La Roma torna all´Old Trafford per riscrivere la storia

30/09/2007 - 0:00

 
La parola “Manchester” nella mente di tutti i romanisti ha un solo significato: rivincita. E non potrebbe essere altrimenti. Facciamo un passo indietro, all’aprile del 2007. Per tanto e troppo tempo si attendeva una partita così. Mai la Roma era giunta a disputare un quarto di finale della moderna Champions League, mai Totti e compagni erano entrati all’Old Trafford, “il teatro dei sogni”. Dopo la gara di andata, in cui una Roma attenta, concentrata e decisa aveva vinto per 2-1, tutta la città attendeva con frenesia il match di ritorno. Per percepire l’atmosfera basti ricordare le code infinite di 24 ore ai botteghini per acquistare il prezioso tagliando; alla fine 5000 erano i tifosi riusciti a garantirsi un posto all’Old Trafford. Lo stesso Totti, una volta arrivato in Inghilterra, aveva affermato che quella partita aveva un valore maggiore addirittura della finale di Berlino di Coppa del Mondo. C’erano dunque tutte le premesse per far bene, per giocarsi nel migliore dei modi l’accesso tra le prime quattro d’Europa. L’esito del campo fu lapidario. In quel di Manchester si è registrato il peggior epilogo possibile per i colori giallorossi, una catastrofe calcistica senza eguali: 7-1, un punteggio che non ha lasciato spazio a commenti.Nei giorni seguenti, polemiche e accuse si sono abbattute sulla formazione di Spalletti, cancellando di fatto tutto ciò che di buono sino ad allora era stato costruito.Questa volta invece dovrà essere diverso. La Roma avrà la possibilità di riscrivere la storia. Di cancellare, almeno in parte, una macchia che oscura, e non poco, il suo recente passato. Da Spalletti a De Rossi, da Mexes a Totti, l’imperativo assoluto è quello di ottenere, sul campo, una grande e preziosa rivincita. Il capitano giallorosso, inoltre, ritroverà l’arbitro Mejuto Gonzalez: colui che nella sfida tra Italia e Danimarca agli Europei del 2004 non aveva visto il suo sputo a Poulsen. Gesto che poi fu punito con la squalifica attraverso la prova tv. Sarà un rendez-vous dai grandi contenuti, insomma. Sarà un’occasione imperdibile per la Roma: per dimostrare all’Europa intera di che pasta è fatta e per cercare di sfatare un tabù che l’ha vista spesso soccombere con le formazioni inglesi.Seppur nella sua storia europea è proprio ad un club d’oltremanica che la Roma ha legato l’unico trionfo in campo internazionale (quel Roma-Birmingham City del 1961 che assegnò la Coppa delle Fiere alla squadra capitolina – 2-2 in Inghilterra – 2-0 Roma) troppe volte, nei momenti decisivi, le squadre della Premier League hanno ridimensionato le aspirazioni romaniste.Oltre al ricordo tragico della finale di Coppa Campioni contro il Liverpool, dalla metà degli anni Novanta in sette occasioni la squadra capitolina si è trovata di fronte avversarie inglesi.Nel 98-99 era la Roma che – nei sedicesimi di finale – ha eliminato il Leeds Utd dalla Coppa Uefa. L’anno successivo, sempre in Coppa Uefa, doppio incontro: ai sedicesimi la Roma ha superato il Newcastle Utd per poi subire la vendetta da parte del Leeds che ha passato il turno ai danni dei giallorossi. Da quel momento in poi solo sconfitte nei confronti con le squadre inglesi: nel 2000-01 è stato il Liverpool a trionfare nei quarti di finale della Coppa Uefa, così come l’anno seguente sono stati sempre i reds ad estromettere la Roma dall’accesso ai quarti di finale di Champions League. Sempre nella massima competizione europea, questa volta nel 2002-03, nel doppio confronto del girone eliminatorio contro l’Arsenal i giallorossi non sono andati oltre il pareggio. La stagione precedente la disfatta dl Manchester, invece, era stato il Middlesbrough ad interrompere il cammino europeo della formazione di Spalletti.Aspetteremo dunque con trepidazione la gara di martedì anche per comprendere se realmente ci sono i presupposti per un’inversione di tendenza nelle sfide con i club d’oltremanica.

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