La Roma non brilla, ** ma Brighi spegne la luce

25/09/2008 - 0:00

 
La Roma cade ancora. Ma in questa occasione, i giallorossi hanno minori responsabilità rispetto al passato. Stasera il colpevole è l’arbitro, Brighi. Il fischietto di Cesena ha annullato, con la complicità dell’assistente Biasutto, un gol valido a Panucci. Un abbaglio vero. «Un errore clamoroso», ha tuonato Spalletti. «Sviste di questo genere non possono essere ammesse nel calcio odierno», le parole di Rosella Sensi. Il risultato — al 65’ — era assestato sull’uno a uno per effetto delle reti di Sculli (4’) e De Rossi (28’). Menez indirizzava la sfera in area verso Panucci, che la metteva alle spalle di Rubinho. Rete, il difensore esultava. Si fermava, poi. Il guardalinee non era salito verso il centro del campo. Anzi, aveva alzato la bandierina, non accorgendosi tuttavia di Ferrari, che pochi istanti prima passeggiava nel cuore dei propri sedici metri. Un’immagine inguardabile, a dir poco. Una grave imprecisione, riscontrabile poche altre volte sui campi di serie A.
 
La prima rete degli uomini di Gasperini giunge dopo duecentoquaranta secondi dall’inizio, dopo appena quattro giri d’orologio. E Riise, nella circostanza, si lascia anticipare da Sculli in modo evidente. Dopodiché esce la reazione romanista. Caparbia, costante, culminata con il colpo di testa vincente di De Rossi. La Roma — prima del nuovo vantaggio genoano — rimane compatta. Cicinho, Menez e Vučinić si affacciano in almeno tre occasioni dalle parti di Rubinho. Serve a poco. Prima la rete di Milito del due a uno (60’), quindi la cantonata di Biasutto, infine l’espulsione di De Rossi. La squadra di Spalletti sprofonda, fisiologicamente. Poche le idee, poca la precisione nelle conclusioni. Il Genoa colpisce ancora. La Roma tracolla, con la regìa della terna arbitrale.
 
Nel complesso i capitolini non hanno fornito una prestazione all’altezza della situazione. Si richiedeva loro di confermare la prova messa in atto sabato scorso contro la Reggina. Ma le tante e pesanti assenze hanno solo peggiorato il quadro. Gli ingranaggi dell’orologio romanista non funzionano più come qualche tempo fa. Sei gol subiti in due trasferte sono decisamente tanti. Sarà necessario recuperare soprattutto la continuità dei risultati. Se a Marassi non si fosse presentato l’arbitro Brighi, il risultato sarebbe stato diverso? Chissà. Probabilmente si. Ciò non toglie che i giallorossi debbano migliorare. E non poco. Oggi, a Genova, la Roma ha delle scusanti. Non alibi, però. I progressi dovranno vedersi già domenica pomeriggio contro l’Atalanta. A patto che vengano ponderate con attenzione le designazioni arbitrali. Al Ferraris, i romanisti non sono stati brillanti, ma il direttore di gara è stato decisivo. Troppo.

 
Benedetto Saccà
 

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