• LUIS ENRIQUE: ‘Gli avversari ci pressano alto, dobbiamo lavorare. Col Cagliari sarà dura’

    31/01/2012 - 20:55

    CONFERENZA STAMPA – L’allenatore della Roma Luis Enrique incontra i giornalisti nella sala stampa di Trigoria alla vigilia della partita contro il Cagliari. Ecco le dichiarazioni integrali del tecnico spagnolo (parola per parola) trascritte dall’audio della conferenza.

    Può descriverci che tipo di giocatore è Marquinho e come potrà essere utile alla Roma?
    “Quando lo abbiamo preso, abbiamo pensato che potesse essere un calciatore che aggiunge una qualità diversa alla squadra. Ha un’esperienza interessante ma è sempre difficile in questo mercato di gennaio prendere un calciatore. Un calciatore straniero deve adattarsi e a Roma non è facile. Deve imparare la lingua, deve sapere cosa vogliamo noi qua. Ma siamo fiduciosi perchè abbiamo visto della qualità importanti per rinforzare la squadra, senza fretta perchè non c’è nessuna fretta. Pensiamo che possa essere un acquisto interessante”.

    In riferimento alla partita contro il Bologna, dato che tu ci hai detto che i calciatori si sono allenati bene e non è un problema fisico, la sensazione è che la Roma abbia fatto un passo indietro: non si difendeva e si attaccava tutti assieme. A distanza di un giorno che cosa puoi dirci di più?
    “Questa valutazione che mi fai, riguarda il primo tempo, il secondo o tutta la partita? Credo che sia stata una partita diversa tra primo e secondo. Io non parlo mai di passi indietro, passi avanti…Per me non si tratta di questo, non la vedo così. Il primo tempo è stata una situazione calcistica diversa: fino adesso non avevo mai visto una squadra pressare così alta senza pensare al rischio. Lo hanno fatto benissimo e quindi complimenti a Pioli. Questa situazione del primo tempo non l’avevamo mai combattuta. Ora non significa che la prossima partita non possiamo farlo (il nostro gioco, ndr) e mi aspetto di parlare con i giocatori perchè è molto importante trovare la soluzione. Fare vedere ai calciatori come riconoscere questa situazione, quello è il difficile. Dopo il secondo tempo è stato per me più vicino al nostro gioco. Pressare per 90 minuti è molto difficile e quando mi parli del gol preso, e tu hai detto ottimamente che parte da un errore individuale, quando parliamo di errori individuali per me sono di squadra. Perchè oggi sbaglia uno, domani sbaglia un altro, dopodomani sbaglia l’avversario. Come allenatore è per me molto importante cercare di cambiare gli errori del gruppo che non di un ragazzo che normalmente non fa. Per quello non sono preoccupato di questa azione…e dopo essere stati in svantaggio, ho visto di nuovo la squadra giocare a calcio e cercare di fare la partita. Pure sapendo che non era il nostro giorno, dove mancava la velocità della trasmissione della palla che normalmente abbiamo. Il pareggio penso che sia stato giusto perchè, potevamo anche vincere, ma poteva esserci anche una sconfitta. Penso che il pareggio sia stato il risultato più giusto”.

    Siamo rimasti colpiti dalle dichiarazioni di alcuni giocatori a fine partita: uno è Juan che ha detto che il sistema di gioco espone a dei rischi, cosa che ha detto anche lei domenica in conferenza. Mentre Taddei ha detto che ormai le squadre vi studiano e che occorre trovare delle soluzioni altrimenti si va in difficoltà. Ne avete parlato nello spogliatoio? Pensa di modificare qualcosa?
    “No. L’idea è la stessa e continuo a pensare lo stesso. Non cambio idea perchè in una giornata una squadra è stata più brava. No. Sono totalmente d’accordo con Juan: questo è un sistema di rischio. Quello che noi proponiamo è avere il pallone per quasi il 60% della partita. Non averlo nel nostro campo ma nel loro e questo significa rischiare, lo sò. Per quello mi hanno preso. Non per fare palla lunga e mettermi dietro ad aspettare che cosa succede. Vincendo 1-0 o vincendo 2-0, io chiedo lo stesso ai calciatori. Rischiare, si ma per quello ci alleniamo ogni giorno. E questo è quello che succede quando la marcatura preventiva non è buona. Quello che io chiedo lo sanno i calciatori. Ma quello non significa che una squadra avversaria sia stata più brava di noi o che è stata più precisa o più cattiva e vince. Non vado a cambiare quello che sto facendo dal primo giorno…no. Forse il mio lavoro è fargli capire e fargli vedere le diverse situazioni. Noi abbiamo lavorato su quelle situazioni. Su quello che succederà contro il Cagliari ci alleniamo oggi. Per vedere come dobbiamo uscire con il pallone, cosa succederà al centrocampo, che cosa succede alla fase di finalizzazione. Una cosa è lavorare su quello e un’altra è che i calciatori possano vederlo in partita. E’ questo il difficile e per questo che questo è un sport incredibile”.

