• La Roma si fa in quattro

    13/07/2009 - 0:00

    (IL MESSAGGERO) – Esperimenti, prove. Spalletti – come conferma lui stesso – dovrà usare la fantasia, anche perché da qui alla fine di agosto può succedere di tutto. Ci sta che parti una punta, comunque un calciatore offensivo o un centrocampista, che ad oggi è di troppo. Per ora una certezza: «Il calcio della Roma dovrà essere offensivo, con gli esterni alti fino alle bandierine, capaci nell’unocontrouno e in fase di copertura», le parole del tecnico. Che sta studiando varie soluzioni tattiche per la prossima stagione. La novità di questo ritiro è il 4-2-4, il modulo che va tanto di moda in questo momento, vedi Mancheter United, vedremo poi il Real. Una semplice trasposizione del famoso 4-2-3-1 o del classico 4-4-2 in fase di non possesso, con qualche variazione del tema rispetto a prima. Ad esempio: in questo nuovo sistema la punta centrale, ovvero Totti, ha vicino, in orizzontale (termine che usa Spalletti), un altro attaccante, non più un trequartista. Quindi, dalle caratteristiche più offensive. Al momento l’attaccante si chiama Vucinic, poi potrà chiamarsi Borriello, Pavluychenko, Huntelaar (la Roma spera nel prestito di fine mercato) e così via. Mirko tra l’altro è richiesto dal Tottenham, 20 milioni di euro. La Roma ci pensa, ma lui non vuole andare. Comunque la punta che verrà dovrà essere in grado di duettare con il capitano, bravo di testa, per le famose spizzate in area di cui parla spesso il tecnico, le cosiddette variazioni tattiche in attacco. Altra variante rispetto al vecchio e caro sistema spallettiano: i terzini non devono sovrapporre gli esterni, devono solo accompagnare l’azione, rimanendo comunque alti, ma al tempo stesso corti, attaccati agli altri reparti. Infatti nel 4-2-3-1, l’esterno basso porta palla, scambia con il suo compagno di reparto e va fino in fondo. Ora, palla al centrale di difesa o al centrocampista, girata lunga sull’esterno, unocontrouno, cross in mezzo o tiro in porta. Semplice. Questo sta provando ripetutamente, il tecnico. Davanti giocano, come detto Totti, Vucinic, la punta che verrà o J.Baptista, se non andrà via (per adesso ha rifiutato il Panathinaikos).In fase di non possesso, diventa un 4-4-2, con i laterali di centrocampo a fare il (faticoso) lavoro di copertura, il sotto-palla. Col 4-2-3-1 la Roma attacca anche in sei, mentre col 4-2-4 il gioco offensivo è nei piedi di quattro elementi, il resto della squadra deve stare basso. Rooney e Cristiano Ronaldo lo facevano nel Manchester, il portoghese ora lo farà nel Real Madrid, che sembra adotterà proprio questo sistema di gioco. Nella Roma ci sono altri interpreti: al momento Guberti e Menez da una parte, Taddei e Cassetti, o Cerci dall’altra. Spalletti stimola spesso l’indolente Menez (che in questo ritiro sembra un po’ con la testa altrove, ha voglia di essere considerato di più, lo vuole il Marsiglia), perché non svolge a pieno i compiti di copertura. Come coppia di attacco, il tecnico in attesa del centravanti ha sperimentato anche Perrotta (prima dell’infortunio) e Brighi (se non andrà via), capaci di dialogare con la prima punta e di inserirsi in mezzo, ma con loro sarò più un 4-2-3-1. Guberti è quello che ha capito subito i suoi compiti: scatta, dribbla, si propone e va al tiro. Un soldatino, Menez invece, come detto, è l’artista indolente. Il “problema” di questo nuovo modulo è il grosso numero di centrocampisti centrali a disposizione: ne giocano due (in linea di massima Pizarro e De Rossi), ma in totale ci sono, appunto Perrotta (ora a riposo in Calabria, ma ormai tornerà a giocare tra un paio di mesi), Brighi, Aquilani, per non parlare poi di Barusso e Faty. Tanti, troppi. Rosa da smaltire da quelle parti, come dice Spalletti. Brighi è uno che può andare via, c’è la Fiorentina (che in cambio offre Santana). In porta invece serve qualcuno, aspettando Doni, Artur convince poco.Sempre con gli esterni offensivi, ma giocando in maniera diversa, c’è anche la possibilità (rara) di vedere un 4-3-3. Questo anche per utilizzare i centrali di centrocampo in rosa. E nei casi di emergenza, come lo scorso anno quando sono venuti a mancare gli esterni, Spalletti ha sempre l’ancora di salvezza del 4-3-1-2 o ad albero di Natale 4-3-2-1, senza esterni, ma con più centrocampisti e due punte. Ci vuole fantasia, sostiene Spalletti. Ha ragione, visti i tempi.

    Scrivi il primo commento

    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


    *

    Seguici in diretta su Twitch!

  • Leggi anche...