• LUIS ENRIQUE: “La Roma ha una sua identità, questo vale più della classifica” (FOTO)

    03/02/2012 - 19:53

    CONFERENZA STAMPA – L’allenatore della Roma Luis Enrique incontra i giornalisti nella sala stampa di Trigoria alla vigilia della partita contro l’Inter. Ecco le dichiarazioni integrali del tecnico spagnolo (parola per parola) trascritto dall’audio della conferenza:

    Adesso diventa più complicato, per la Roma, affrontare l’Inter dopo una sconfitta pesante come quella di Cagliari?
    “Buongiorno. No, no…la stessa partita …è sempre importante o no. Dipende.  Non dipende da quello fatto in questa partita o nell’altra partita. La notizia buona è che dopo una sconfitta è che se si può giocare subito è meglio. E così come succede oggi, o domani, credo che sia una bella opportunità per noi di giocare questa partita. Noi faremo tutto il possibile per vincerla”.

    L’Inter?
    “L’Inter non la scopro io…è una squadra fortissima di grandissimi calciatori con un grande livello individuale e collettivo. E’ una squadra che ha fatto un gran miglioramento, importante. Adesso credo che questa squadra è in grado di fare qualcosa di buono e sarà una partita difficile, pensando che l’Inter non ha bisogno di avere il possesso palla per fare la partita. Credo che sarà una partita, come al solito come succede, che noi avremo il pallone, il possesso della palla, di quello che per me è importante ma le loro ripartenze saranno pericolose”.

    Cosa si rimprovera per la sconfitta di Cagliari?
    “Ogni partita mi faccio sempre le domande di dove posso migliorare e cosa fare per migliorare la squadra. Ogni partita, non solo quella che perdo. Ma mi permetta di non farlo in pubblico perchè sarebbe troppo facile per voi”.

    Vedi in qualche giocatore dei segni di paura o di fragilità? C’è qualcuno su cui non puoi contare al 100%?
    “No, perchè sarebbe molto facile per me. Non è così che la vedo. Il mio lavoro è migliorare la squadra e il gruppo. Io continuo ad essere ottimista, perchè vedo ogni giorno cosa succede. Se faccio una valutazione su quello che adesso siamo come squadra, sono ottimista. Molto ottimista, perchè nessuno mi può dire che la Roma non ha un’identità. E quello è già una vittoria. Tutti sanno come gioca la Roma. Il problema, per me, è che sono una persona molto esigente con i miei calciatori, vedo la squadra con tantissime possibilità di andare avanti. Ma se non giochiamo al 100% e stiamo attenti agli errori e ai piccoli dettagli, siamo una squadra che può essere facilmente battuta. Io continuo a pensare che la squadra è sulla strada giusta e che quello che vedo, parlando di calcio, mi piace. Il mio lavoro è fargli capire che sono sulla strada giusta”.

    I numeri della Lega dicono che la Roma è avanti nei numeri all’Inter (possesso palla, tiri, ecc.). Però la classifica dice che l’Inter ha cinque punti in più anche se la Roma deve recuperare la gara di Catania. Si è dato una spiegazione?
    “E’ facilissima la spiegazione: i numeri erano molto superiori contro il Cagliari e abbiamo perso tutte e due le partite. I numeri nel calcio sono un riferimento. Ma una partita, due partite ti dicono cosa può succedere nel calcio. Quando finisce la stagione, vedremo quali sono i numeri. I numeri sono un riflesso di quello che ti sto dicendo, un’identità. La Roma ha un’identità…piacerà, non piacerà, quello è un altro discorso. Ma la Roma vuole giocare a calcio su qualsiasi campo, che sia a casa o fuori. Lo fa meglio o lo fa peggio, credo che l’atteggiamento dei calciatori è adeguato…Lo vedo. Un’altra cosa è che i numeri dicono che la squadra è lontana dai primi posti. E’ vero…è così…è così come argomento presente di oggi. Ma non so quello che succederà nel futuro. Vediamo e speriamo in quello che succede: se la squadra gioca bene, può diventare una squadra incredibile. Abbiamo fatto delle partite importanti, con una superiorità sull’avversario, per me, assoluta e abbiamo fatto degli errori contro squadre più deboli di noi e abbiamo sofferto queste sconfitte. Io penso che sia normale e che viene dato troppa importanza a quello che significa cambiare la nostra mentalità. Ma io sono contento, senza guardare la classifica perchè vedo un’identità.

    Lei non ha mai voluto parlare di obiettivi. E adesso è anche difficile parlarne. Lei si è mai augurato che questa stagione possa scivolare nell’anonimato? Questa stagione potrebbe scivolare nell’anonimato?
    “Non parlo di obiettivi, mi dispiace. Ho fatto un predizione su Lamela che andrà a fare due gol e non li ha fatti. No…aspetta, non faccio pronostici, non lo so…forse è questo che tu dici ma potrebbe essere totalmente l’inverso e che la squadra cresca e continua a migliorare sia quello che c’è di buono che quello che fa meno bene. Io penso che la squadra farà molto meglio da qui fino alla fine della stagione, ma è il mio pensiero. Lo vedremo alla fine della stagione. La classifica ci dirà che cosa abbiamo fatto bene, che posto avremo raggiunto e se sarà merito o demerito nostro”.

