• L’analisi tattica di Roma-Ajax: i giallorossi si sono presi la semifinale

    Redazione RN
    16/04/2021 - 7:49

    Foto Tedeschi
    L’analisi tattica di Roma-Ajax: i giallorossi si sono presi la semifinale

    ROMA AJAX ANALISI TATTICA – Non c è pretattica negli schieramenti, perché le squadre si conoscono alla perfezione, così come il canovaccio della partita è fedele agli atteggiamenti tattici dei due tecnici. Il 3-4-2-1 di Fonseca ritrova qualche protagonista fondamentale in Mkhitaryan che si sistema vicino a Dzeko, con Pellegrini equilibratore sul lato opposto, mentre Veretout è con Diawara in mediana. Davanti a Pau Lopez l’emergenza difensiva obbliga Cristante centrale, con Mancini e Ibanez braccetti ai lati, mentre Karsdorp e Calafiori presidiano le corsie esterne. Ten Haag sviluppa il suo 4-3-3 con gli stessi della gara d’andata, eccetto il rientro di Stekelenburg, e Klaiber che rileva l’indisponibile Rensch. Timber e l’insuperabile Martinez, con Klaiber e Tagliafico esterni, mentre Alvarez come, all’andata, concorre sui delicati e labili equilibri di una squadra costantemente protratta in avanti, che non specula e gioca indipendentemente dagli stati emotivi di una gara. Klaassen e Gravenberch mezzali propositivi, mobili e di inserimento, con Neres, Tadic, e Antony guizzante terzetto offensivo.

    Copione prevedibile ma con il vantaggio del risultato della gara di andata

    L’Ajax scala in avanti come prevedibile sin dai primi minuti, la Roma attende ma senza schiacciarsi dietro, molta corta in 25 metri, cercando di chiudere le linee di passaggio dentro al campo, e con una linea difensiva altissima. Ed è così anche quando l’Ajax recupera basso, con l’unica criticità della gestione della palla lunga alle spalle della linea difensiva attaccata a turno dai 5 giocatori preposti ad invadere (invasori) la meta-campo dei giallorossi. Nei rari momenti in cui la Roma si schiaccia e viene ricacciata dietro gli uomini di Ten Haag si appoggiano al proprio palleggio cadenzato e paziente, alla ricerca dell’imbucata decisiva o delle combinazioni nello stretto nell’imbuto centrale. In fase di possesso la Roma dimostra come negli ultimi tempi una lettura più pratica di tale fase porti a leggere momenti e situazioni che portano spesso ad una rinuncia alla costruzione bassa per alzare direttamente palla ora su Dzeko, ora alle spalle della linea difensiva avversaria,s enza quindi abusare di una gestione che possa regalare qualche vantaggio alla pressione coordinata in avanti degli olandesi. Così come diventa fondamentale per la Roma gestire le situazioni in cui l’Ajax non fa in tempo a ripiegare, concedendo letture da sfruttare. con l’uscita per infortunio di Klaiber fa il suo ingresso Schuurs, con Timber che trasloca sull’esterno, togliendo una possibilità di spinta sull’out di destra. La Roma non rischia grandi occasioni, sbagliando anche più di una transizione positiva per il fatto di ritardare il passaggio, con Dzeko sempre bravo comunque a ricevere e fare salire la squadra, con sponde e riferimento costante.

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    Ripresa dai connotati identici alla prima frazione

