Monchi incontra Condò: “Florenzi è il prossimo rinnovo. Paredes via? A volte devi fare ciò che dice la società” (FOTO e VIDEO)

Redazione RN
08/12/2017 - 14:00

Monchi incontra Condò: “Florenzi è il prossimo rinnovo. Paredes via? A volte devi fare ciò che dice la società” (FOTO e VIDEO)

PRESENTAZIONE LIBRO MONCHI – Oggi dalle 11.15 alle 12.15 presso il Roma Convention Center (Sala Nuvola) in viale Asia 40 è andata in scena la presentazione del libro “Monchi. I segreti del Re Mida del calcio mondiale” scritto da Daniel Pinilla, con introduzione di Francesco Totti. Il giornalista è stato a stretto contatto con il ds giallorosso e nel suo libro cerca di svelare i segreti del sistema di lavoro che hanno trasformato Monchi in un referente globale, motivo di studio da parte di altri club e perfino di atenei. Per l’occasione Paolo Condò, unico giornalista italiano a votare per il Pallone d’Oro, ha intervistato il direttore sportivo toccando molti temi tra cui il metodo di lavoro, la cessione di Paredes, il futuro di Florenzi ed il rapporto con Francesco Totti.

Dalla Sala Nuvola:
Mattia Emili

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LA CRONACA DELLA PRESENTAZIONE:

Ore 12.47 – Il direttore sportivo spagnolo si concede per autografi e dediche ai presenti, sorridente e cordiale con tutti.

Ore 12.35 – Il ds a fine intervista, firma il libro a Paolo Condò.

Ore 11.45 – Inizia l’intervista di Paolo Condò a Monchi:

Ho sentito parlare di Monchi nel 2010 per la prima volta, contro il Barcellona. Quando mi sono interessato del Siviglia, mi hanno detto che il segreto era proprio lui. Mi sono chiesto come fosse possibile. Diccelo tu:
“Mi ricordo una vittoria a Barcellona, è stato molto bello, per loro ha segnato Ibrahimovic. E’ stata una bella storia ed è il miglior modo per iniziare questa intervista. Era il grande Barcellona, è stata una grande soddisfazione”.

La struttura di lavoro del Real Madrid è diversa. Raccontaci il metodo Monchi:
“Ha un’organizzazione diversa, però non posso dire non sia vincente. Ho giocato come portiere nel Siviglia, poi mi è stato chiesto di prendere in mano la situazione: ho detto sì nonostante la situazione difficile ed è andata bene. In quel momento eravamo in Serie B, siamo risaliti con il lavoro. Il mio metodo non è difficile da capire. La prima cosa è il lavoro: è l’unica strada per arrivare al successo. L’altra cosa importante è il rapporto diretto con tutto il gruppo. Questa è la mia forza. Sono sicuro che molti siano migliori di me, ma forse io qui sono stato più bravo. Il ds deve adeguarsi alla squadra ed abbassarsi al livello di tutto il gruppo, anche del fisioterapista, è questo il segreto”.

Come sei riuscito a mantenere la freddezza in momenti delicati?
“Non è facile, ci sono momenti difficili. E’ complicato a volte restare tranquilli, ma io l’ho saputo fare. Il successo arriva, ma se vuoi continuare l’unica strada è il lavoro, non ci sono alternative. Dopo aver vinto la prima Europa League, abbiamo parlato con il presidente del Siviglia. Gli ho detto che avevamo un problema perché dovevamo confermarci e quindi lavorare di più. Mi ha preso per pazzo”.

Dani Alves, raccontaci un po’ di lui e del suo ruolo da regista:
“Era difficile trovare spazio in quella squadra, ma c’erano due centrocampisti muscolari. Lui era l’uomo adatto per fare gioco e dare qualità alla nostro gruppo, specialmente in mezzo al campo. Vi racconto il suo acquisto: aveva giocato una partita con il Brasile, contro il Paraguay. Il mio osservatore ha raccolto materiale video, me lo ha mandato e non ci ho pensato un secondo. Per me è uno degli acquisti più importanti, è il simbolo di come mi piace lavorare”.

Ancora sulla strategia di lavoro:
“Per me è stato sempre importante guardare i giocatori dal vivo, per questo mi servivano molti osservatori. E’ fondamentale osservare i giocatori, a Roma ho portato questo metodo, anche se si lavorava molto bene già da prima: complimenti a Walter (Sabatini, ndr). Qui sto cercando di portare i miei sistemi di lavoro, ci sto riuscendo e ne sono contento”.

