pjanic lo conosciamo, Marquinhos mi ha impressionato, ha fatto 19 anni e sembra che abbia 300 partite in Serie A. E’ fortissimo, non so come faccia”.

Roma-Napoli?
“La mente ti tradisce e cerca di scappare alla partita successiva, ma per arrivare bene a quella partita devi far bene col Napoli. Per storia è una grande partita per la gente. Va presa come una finale, è giusto per la gente e per la partita che abbiamo dopo, cui dobbiamo arrivare in buone condizioni”.

Quali sono i tuoi obiettivi con la Nazionale?
“Mi auguro di far molto bene con la Roma per poter continuare ad indossare la maglia della Nazionale. Ogni volta che ci vado mi sembra un sogno, gli amici mi chiamano e non ci credono, anni fa giocavamo a calcetto nel nostro paese e ora mi vedono con la Nazionale. Spero di poter esserci in tutte le convocazioni e in tutti i tornei, vorrei esserci sempre”.

La doppietta in Bulgaria?
“Bellissimo, è un sogno già essere lì e ogni volta che riesci a far gol è una sensazione inspiegabile”.

La finale di Coppa Italia?
“Non amo parlare quando ci sono queste partite. Per il momento sto tranquillo, la settimana prossima un po’ meno. Speriamo bene”.

 

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