• L’ex Sassuolo Longhi: “Mi fa piacere vedere Pellegrini fare la differenza nella Roma”

    Teresa Tonazzi
    30/01/2020 - 20:46

    SASSUOLO, ITALY - MARCH 26: Alessandro Longhi of Sassuolo celebrates after scoring the goal 1-1 during the Serie A match between US Sassuolo Calcio and UC Sampdoria at Mapei Stadium on March 26, 2014 in Sassuolo, Italy. (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)
    L’ex Sassuolo Longhi: “Mi fa piacere vedere Pellegrini fare la differenza nella Roma”

    ROMA SASSUOLO MATCH PROGRAM LONGHI – Oltre a Lorenzo Pellegrini, al Match Program di SassuoloRoma è intervenuto anche Alessandro Longhi, ex della squadra emiliana. Durante la sua permanenza con la squadra di De Zerbi, il difensore, oltre ad essere stato compagno di Pellegrini, fu protagonista di un’autorete alla prima partita contro i giallorossi. Queste le sue dichiarazioni in merito a quell’episodio al suo passato in neroverde.

    Minuto 19 del primo tempo, la Roma passa in vantaggio con il Sassuolo e segna il primo gol della sua storia alla squadra emiliana.
    “Già, grazie al mio autogol… (ride, ndr). Fu una circostanza sfortunata, purtroppo. Florenzi fece una bella azione sulla sinistra, mise la palla in mezzo e io – cercando di anticipare Borriello – calciai la sfera tentando di spazzare, ma finì dentro e la Roma segnò. Il portiere Pegolo era tagliato fuori dalla traiettoria, non riuscì a intervenire. Peccato…”.

    Riusciste comunque a rovinare i piani dei giallorossi, pareggiando nel recupero.
    “Sì, segnò Berardi quasi allo scadere al termine di un’azione confusa in area della Roma. Noi rischiammo di prendere il secondo gol in più di un’occasione, però riuscimmo a resistere e a non incassare il raddoppio. Ci presentammo all’Olimpico con la difesa a tre e due esterni larghi di supporto ai centrali. Io venni schierato largo a sinistra nei cinque centrocampisti. Alla fine capitò l’occasione di segnare e Mimmo ci riuscì”.

    La stagione 2013-2014 fu anche la sua prima in Serie A.
    “Inizialmente fu complicata per tutti noi perché ci trovammo in un torneo completamente diverso dalla B o dalla C. In Serie A non puoi permetterti il minimo errore, che vieni punito. Ti ritrovi a giocare contro corazzate come la Juventus, in quel campionato fece 102 punti. Ma pure contro altri calciatori di livello internazionale. Ricordo, ad esempio, Cuadrado che all’epoca giocava con la Fiorentina, ci fece letteralmente impazzire”.

    Però, alla fine, vi salvaste.
    “Esattamente. Il cambio d’allenatore da Di Francesco a Malesani non portò i risultati sperati. Quando tornò il mister Eusebio tornammo a ottenere risultati e alla fine raggiungemmo una salvezza quasi insperata. Traguardo che poi il Sassuolo ha sempre ottenuto negli anni successivi. E non potrebbe essere altrimenti…”.

    Perché?
    “Semplicemente perché è una società di calcio modello. Il giocatore pensa solo al campo e non a tutto il resto. Lavori in tranquillità, all’interno di un club strutturato e moderno. I risultati arrivano naturalmente”.

    Pochi mesi fa è venuto a mancare il proprietario del club, Giorgio Squinzi.
    “È stata una perdita molto pesante. Non solo per la società o l’azienda che conduceva, ma anche per tutti quelli che gli stavano intorno. Era una persona davvero perbene, ha aiutato tantissime famiglie in difficoltà. Dispiace che poco tempo dopo sia scomparsa pure la moglie”.

    Lei come mai andò via da Sassuolo nel 2016?
    “Andai in scadenza di contratto e non rinnovai, dopo cinque stagioni con il Sassuolo in cui vinsi un campionato di B e ne giocai tre in Serie A. L’annata 2015-2016, la mia ultima in Emilia, fu meravigliosa, tanto che conquistammo la qualificazione in Europa League. Però poi fui tentato dal Pisa di Gattuso, che era appena passato di categoria dalla C alla B. Il mister mi chiamò più volte per convincermi e alla fine ci riuscì. Peccato che passai dal paradiso all’inferno…”.

    Addirittura.
    “Sì, in quel campionato ci furono tantissimi problemi in società tra pagamenti mancati di stipendi e altre cose. Io che ero abituato al modello Sassuolo, mi ritrovai in un contesto allo sbando totale. Pur giocando sempre, non mantenemmo la categoria. L’anno successivo preferii andare via, accettando il Brescia”.

    Del suo ex compagno Lorenzo Pellegrini, cosa dice?
    “Quando arrivò a Sassuolo era molto giovane, ma fece bene quasi da subito pur non avendo esperienza in A. Vederlo oggi che fa la differenza nella Roma, da romano e romanista, è veramente una bella cosa e mi fa piacere. A prescindere dal giocatore forte che è, Pelle è un bravissimo ragazzo. E lo saluto con tantissimo affetto”.

    Oggi ha ricominciato dalla Serie D, nell’Audace Cerignola.
    “Sono sceso di due categorie e all’inizio ero scettico sull’accettare o meno la proposta. Però mi hanno convinto con la serietà del progetto. Soprattutto, l’insistenza dei dirigenti nel cercarmi e volermi. L’Audace Cerignola mi contattò anche in estate, quando mi allenavo a Coverciano tra i disoccupati. In un primo momento declinai, poi illustrandomi bene il piano ho pensato di firmare. E ho fatto bene perché ho trovato una società organizzata, che meriterebbe una dimensione diversa. Noi vogliamo fare di tutto per salire e arrivare in campionati più consoni al valore della rosa e della struttura. Sì, forse qui a Cerignola ho trovato un piccolo Sassuolo…”.

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    1. Non so questo Longhi che partite veda. Qualcuno gli spieghi che Pellegrini non fa nessuna differenza nella Roma…

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