    Nelle ultime due partite avete sofferto un pò il pressing alto. Quindi su quello avete trovato nuove alternative di gioco?
    “Sulle alternative abbiamo già lavorato. Noi abbiamo la soluzione. Ma un’altra cosa è che non è applicata e che i giocatori non riescono a riconoscere quella situazione…non ti preoccupare che lavoreremo sempre per questo”.

    Domani affronterete un squadra con un centrocampo molto forte: Conti, Nainggolan…Può essere il punto nevralgico della gara viste le assenze di De Rossi e Pjanic?
    “Sì. Parliamo di una squadra che gioca sempre con lo stesso modulo, il 4-3-1-2, una squadra forte che sa che cosa sta facendo, con un centrocampo di livello. Forse potrà essere questa la chiave ma domani dobbiamo fare come al solito: una partita brava. La nostra proposta è lì e dopo vedremo se le soluzioni che cerchiamo di provare sono quelle giuste. Quello si vedrà domani dopo la partita. Mi aspetto una partita difficile, di rischio per noi”.

    Che cosa manca in questo momento a Bojan? Fiducia? Autostima?
    “Quanti anni ha Bojan? Ventuno, no? Non è il momento di parlare di un calciatore individuale. Penso che nel corso della stagione ci sono momenti per tutti più alti e più bassi. Il lavoro è quello che ti fa essere fiducioso. Il lavoro, la squadra, il rinforzo dei compagni. Parliamo di come miglioriamo la squadra. Io cerco di trovare il 100% di ogni calciatore ma non voglio individualizzare, non mi vedo in una situazione come questa e penso che l’allenatore ha piena fiducia in tutti i calciatori e pure quelli che sono i giovanissimi”.

    Che ruolo ha Marquinho? Magari a questa rosa serviva più un esterno difensivo…
    “Credo che è un calciatore interessante perchè può giocare in quattro posizioni: può giocare come interno, può giocare come trequartista, pure come terzino, pure come punta. Ci sono calciatori di questa qualità, dobbiamo vederlo al 100% e conoscere il suo livello reale. Ma un calciatore che ha questa qualità significa che è diverso e che possa essere interessante per noi”.

    Lei non si è mai espresso sulle reali ambizioni di questa squadra. E’ giusto quindi dire che questo è un anno di transizione? Ci vuole un po di tempo per costruire una squadra che possa vincere o pensa che la Roma, per i livelli di ingaggio, di giocatori nella rosa, sia obbligata a fare bene fin da subito?
    “Io non ho mai chiesto pazienza. Credo che questa sia una domanda per la società. Loro ti devono dire che cosa si aspettano dalla squadra e dal mister. Io ti dico quello che aspetto: vincere ogni partita e non so cosa succederà a fine partita. Alla fine parleremo di dove è arrivata questa squadra, che cosa ho fatto di bene e che cosa ho fatto di male. Ma il mio obiettivo è vincere questa partita. E mi dimentico di tutto il resto perchè sennò io non riesco a capire che è normale che voi pensate che io debba scegliere un opzione, che questa squadra debba essere di un certo posto…non lo dirò mai”.

    Questa mattina Baldini ha dichiarato che si sta trattando il passaggio di Pizarro al Manchester City. Le volevo chiedere, che cosa non ha funzionato con il calciatore?
    “Non è mancato niente. Ancora non è partito. Oggi si allena, quando succede allora…” (viene interrotto dalla domanda, ndr)

    Ma a lei fa piacere se resta?
    “Se sta negoziando con un’altra squadra significa qualcosa, no? Un allenatore non deve rispondere a tutto quello che domandate. Questo è il vostro lavoro. Io cerco sempre di essere corretto e se devo dire qualcosa che non mi piace lo dico sempre al giocatore in faccia. Non ho nessuna problema con Pizarro. Si è comportato sempre come una persona corretta ma il mio lavoro è scegliere sempre. E’ sempre brutto per un allenatore scegliere una cosa che magari non piace ai giocatori, ma questo è il mio lavoro. E’ brutto pure quando devo fare la formazione e lasciare fuori un giocatore che potrebbe essere nella formazione titolare. Lo stesso con il mercato: quando vedo che un calciatore va via, è brutto per me. Ma non ho nessuna lamentela contro Pizarro, si è comportato sempre bene, in modo ottimo. Ma io devo fare la mie scelte”.

    Quali sono le condizioni di Pjanic e De Rossi?
    “Non lo so, perchè ancora non ho parlato con i calciatori, non sono ancora arrivati. Daniele sta molto meglio ma il suo problema va avanti da qualche anno. Spero torni il prima possibile. Su Pjanic, ieri sembrava che non potesse farcela, oggi sta meglio ma non voglio rischiare. Sembrava un colpo molto duro ma oggi vediamo”.

    (Fine)

     

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