Van Persie è l’acquisto che avresti voluto fare e su cui hai più rammarico?
“Avevamo convinto lui ed il Feyenoord, proprietario del cartellino. Avevamo fissato un appuntamento alle 20.30, per portarlo al Siviglia. Non si è presentato. Poi abbiamo scoperto che Wenger lo aveva chiamato e si era convinto di andare all’Arsenal, declinando la proposta del Siviglia”.

Non ho capito la cessione di la cessione di Paredes, che mi sembrava in grande crescita…
“Sono d’accordo, era in crescita. Qualche volta il direttore sportivo deve fare ciò di cui ha bisogno la società: non sempre posso prendere la decisione che mi piacerebbe. Bisogna poi sempre valutare tante cose: Leo voleva giocare sempre e qui c’era molta concorrenza e dopo aver parlato con il mister abbiamo deciso di effettuare questa cessione”.

Un direttore sportivo come si relaziona con un club in cui ci sono figure forti come Totti o De Rossi?
“Quando sono arrivato qui, avevo un obiettivo: capire la Roma. Che è una cosa diversa dal vederla da fuori. Oggi io sono molto felice, sono contentissimo di essere qui. Dovete capire che io sono andato via da casa mia, non è facile. All’inizio avevo paura, è stato difficile, ma ora qui sto benissimo”.

Perché la Roma?
“Ho capito che qui potevo trovare un posto simile a Siviglia, è stato questo il primo fattore fondamentale per la scelta. Devo dire che mi sono arrivate proposte da società magari con un nome più importante, ma ho voluto la Roma per due componenti: la mia parola d’onore e il progetto, che mi piace molto”.

Raccontaci un po’ della tua vita qui:
“Dobbiamo differenziare due Monchi: mi trovo benissimo con Baldissoni, Gandini e tutta la società, di questo sono contento. Però a livello emotivo mi mancano la famiglia e gli affetti, credo che in futuro ci trasferiremo tutti qui. Questa città ha poi posti magnifici da visitare”.

Il rapporto con Totti:
“Lui mi ha fatto sembrare facile ciò che non lo era. Alla mia prima conferenza ho detto che avrebbe terminato la propria carriera da giocatore, è stata dura ma devo dire che la scelta è stata giusta: prima ci avevo parlato e questo è stato fondamentale. Ora mi trovo molto bene con lui, si sta applicando in queste nuove vesti. Stiamo lavorando insieme e faremo cose importanti”.

Hai detto che Schick non era il prototipo ideale di ciò che cercavi, magari però può essere di più…
“Il direttore sportivo deve essere vicino ad allenatore e società: deve guardare al presente ed al futuro. Ho visto che anche il Siviglia sta operando così, hanno preso Arana che è un talento del Corinthians. Ad esempio, ora abbiamo tre terzini destri, ma se si presenta un futuro Dani Alves non possiamo dire di no”.

Vorrei un commento sul girone strepitoso di Champions:
“Mi manca un piccolo pezzetto: la vittoria che dovremo ottenere a Verona. Sappiamo che dopo tanto successo, qui a Roma, ci si accontenta un po’. Lo dobbiamo fare. La vittoria contro il Chievo, se arriverà, sarà più importante di quella con il Qarabag. Non ci possiamo fermare, dobbiamo continuare per arrivare a quello che i tifosi vogliono”.

Preferisci Totti da dirigente o da giocatore?
“Ovvio, preferivo da giocatore. Ma mi piace anche da dirigente. Me lo prendo in entrambe le vesti”.

Di Francesco, raccontaci come ti sei convinto e quando:
“Qui ho un testimone, Mauro (Baldissoni assiste all’evento, ndr). Mi sono convinto dopo la prima riunione, mi è piaciuto e ho capito che poteva essere l’uomo giusto”.

Quale rinnovo è stato più difficile? Quanto manca a quello di Florenzi?
“Difficile nessuno, tutti volevano restare qui. Non so quanto tempo passerà per quello di Florenzi, vi posso dire che è il prossimo obiettivo. Florenzi e la Roma devono andare avanti insieme tanti anni”.

Impressioni sul calcio italiano:
“Quando uno lo vede da fuori, ha un’idea sbagliata. Il calcio italiano è di ottimo livello. Dopo sette mesi qui, ho un pensiero molto positivo. Non conosco bene i problemi politici, ma ho un consiglio per voi: siete italiani, non dovete parlare male del calcio italiano”.

