L’analisi tattica di Roma-Lazio. Equilibrio rotto dall’asse Dzeko-Mkhitaryan e superiorità legittimata dalla perla di Pedro

Redazione RN
16/05/2021 - 17:20

Foto Tedeschi
L’analisi tattica di Roma-Lazio. Equilibrio rotto dall’asse Dzeko-Mkhitaryan e superiorità legittimata dalla perla di Pedro

ROMA LAZIO ANALISI TATTICA – Il sapore della vittoria, che aumenta il rammarico di una stagione che poteva e doveva essere migliore. Vittoria che lascia anche l’amaro in bocca per un Professionista e galantuomo che lascia Roma e la Roma dopo avere dimostrato grande onestà e dignità verso una squadra e una maglia che ha sempre onorato in buona fede. Nonostante errori commessi Paulo Fonseca rimarrà un vero signore che ha sempre messo la Roma davanti a tutto, e vederlo scendere le scale degli spogliatoi mentre i suoi giocatori festeggiavano (senza pudore, dimenticando una stagione di campionato dove avrebbero dovuto più chiedere scusa che esultare) rivaluta ulteriormente lo spessore dell’uomo di Nampula. Intorno a un Dzeko tornato decisivo, un Fuzato puntuale, e un sontuoso Darboe, sono i due fuoriclasse della rosa, il redivivo e risorto Pedro, e la garanzia usato sicuro Mkhitaryan, a firmare il ritorno alla vittoria. E un Darboe così potrebbe altresì evitare l’esborso economico di almeno una priorità in sede di mercato estivo.

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Moduli e sviluppi di gioco

Fonseca si gioca il suo ultimo derby proseguendo con l’ultimo 4-2-3-1 che lavori in maniera equilibrata in entrambe le fasi sulle catene esterne, con una linea difensiva davanti a Fuzato composta da Mancini e Ibanez centrali, con Karsdorp a destra e Bruno Peres di piede opposto a sinistra. Davanti ai terzini, a comporre le catene esterne, ci sono Mkhitaryan a destra ed El Shaarawy a sinistra , mentre dietro a Dzeko si sistema Pellegrini, anche lui pronto a ripristinare la parità numerica in mezzo al campo contro il terzetto biancoceleste. Inzaghi deve rinunciare a Correa e davanti a Reina compone il terzetto difensivo con Acerbi al centro, Marusic e Radu braccetti, mentre sono Lazzari e Lulic i quinti che danno ampiezza in campo. Leiva davanti alla difesa, con le consuete mezzali Milinkovic-Savic che si inserisce e Luis Alberto che rifinisce, con Immobile che gira intorno a Muriqi che funge da riferimento avanzato.

L’equilibrio del primo tempo rotto dal gol di Mkhitaryan

Con Darboe (più di Cristante) che si abbassa tra i 2 centrali per costruire e Cristante che va in verticale dentro al campo, la Roma costruisce da dietro, con Immobile e Muriqi che mettono in mezzo il metronomo giallorosso chiudendo le linee di passaggio a lui dirette. I biancocelesti, sempre molto stretti al centro, limitano la possibilità di trovare Mkhitaryan ed El Shaarawy tra le linee e cercano di indurre l’errore pressando forte solo quando la palla viene scaricata indietro a Fuzato. Il primo tempo è una lunga fase di studio con dei ritmi bassi e con la Lazio che vorrebbe fare scoprire la Roma per colpirla negli spazi ma gli unici momenti in cui i giallorossi vanno in difficoltà sono sui cambi di gioco e gli automatismi che innescano Lazzari. E su Lazzari c è molto presto Bruno Peres in difficoltà, caricato di un giallo, con El Shaarawy che non sempre riesce ad aiutarlo col ripiegamento e raddoppio. Gli uomini di Inzaghi trovano sempre il 2 contro 2 centrale contro Ibanez e Mancini, con Muriqi che viene incontro tirandone fuori uno e Immobile che va in profondità (oppure viceversa), con Milinkovic-Savic che si butta dentro e Luis Alberto che cerca le imbucate. Nei momenti in cui la Roma prende campo Muriqi si sacrifica molto in fase di ripiegamento e alla Roma serve più incisività, che manca ancora nei suoi uomini chiave. Al minuto 35 Ibanez svirgola un pallone in maniera maldestra, rischiando il patatrac, ma se la buona sorte accompagna lo sviluppo dell’azione che non si tramuta in gol avversario, altrettanto non si può dire dell’equilibrio emotivo del difensore brasiliano che somatizza l’errore e finisce per subire un inevitabile infortunio da stress nei minuti successivi all’evento. E al minuto 39 deve lasciare il campo a Kumbulla, evidenziando ancora una volta come questa squadra giochi le sue gare con una una tensione emotiva addosso evidente, una delle prime cose alle quali è chiamato a porre rimedio Mourinho: riportare autostima a questo gruppo, impresa molto ardua, ma non impossibile. E quando nei minuti finali del primo tempo i giallorossi sfruttano una transizione positiva con El Shaarawy che innesca Dzeko, l’uso del corpo del bosniaco fa intuire come ci siano tracce di temperamento e personalità, ma che vanno incanalate e concentrate nella giusta direzione.

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Nella ripresa la Roma legittima il vantaggio


Con Bruno Peres ammonito, e alla merce’ di Lazzari, Fonseca sostituisce opportunamente Bruno Peres con Santon, ma ironia della sorte vuole che Pairetto gli dia immediatamente in benvenuto in campo sanzionandolo per un fallo veniale che ripristina immediatamente la critica risolta. Ma la coesione e unità di intenti che i giallorossi dimostrano nella ripresa si materializza sotto forma di equilibrio e cinismo nel concretizzare le occasioni propizie, mentre la Lazio spesso forza i tempi, nel tentativo di recuperare, spesso sporca in uscita, finendo per allungarsi e prestando il fianco al paradosso delle ripartenze, in una sorta di legge del contrappasso. Inzaghi inserisce Pereira per Muriqi, Luiz Felipe (che va nei 3 dietro) per Lulic, con Marusic che va quinto a sinistra. Pedro per El Shaarawy, Villar per Pellegrini, mentre Inzaghi completa lo schieramento offensivo con Caicedo e Fares per Marusic e Radu. Nei momenti di difficoltà c’è un grande Fuzato, e un Pedro che toglie dal cilindro una giocata che rivive in una noblesse oblige, una giocata con un gol cercato e voluto e il doppio vantaggio è realtà. E mentre Darboe continua a dipingere calcio, Inzaghi inserisce Akpa Akpro per Milinkovic-Savi ,e Fonseca concede la passerella tra il capocannoniere di Europa League (Borja Mayoral) e il terzo marcatore di sempre della storia giallorossa (Dzeko) alle spalle di Totti e Pruzzo.

Maurizio Rafaiani

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  1. Fotogrammi della realta’: la Lazzie e’ una squadretta, quest’anno i calciatori della Roma non hanno reso sempre come avrebbero dovuto. Almeno per un po’ i lazzielli si rintaneranno al parco di Veio.

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