    Dopo le ultime due partite del 2011, sembrava aver trovato il suo undici titolare. Ora sta cambiando molto, particolamente in difesa. Perchè? Qual’è il problema?
    “Non ho nessun problema. Per il problema sarebbe avere undici titolari. Non voglio undici titolari…è una cosa difficile da capire per il resto, ma per me è chiarissimo. Io voglio 21-22-23 titolari e che ogni allenamento significa che un calciatore può giocare o no. Se facciamo undici calciatori ogni settimana, avremo un undici titolare ma non una squadra.Io so che è difficile, a volte, capire questo. Io so ottimamente, adesso, chi sono i calciatori migliori per giocare. Ma non ogni tre giorni. Dopo tre giorni devo vedere un’altra cosa. Un’altra cosa di cui non voglio parlare pubblicamente. Di che cosa vedo quando metto uno o non metto un altro. So ottimamente e lo vedo in ogni allenamento chi sono i calciatori che stanno nel miglior stato fisico e mentale. Ma io devo gestire tutta la stagione, gestire lo stato di tutti i calciatori e faccio delle mie scelte che so che delle volte non si possono capire. Ma so ottimamente quello che sto facendo o almeno penso di saperlo. Magari è difficile da capire per voi. Voglio undici titolari? No…”.

    In difesa però cambia più che a centrocampo e in attacco...
    “Forse questa settimana faccio l’inverso…”.

    La Roma quest’anno è andata in svantaggio 8 volte. In queste 8 partite ha perso 7 volte e pareggiato una. C’è un problema caratteriale per il quale la squadra non riesce a reagire?
    “Lavoro ogni giorno per migliorare la squadra. La partita precedente è stata una partita che abbiamo recuperato. Dopo l’1-0 eravamo sull’1-2 e dopo non abbiamo mantenuto lo stesso livello. Io avevo visto la squadra, fino all’1-2, superiore all’avversario. E mi dispiace se loro pensano il contrario…questo è quello che ho visto. Dopo dell’1-2, ho visto una squadra rilassata che pensava che fosse tutto fatto. Nel calcio nulla è fatto fino al minuto 90-93. Dopo, quando la squadra avversaria ha fatto il suo lavoro ed è stata brava nella ripartenza, siamo di nuovo sotto nel punteggio ed diventitato tutto difficilissimo. Perchè il Cagliari ha fatto un lavoro difensivo buono, tutto dietro il pallone ma bravo a sfruttare le ripartenze. Noi nell’impegno e in quello che credo che sia importante siamo stati bravi ma continuiamo a fare degli errori che sono importanti”.

    Lei ha detto che la Roma per vincere deve dare sempre il 100%. Questa squadra è in grado di dare sempre il 100%?
    “Hai visto la Juventus? Sicuro che l’hai vista…Loro giocano sempre al 100%. Hanno capito che se il loro livello scende sono in difficoltà. E giocano un calcio diverso dal nostro: un calcio bello da vedere, intenso e con un livello fisico altissimo, con una qualità tecnica molto buona. Per giocare qualsiasi calcio, almeno che non sia una squadra incredibile e pure la migliore squadra al mondo che è il Barcellona ha bisogno di un livello alto, ha bisogno di essere quasi al 100% in tutte le partite. Un altro discorso è quando la partita è già finita, ma noi purtroppo non siamo in questa situazione molte volte. L’intensità, portarla al 100% è quello che ti farà diventare grande. E’ quello che noi diciamo qui. Abbiamo un’identità e un’idea chiara di quello che vogliamo fare in partita, adesso c’è bisogno di un altro sforzo…uno sforzo di squadra, uno sforzo di sapere che 95 minuti…e abbiamo fatto partite con questa intensità. Con l’intensità che serve per competere e loro possono farlo. E’ solo una questione di mentalità e concentrazione. Vedere che ci sono dei momenti che nella partita dobbiamo soffrire, perchè l’altra squadra ha il suo livello”.

    Lei ha ribadito che la Roma ha una sua identità. Però è anche vero che dopo il Cagliari lei ha ammesso per la prima volta di essere deluso. Le chiedo: Cagliari che cosa ha insegnato? Che la Roma è immatura per competere a certi livelli? O che non si può giocare la gara di Cagliari con solo due difensori? Che senza un’attaccante di ruolo sarebbe il caso di schierare Totti centravanti…ci sono delle cose di questa gara che possono portarla a rivedere alcune cose su come lei intende il calcio e la Roma?
    “No. Questa partita di Cagliari è stata un po’ specchio della squadra: capace di giocare 25 minuti incredibile e recuperare il risultato e magari andare a vincere la partita…ma non riusciamo a farlo per tutta la partita. Io non voglio mettere un’aggettivo, che per me è brutto. Io penso come posso migliorare questa squadra e tutti gli aspetti che sono importanti nel calcio, non solo quello calcistico: personale, dell’ambizione…ero soddisfatto dopo la partita e così l’ho detto ai calciatori perchè ero soddisfatto ma allo stesso ho moltissima fiducia in loro, perchè ho visto che possono farlo…l’ho visto. Tutti lo abbiamo visto. E perchè succede questo? E’ questo che sto cercando…” (viene interrotto dalla domanda, ndr).