    Si riparte con Ten Haag che butta nella mischia Brobbey per Antony, stessa gestione della gara di andata, per andare a giocare in appoggio intorno al neo acquisto del Lipsia con le combinazioni e il tentativo di lasciarlo uno contro uno con Cristante. La linea difensiva altissima dei giallorossi, spesso bloccata e senza scivolare indietro su palla scoperta invoglia la profondità sulla corsa e fisicità di Brobbey, e la prima giocata di questo tipo della ripresa è vincente per l’Ajax. Pau Lopez non accorcia in avanti, Mancini stringe la sua traiettoria di corsa solo alla fine quando ormai è tardi, rimanendo tagliato fuori dall’intervento e Cristante, che si trova davanti all’unica situazione dove poteva andare in difficoltà. Il vantaggio olandese consegna i 10 minuti più drammatici della trama della partita, con la Roma che subisce il contraccolpo capitolando subito una seconda volta, ma trovando una squadra arbitrale senza sudditanze psicologiche che annulla il gol del doppio vantaggio. Con l’80% di possesso palla l’Ajax è padrone di campo e partita, e se la Roma non spezza ritmo e forcing diventa difficile l’evolversi successivo della gara. Mancini diffidato si fa ammonire per proteste e i giallorossi sembrano sull’orlo di una crisi di nervi. Ten Haag le prova tutte, con Kudus al posto di Alvarez, praticamente spezzando la squadra in 2 tronconi, con 6 giocatori tutti offensivi e 4 difensori. Basterebbe gestire bene qualche transizione negli spazi decisivi dove l’Ajax fatica a ripiegare. Una transizione positiva ben orchestrata da Mkhitaryan, e rifinita da Calafiori, mette in condizioni Dzeko di pareggiare i conti. Sul risultato di parità è proprio il bosniaco a lasciare il posto a Borja Mayoral, mentre Villar rileva l’infortunato Calafiori, con Veretout che si abbassa quinto di sinistra. Ten Haag completa lo sbilanciamento totale con Traorè e Idrissi per Neres e Schuurs, in un 3-3-4 ultraoffensivo. La risposta finale di Fonseca è Pedro per Mkhitaryan, in un finale drammatico dove Borja Mayoral è semplicemente perfetto nel fare salire la squadra, Pedro gestisce una rifinitura finale in maniera criminale, Taylor si inventa un giallo inesistente a Cristante e una mancata norma del vantaggio non concessa. Tra sussulti e seconde palle disperate, il triplice fischio sopraggiunge e premia un altra semifinale storica a distanza di 3 anni che la Roma di Coppa (dove è imbattuta in gara con posta in palio) sa meritare da settembre, e con spigoli, rimbalzi, ed episodi favorevoli l esito è felice: il Manchester United è avvisato…

    Maurizio Rafaiani



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    1. Felice della semifinale, ma la partita conferma con ogni evidenza gli enormi limiti di questa squadra. Il livello qualitativo basso e la scarsa ambizione delle giocate, impedisce uno sviluppo razionale del gioco e una efficace costruzione dell’azione dal basso. Il centrocampo Diawara-Veretout è sistematicamente saltato (Villar, con tutti i limiti, a mio avviso deve giocare), la palla istantaneamente riconsegnata all’avversario. La linea difensiva commette meno errori marchiani del solito (grave però quello sul gol) ma butta costantemente via la palla alla meno peggio. Come ripeto da mesi manca qualità un po’ ovunque: servirà l’acquisto di 3/4 titolari seri, di alto livello per competere il prossimo anno per il quarto posto, obiettivo minimo della Roma.

    2. Per me la Roma passando questo turno ha fatto un miracolo, per la forza dell’avversario e per le condizioni precarie della squadra. In difesa fuori Smalling (il giocatore più importante), Kumbulla (prima riserva), Spinazzola (forse il migliore della stagione) e B. Peres (prima riserva) squalificato. A centrocampo Veretout appena rientrato in condizioni precarie, come Mkhitaryan al rientro e fuori forma. Insomma i migliori, peraltro assenti nell’andata. Da aggiungere El Shaarawy e il solito Zaniolo. E non dimentichiamo che Mancini e Cristante stanno giocando da tempo con problemi fisici. Invece ascolto e leggo analisi allucinanti, specie sulla doppia radio laziale, del Menzognere e del Corriere di Formello…

    3. Il passaggio di turno in effetti, visto il livello di questa Roma, ha del miracoloso. Il fatto è che esso mi pare debba ritenersi in massima parte frutto del caso: andata giocata male, loro sbagliano malamente il rigore del 2-0, mega-papera del loro portiere su tiro del tutto innocuo di Pellegrini…Ritorno giocato ugualmente male, tutto in chiave difensiva (rinunciataria proprio), incapacità di uscire dalla propria trequarti, diversi rischi di incassare (anche in questo caso) il 2-0. Peraltro quest’Ajax non mi è sembrata un granché…

    4. sono di accordo generalmente manca la qualita’ pero’ i ragazzi con impegno e dedizione hanno raggiunto le semifinali. complimenti a tutti e grazie.
      la prossima sara’ con il manchester united storicamente abituato a questi palcoscenici e soprattutto ad altri ben piu’ importanti ( premier e champions )
      anche la nostra storia diretta con questa squadra non ci lascia buoni ricordi anzi….tuttaltro ( ancora ricordo il 7 1 e purtroppo ero li quel giorno)
      quindi complimenti a tutti e avanti cosi’.
      ma consapevoli che serve completamente un’ altra roma con molta piu’ qualita’, fin dalla parita all’ old traffor.
      se non sara’cosi’ sinceramente non vedo la maniera con la quale possiamo andare a danzica

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