News della giornata. Coronavirus, dati in diminuzione rispetto a ieri. Stop definitivo alla Serie A? Koulibaly avvicina Smalling alla Roma

Redazione RN
23/03/2020 - 22:45

News della giornata. Coronavirus, dati in diminuzione rispetto a ieri. Stop definitivo alla Serie A? Koulibaly avvicina Smalling alla Roma

NEWS DELLA GIORNATA – Tutte le news della giornata giallorossa raccolte per voi in un articolo: buona lettura!

L’emergenza Coronavirus

La Protezione Civile ha diramato i dati odierni sul Coronavirus. Dati in diminuzione per il 2° giorno consecutivo. Sono infatti 408 I guariti nella giornata di oggi, il numero totale è di 7423. Le persone positive sono state 3780 per un totale di 50.418. Di queste 26522 sono in isolamento domiciliare senza sintomi, 3204 in terapia intensiva, il resto in ospedale. Il numero dei decessi di oggi è pari a 602. Intanto l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha lanciato l’allarme: i casi di persone affette da coronavirus hanno ormai superato quota 300.000. “La pandemia sta accelerando”, le parole di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Organizzazione.

Serie A definitivamente finita?

La Serie A è ormai quasi a un mese di stop, e i diversi contagi nelle squadre della massima categoria italiana potrebbero portare alla chiusura anticipata del campionato. La stagione potrebbe essere definitivamente terminata, convinzione diffusa anche sulla sponda giallorossa del Tevere. Come riporta il Corriere dello Sport, in ballo c’è la salute degli atleti. In queste giornate così lente e identiche, i calciatori della Roma si danno man forte l’uno con l’altro, stando particolarmente vicino a chi è nella Capitale senza la famiglia. Si danno consigli sui film, commentano le serie tv: “altrimenti si va fuori di testa”, conferma Kluivert. Non resta che aspettare che tutto passi, per conoscere il futuro della Serie A e non solo.

L’intervista al preparatore atletico Buttè sul recupero di Zaniolo

Andrea Buttè, preparatore atletico e attuale collaboratore di società importanti come Atalanta, Novara e Pro Vercelli, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Romanews.eu. La nostra redazione lo ha contattato per parlare della possibile incidenza dell’emergenza Coronavirus sul recupero di Nicolò Zaniolo dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Ecco le sue parole.

Signor Buttè, pensa che la quarantena forzata possa rallentare il recupero di Zaniolo dalla rottura del legamento crociato?

“Bisogna premettere che ormai in 5 mesi di solito riesci a tornare normalmente in gruppo. Quindi adesso Zaniolo sarà nella fase del rinforzo muscolare. Si tratta dell’ultimo step prima del ritorno graduale in campo. E’ una fase molto importante e delicata, perché serve per rafforzare la muscolatura e tutto ciò che c’è intorno all’articolazione. Io credo che gli abbiano dato degli esercizi in sicurezza, cioè quelli più semplici da eseguire. Il rischio con esercizi più complessi sarebbe quello di sbagliare il gesto, non essendo seguito da un fisioterapista sul posto. La presenza di un preparatore al seguito è fondamentale per correggere l’atleta, ma anche per motivarlo psicologicamente. Il giocatore si sente inevitabilmente più tranquillo e propenso ad aumentare i carichi nel momento giusto. Sia chiaro, parliamo di dettagli, anche perché comunque lo stallo permette di non affrettare i tempi. Il ritardo perciò dovrebbe essere al massimo di qualche settimana, anche perché la video assistenza dello staff tecnico aiuta certamente a contenere il problema. Dipenderà molto pure dalla maturità e dall’applicazione del ragazzo”.

Quando invece si dovrà passare alla fase successiva, crede che sarà possibile eventualmente riprodurre a casa il lavoro di campo?

