• La Roma e il progetto di DaGrosa: come funziona il modello City

    Redazione RN
    04/06/2020 - 7:00

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    La Roma e il progetto di DaGrosa: come funziona il modello City

    ROMA DAGROSA MODELLO CITY – Perde quota la realizzazione del passaggio di proprietà della Roma nelle mani di Dan Friedkin. James Pallotta vorrebbe concludere un affare migliore rispetto a quello proposto dall’imprenditore texano e per questo si sarebbe messo alla ricerca di nuovi possibili acquirenti. Con l’aiuto di alcuni mediatori è spuntato fuori il nome di Joseph DaGrosa, 55 anni, nato a New York. Il suo nome è ben conosciuto in Francia perché nel 2018, insieme alla società King Street (la stessa a cui successivamente ha ceduto le quote), divenne proprietario del Bordeaux, club di Ligue 1. DaGrosa, oggi, vorrebbe mettere le mani su un altro club per sviluppare un suo progetto: creare un network di società simile a quello del City Football Group. Forse, proprio la Roma potrebbe diventarne la protagonista.

    Il progetto di Joseph DaGrosa

    Joseph DaGrosa ha in mente un grande progetto che coinvolgerebbe più club calcistici nel corso di alcuni anni. L’idea è quella di imitare ciò che ha fatto l’‎Abu Dhabi United Group‎ con il City Football Group: una holding company che contiene al suo interno una rete di società calcistiche collegate tra loro. Questa serie di club farebbe riferimento a una sola società che, nel caso degli inglesi, è il Manchester City. L’imprenditore nato a New York è stato chiaro sulle sue volontà e crede che le tempistiche con cui si possa organizzare una struttura simile, oggi, siano ridotte: “Pensiamo che sia un ottimo modello, ma siamo in un momento in cui pensiamo che possa essere fatta la stessa cosa in meno tempo e a prezzo più basso. Vorremmo avere il nostro primo club entro settembre o ottobre” ha spiegato al giornale inglese Shields Gazette. DaGrosa, quindi, pianifica di trovare un club di ancoraggio entro poco tempo e nell’arco di 12 mesi vorrebbe costruirgli attorno un grande universo composto da una squadra satellite e tre accademie. Queste sarebbero le basi per costruire il network di squadre che si chiamerà Kapital Football Group. Il Manchester City, con un modello simile alle sue spalle, è diventato uno dei club più forti in Europa. Il funzionamento di questo sistema, però, dipende da una serie di fattori che devono incastrarsi tra loro.

    Come funziona il modello City

    L’idea di creare il cosiddetto modello City – poi convertita in realtà nel 2012 – è nata nel 2008, quando l’Abu Dhabi United Group ha prelevato i Citizens dall’imprenditore thailandese Thaksin Shinawatra. Con la creazione del City Football Group decisero di rendere grande il Manchester City. Non volevano però solo riportare la squadra a vincere dei trofei – cosa che mancava dal 1976 – ma volevano anche rendere il nome del club e della loro compagnia aerea, Etihad Airways, più grandi in tutto il mondo. Per riuscirci utilizzarono il sistema del franchise, partendo dall’acquisto o dalla fondazione di un club satellite da rendere simile sia nel nome che nei colori sociali a quello cui fa riferimento. Nasce così nel 2012 il New York City Football Club in collaborazione con la squadra di baseball New York Yankees, poi nel 2013 il Melbourne Heart viene acquistato e convertito in Melbourne City, fino ad arrivare ad oggi, periodo in cui il City Football Group controlla e gestisce nove società di calcio in nove paesi differenti. Di tutte queste squadre – di cui una è la belga Lommel su cui la compagnia ha messo le mani neanche un mese fa – ben cinque hanno vinto almeno un titolo nazionale. Potrebbe sembrare una casualità, ma non è così. Tutte le società gestite dal City Football Group hanno una precisa regola da seguire: devono avere tutte quante uno stile di gioco simile fra di loro. Le filosofie degli allenatori che guidano queste squadre devono essere molto vicine a quella del club principale, oggi gestito da Pep Guardiola. Idee e aspetti tattici che devono convergere anche nel sistema di gioco delle giovanili. Tutto ciò non è però un’esclusiva del modello City. Anche la Red Bull, con il RB Lipsia, il Salisburgo e i New York Red Bulls ha un’amministrazione simile. Questi universi di società hanno anche altri punti d’incontro, come le Academy, la gestione marketing e il sistema di scouting. Tutte fonti da cui ogni società può attingere. Inoltre, come se non bastasse, avendo quasi sempre le stesse persone alle loro spalle, riescono a far girare tra loro giocatori con grande semplicità. Uno dei casi più eclatanti fu quello di Frank Lampard, che fu acquistato dal club americano per poi finire in prestito al Manchester City nel momento in cui il tecnico Pellegrini si accorse di aver bisogno di un centrocampista. La controversia nacque nel momento in cui il prestito, che doveva essere di soli sei mesi, diventò annuale, scatenando l’ira di chi lo aspettava in MLS. Il Manchester City fu poi costretto a scusarsi, ammettendo che in realtà il calciatore non aveva un contratto con il New York City, ma semplicemente un accordo non vincolante che lo avrebbe poi portato negli Stati Uniti. Questi network sono infatti caratterizzati da una figura chiave che li dirige e li controlla da lontano. L’idea di DaGrose, non a caso, prevede l’utilizzo di una persona simile e il nome che l’americano avrebbe in mente è quello di Hugo Varela, dirigente che ha portato con sé nell’avventura francese con il Bordeaux. Per fare un paragone con i soggetti del modello City che DaGrose vorrebbe imitare, il City Football Group ha il suo personale amministratore delegato Ferran Soriano, oppure c’è la Red Bull che fa confluire tutte le sue squadre nella figura di Ralf Rangnick. I risultati di questi progetti, seppur a lungo termine, sono stati comunque concreti. Il Manchester City ha vinto molto in Inghilterra e spera di poter raggiungere presto il sogno Champions League. La Roma, se tutte le idee di DaGrosa dovessero realizzarsi, potrebbe portare in Italia questo nuovo modo di costruire una squadra di calcio. Sarà però da capire se i tifosi giallorossi, ancora una volta, saranno disposti ad attendere qualche stagione per tornare a festeggiare un trofeo.

    Daniele Furii

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    1. a sentire i commenti dei tifosi del Bordeaux il titolo dell’ articolo dovrebbe essere .. “Come non funziona il modello DaGrosa” ..

    2. Ecco n’artro fenomeno..questo quando arriva vende tutti e ce cambia nome d colori?

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