    Ma lei ha capito perchè la Roma cala in quei momenti?
    “Si, lo so. Ma preferisco dirlo ai giocatori. Preferisco non dirlo pubblicamente”.

    Ma lei dopo la gara ha detto che era deluso...
    “Ho detto dopo la partita perchè ero deluso…l’ho detto chiaramente”.

    Domani Roma-Inter. Affrontiamo, forse, la squadra più esperta del campionato. Può essere una difficoltà per una Roma così giovane a livello di personalità?
    “E’ un discorso diverso. Mi dispiace che non siamo d’accordo quasi mai. Quando vinciamo, i giovani sono bravissimi e quando perdiamo sono immaturi. No! Gli anziani sono, quando vinciamo, bravissimi e quando perdiamo non sono i leader di cui abbiamo bisogno. No! Una squadra è molto di più di questo discorso. Il discorso è che quando vinciamo siamo tutti, giovani, anziani, allentore, bravi e se perdiamo siamo tutti…quello che vuoi. Tutti! Quelli che hanno fatto un errore…oggi faccio un errore io, domani tu…no. La squadra viene prima di tutti. E’ questo deve diventare importante per sapere dove andiamo. Quando facciamo tutti bene e il signor Luis Enrique fa tre gol, li ha fatti lui però li hanno fatti tutti…tutta la squadra. Questo penso che sia importante. Contro l’Inter mi aspetto una partita difficile, si..difficile. E non dovrebbe essere così perchè fino adesso abbiamo avuto sempre l’appoggio della tifoseria. Sempre lo abbiamo avuto…qualche volta non lo meritavamo ma ci sono stati. Solo per quello è importante andare domani alla partita senza paura, con fiducia sapendo che loro sono li aspettando noi. E solo per questo, sapendo che loro sono li e hanno fiducia in noi dobbiamo fare la partita senza paura. Se siamo capaci di battere l’Inter? Si! Ma sapendo che non sarà facile e sapendo che è una squadra di grande livello individuale e collettivo. Questa deve essere una sfida per la squadra. Non devono pensare alla sconfitta…se ci sarà la sconfitta, non succede nulla se hai dato il 100% individualmente e come squadra”.

    Domani Roma-Inter. Una squadra in salita contro una in discesa…
    “Chi è la squadra in discesa? L’inter è in salita? E perchè? Le ultime due partite ha fatto un pareggio e una sconfitta. Dove è la salita? E’ così…”.

    Che tipo di avversario è l’Inter la Roma? E’ la peggiore squadra che potevate incrontrare ora? Che cosa pensa di Ranieri?
    “Non credo che sia la peggiore squadra. Essendo una squadra importante nel calcio. E’ una squadra che ha fatto dei miglioramenti chiarissimi perchè era in difficoltà all’inizio. Ha fatto un miglioramento incredibile, adesso gli ultimi 2-3 risultati non sono stati quelli a cui erano abituati ma è una squadra che ha fatto dei miglioramenti chiarissimi. Ma non penso che sia la migliore squadra…per noi questo discorso non è importante perchè l’esempio è chiarissimo: qualsiasi squadra può fare il suo lavoro e metterci in difficoltà. Ranieri? Lui è un allenatore di un livello altissimo che ha tantissima esperienza. Conosco il suo lavoro già dalla Spagna, ho parlato con lui in questa riunione che abbiamo fatto con i tecnici e conosco il suo rapporto con la Roma. Ora non posso parlare di lui come allenatore perchè non so come lavora. Non posso parlare del suo lavoro, ma la sua qualità come allenatore è fuori discussione. Ha grande esperienza”.

    Volevo parlare di Ranieri ma ha già risposto…Pensa che lui sia un’allenatore migliore di lei?
    “Cosa facciamo? Un concorso di chi è migliore o peggiore? E’ un bravissimo allenatore per me…”.


    De Rossi è in condizione di giocare dal primo minuto? E quanto può reggere?
    “Sono entrambe domande difficili da rispondere. Se lui ci sarà e se lui potrà giocare tutto il tempo. Non lo so ancora. Lui ha fatto un lavoro fisico fuori dalla squadra (differenziato, ndr) e si allenato con la squadra negli ultimi due giorni. Vedremo se lui oggi sta bene e come si sente. Ma anche stando in ottime condizioni per giocare non so se potrà farlo per 90 minuti”.

    (Fine)

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