“Secondo me quello che fai sul campo non lo puoi simulare con nessun tipo di macchina. Il calcio è uno sport molto particolare a livello atletico. Difficilmente ci sono due movimenti consecutivi uguali. Cambi di direzione, scatti improvvisi, salti… Sono tutti gesti atletici irriproducibili fuori dal rettangolo verde di gioco. Certo, i tapis roulant moderni riescono ad avvicinarsi molto, simulando quel tipo di movimento, ma non saranno mai identici a quelli reali. Le condizioni del campo in fondo sono spesso imprevedibili e molto diverse tra loro. Le macchine non possono arrivare a tanto. Quindi c’è bisogno per forza dell’allenamento in campo, anche per permettere al calciatore di provare tutti i movimenti e capire se ha ancora paura o no. Tra l’altro l’infortunio di Zaniolo è anche più delicato in tal senso, perché riguarda la gamba d’appoggio. Per questo servirà comunque aspettare il ritorno effettivo a Trigoria per avere un recupero completo”.

Quindi quanto pensa che ci vorrà per riatletizzare i calciatori dopo la fine di questo stop forzato?

“Questo sarà un bel problema, perché sarà necessario rifare la preparazione quasi da capo. Gli esercizi a casa dati ai giocatori aiutano a non perdere completamente la condizione, ma non bastano. Occorrerà qualche settimana per tornare al top. La cosa strana è che tutto questo lavoro servirà poi solo per un paio di mesi. Anche noi addetti ai lavori ci stiamo ancora interrogando su tale aspetto. Da un lato non puoi trattare questa riatletizzazione come una preparazione estiva vera e propria, perché non hai una stagione intera davanti. Dall’altro però non si tratta nemmeno di un semplice richiamo invernale, vista la lunghezza dello stop. Parliamo di un fenomeno nuovo, per cui non ci può essere una risposta univoca. Sarà interessante vedere come si adegueranno i vari preparatori a questa situazione. Di sicuro all’inizio vedremo delle partite un po’ più lente, come in precampionato. Poi però la differenza la faranno le modalità di preparazione scelte dalle rispettive squadre. Se ci dovessero essere i playoff invece ci sarebbe la necessità di essere subito brillanti, perché altrimenti rischi di uscire dalla competizione. Lì le cose potrebbero complicarsi ulteriormente, perché comunque rimane fondamentale evitare possibili infortuni”.

La nostra intervista a Francesca Gargiulo, psicologa dello sport, sui possibili effetti della quarantena sulla condizione mentale dei calciatori

La redazione di Romanews.eu ha contattato Francesca Gargiulo, Psicologa dello Sport e collaboratrice di Figc Lombardia e FFL Lugano 1976, per un parere sulla difficile quanto inusuale condizione di quarantena forzata dei calciatori e soprattutto sulle possibili conseguenze che può avere su di essi a livello mentale. Ecco alcune delle sue parole.

Come si affronta a livello psicologico una situazione di stop forzato dettata da un’emergenza così?
“Sicuramente per tutti gli sportivi di alto livello, le cui giornate si dividono tra il campo all’aria aperta con i propri compagni di squadra e la palestra, questo stop forzato ha portato grande frustrazione, tristezza e paura, oltre che per la propria salute e quella dei propri familiari, anche quella di perdere la condizione fisica raggiunta in un momento della stagione in cui generalmente si è al meglio della forma, non sapendo bene quando questa situazione si risolverà. Queste sono tutte reazioni comprensibili che possono essere trasformate in opportunità per migliorarsi.
Quindi, dopo un primo momento di disorientamento, gli atleti hanno realizzato ben presto di non essere soli. Grazie al supporto e al monitoraggio costante da parte degli staff tecnici, che si sono mossi fornendo loro programmi di allenamento che possono essere svolti individualmente a casa, il confronto e il dialogo continuano quotidianamente, anche se virtualmente. Più gli sportivi sono di alto livello, più sono consapevoli delle proprie aree di possibile miglioramento sulle quali lavorare. Partendo da qui, lo staff può costruire insieme ai suoi atleti una pianificazione degli obiettivi a breve termine, dando ai giocatori la possibilità di allenare tutti quegli aspetti sui quali si sentono più carenti. In questo modo, attraverso la co-costruzione di un programma di lavoro, la motivazione di questi ultimi resta alta, essendo coinvolti in prima persona sono infatti veri e propri attori protagonisti e non destinatari passivi. Questo può essere fatto con tutti i propri giocatori, al di dà dell’età e del livello.
In questi frangenti di stop forzato parallelamente agli aspetti atletici e tecnici, il tempo per allenare gli aspetti mentali non manca. Anzi, questo momento di transizione ci permette di passare dalla modalità frenetica delle nostre vite, a quella più “slow”, in cui possiamo riflettere su noi stessi, ridefinire i nostri obiettivi non solo sportivi ma di vita e dedicarci di più alla famiglia e a tutte quelle attività per le quali prima non avevamo o non trovavamo il tempo, riscoprendo anche nuovi hobby. Personalmente, alla squadra che seguo come Psicologa dello Sport, ho consigliato di dedicarsi alla mindfulness: la “prospettiva della consapevolezza” permette infatti di entrare in relazione con ciò che causa disagio e sofferenza, spesso situazioni inevitabili, come quella che chi più, chi meno, sta vivendo ora. Questa pratica consente di imparare ad autoregolare la propria attenzione, a non reagire in modo automatico agli stimoli, ma a diventare sempre più consapevoli e riflessivi su ciò che accade qui ed ora, in modo non giudicante. Così facendo si riusciranno a trovare modalità più efficaci per gestire i propri contenuti mentali, e non essere in balia dei propri pensieri. Questo approccio è largamente utilizzato dagli sportivi di alto livello. Gli studi ci dicono che bastano 10 minuti al giorno, svolti con costanza, per migliorare la gestione dello stress e dell’ansia, sviluppare l’empatia e favorire lo sviluppo della capacità della memoria di lavoro e delle funzioni esecutive, tutti aspetti fondamentali per gli atleti. Inoltre ho proposto alle giocatrici una serie di attività di Sport Vision con e senza la palla per migliorare le abilità visive e alcuni aspetti cognitivi propri del calcio”.