Come si fa a mischiare il mercato di Prima Squadra e quello delle giovanili?
“Il mio lavoro è quello di ridurre la distanza tra Prima Squadra e giovanili, voglio avvicinarlo alla Prima Squadra. Ma per questo ho bisogno di lavoro, credo che sia già stato fatto un lavoro importante in questo senso, ho la strada facilitata. Le seconde squadre sono fondamentali in questo senso”.

C’è differenza tra gestione di una squadra spagnola ed italiana:
“Quando sono arrivato a Trigoria sono stato molto soddisfatto: devo solo continuare la strada già tracciata. Siamo già molto avanti”.

C’è un rapporto particolare tra lei e Pallotta. Come lo ha conquistato?
“Ho un bel rapporto, di questo deve rispondere lui (ride, ndr). Io non posso avere nemici giallorossi, mi trovo molto bene con tutti i componenti della società, deve essere così. Quando ho parlato con il presidente è stato sempre trasparente, forse è stata questa la chiave. E’ importante questo rapporto, ma lo è anche quello con tutto il resto della società”.

Se l’urna di Champions dovesse mettere di fronte Roma e Siviglia…
“Mi immaginavo domande dopo, non prima (ride, ndr). Ora non rispondo, altrimenti divento matto”.

Possibile rinnovo di Di Francesco? Quanto senti tua questa Roma?
“Siamo molto contenti di Eusebio, abbiamo fatto una scelta importante, abbiamo fiducia in lui ma parlare di un nuovo contratto ora non ha senso. Non c’è miglior contratto che la fiducia. Io non sento mia questa Roma, io sono della Roma, è diverso. Questa squadra ha avuto uno dei migliori ds in assoluto, la strada era già facilitata”.

Ore 11.40 – Arriva alla Sala Nuvola il ds Monchi.

Ore 11.35 – Molta gente è presente all’esterno del Roma Convention Center (Sala Nuvola), ritarda l’inizio della presentazione.

Ore 11.15 – A breve l’arrivo del direttore sportivo giallorosso Monchi.

Ore 10.35 – Ecco alcuni scatti dell’interno della Sala Nuvola, dove si svolge la presentazione del libro “Monchi. I segreti del Re Mida del calcio mondiale”.

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    Tutti i commenti

  1. Paredes, 23 anni, un potenziale grande regista, ceduto perchè si è preferito puntare nel ruolo di titolare un trentaquattrenne e rinnovarlo fino al 2019 a 3 milioni l’anno (dopo che ne ha rubati 30 negli ultimi 5), perchè lui è daaaroma e quanno segnamo je se gonfia aaavena…
    La colpa mica è la sua, è dei quei poveri ottusi che ancora lo celebrano e idolatrano.

    1. Come no, talmente potenziale grande regista che è dovuto andare a giocare in Russia perché non aveva mercato! Ce mancavano pure le vedove de paredes adesso mah

      1. Mejo De Rossi titolare a 34 anni ve? Senza contà che ce costa 5 milioni lordi l’anno (soldi che potrebbero esse dati a un TOP PLAYER VERO)
        Ma lui è romano, quindi va bene così per voi…

      2. Ce mancava pure Claudiocortrattore?……tifa un altra squadra se non te va bene il presidente il direttore sportivo il capitano..tifa lo Zenit li c’è PAREDES.. .così non ce frantumi più le balle….questa società prima o poi dovrebbe fare una scrematura tra tifosi e diversamente tifosi delle proprie idee…sempre che tu tifi Roma.. un dubbio rimane…una nuova quaglia mascherata da verme?

  2. Vedi claudio….DDR era LIVERO quindi la Roma ha pagato cartellino e ingaggio….adesso dimmi uno come DDR che lo prendi gratis….ripeto GRATIS

    1. Per me era uno dei migliori al mondo 6-7 anni fa, ora gioca una da fermo facendo il compitino una partita si e 3 anonime, quando gioca quella buona ce campa de rendita un mese.
      Gli ultimi 5 anni ha preso lo stesso stipendio che prendeva Higuain al Napoli e Buffon alla Juve, imbarazzante…

  3. Ce mancava pure Claudiocortrattore?……tifa un altra squadra se non te va bene il presidente il direttore sportivo il capitano..tifa lo Zenit li c’è PAREDES.. .così non ce frantumi più le balle….questa società prima o poi dovrebbe fare una scrematura tra tifosi e diversamente tifosi delle proprie idee…sempre che tu tifi Roma.. un dubbio rimane…una nuova quaglia mascherata da verme?

    1. Quanto me piacerebbe levatte de persona la voglia de fa sempre er simpatico… ma so sicuro che fai er coatto a insultà a destra e sinistra giusto dietro na tastiera te…

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