Calciomercato: Smalling può restare a Roma, ecco perchè

La Roma ha acquistato a titolo temporaneo Chris Smalling nella sessione estiva del calciomercato. Ora, dopo le prestazioni di altissimo livello, per Gianluca Petrachi il difensore è diventato una priorità. Ma la velocità con cui è stata portata a termine la trattativa per il suo passaggio alla Capitale non ha potuto far inserire al ds giallorosso alcun diritto di riscatto, il che rende l’acquisto definitivo del calciatore un bel grattacapo per l’ex Torino. Il Manchester United, viste le prestazioni di Smalling, spara alto, anche perché l’inglese potrebbe far comodo ai Red Devils nella prossima stagione. Ma come riporta il Daily Mirror, si accende un barlume di speranza per la Roma; il club della Premier League avrebbe puntato in questi giorni gli occhi su Koulibaly, ormai con le valigie in mano. In tal caso, se Solskjaer dovesse puntare a tutti gli effetti sul senegalese, il Manchester United mollerebbe la presa su Smalling e abbasserebbe le richieste del club.

Senti chi parla…alle radio

In un momento delicato in cui il calcio passa in secondo piano, inevitabilmente l’argomento più discusso sulle frequenze radio giallorosse è l’emergenza Coronavirus sia in generale sia per quanto riguarda gli effetti futuri che può recare al calcio italiano e non. In questo senso, ecco il parere di Daniele Lo Monaco a Tele Radio Stereo: “Ormai sta diventando sempre più chiaro che sarà impossibile tornare a giocare per questa stagione. Basta vedere quello che è successo in Cina. Stavano per ripartire, ma hanno trovato Fellaini positivo al Coronavirus e hanno bloccato tutto di nuovo. Come si può anche solo immaginare di ricominciare con queste premesse? Sarebbe troppo facile poi pensar male. Lo spostamento dell’Olimpiade sarebbe un dramma sportivo per tantissimi atleti. Al momento però è davvero complicato non rinviarle. Vedrei bene Malagò come futuro dirigente della Roma di Friedkin”. Questo invece il pensiero di Ilario Di Giovambattista a Radio Radio Mattino: “Chiedo attenzione. C’è gente che ha dovuto rinunciare a esami medici e a cure importanti perchè non ti rispondono più. Mentre ogni giorno stiamo tutti a sentire il bollettino, quanta gente c’è in difficoltà pur non avendo il Coronavirus. Ora chi è malato di altre cose, state tranquilli e aspettate la morte a casa. In un momento come questo si vede che la nostra sanità barcolla e va ricostruita completamente. La salute non fa distinzioni”.

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