L´Arsenal impone la sua lingua, ** la Roma inciampa sulla pronuncia

24/02/2009 - 0:00

 
da LONDRA
SIMONE DI SEGNI
 
L’Arsenal impone la sua lingua. Non il più classico degli inglesi; piuttosto, un dialetto simile a quello predicato da Luciano Spalletti. Pressing e palla a terra, ritmo e scambi veloci: la Roma è incapace di opporsi, soffre e cade all’Emirates Stadium di Londra per uno a zero. La punisce Van Persie, che si procura e trasforma un calcio di rigore al trentaseiesimo del secondo tempo. Al triplice fischio dell’arbitro Bo Larsen i giallorossi lasciano il campo a testa bassa. Traditi, per novanta minuti, da ripetuti errori di ‘pronuncia’.
 
FORMAZIONI  – All’Emirates Stadium di Londra Spalletti dispone la Roma secondo il 4-3-1-2. La retroguardia è composta da Motta, Mexes, Loria e Riise. Nel vertice basso del centrocampo agisce De Rossi, mentre Taddei e Brighi ricoprono rispettivamente i ruoli di interno destro e sinistro. Sulla trequarti opera Perrotta, dietro ai due attaccanti Totti e Baptista. Wenger risponde con un più classico 4-4-2: le chiavi del centrocampo sono affidate a Denilson e Diaby, mentre il peso dell’attacco poggia sulle spalle di Van Persie e Brendtner.
 
FORCING – L’avvio di gara è vibrante, gli inglesi aggrediscono i giallorossi già dalla trequarti. L’Arsenal si conferma la più atipica delle squadre inglesi. Al lancio lungo predilige la manovra rasoterra e il cross dal fondo: Van Persie e Sagna si esibiscono due volte nella specialità, chiamando Loria e De Rossi alla respinta difficoltosa. Al sesto minuto di gioco un brivido corre sulle spalle dei giallorossi: Diaby taglia in due la difesa romanista, Sagna mette in mezzo per Brendtner, che dall’altezza del dischetto viene stoppato in scivolata da De Rossi. I  tifosi dei Gunners si scaldano. Mentre quelli giallorossi provano a scuotere una Roma contratta. Assieme a loro suona la carica Luciano Spalletti, che si sbraccia a bordo campo. Al tredicesimo Mexes interrompe una ripartenza a cento chilometri orari di Eboue: Bo Laursen sventola il giallo. Passano due minuti e l’Arsenal si fa sotto di nuovo. Diaby lancia Van persie, l’olandese aggancia di petto nel cuore dell’area di rigore e taglia fuori Mexes dall’azione: Doni respinge in uscita bassa.
 
REGNA LA PAURA – La Roma tira in porta per la prima volta al sedicesimo di gioco: dal destro di Motta, leggermente defilato sulla destra, parte un bolide in diagonale che Almunia toglie dall’incrocio dei pali. Il tiro non produce però una scossa e l’Arsenal riprende ad assaltare la porta difesa da Doni. Al venticinquesimo Brighi impedisce ad Eboue di eseguire una rimessa laterale e il fischietto danese è costretto ad ammonirlo. La pressione dei padroni di casa, in questa fase, è più tenue. Al trentaseiesimo una fiammata di Van Persie da’ una svolta alla gara: il centravanti buca la difesa giallorossa e costringe Mexes all’intervento scomposto; il francese prova a frenare la sua scivolata, ma l’avversario è furbo e attende il contatto. Che arriva, anche se non così violento da far rotolare a  terra l’olandese. Bo Laursen assegna il rigore. Che lo stesso Van Persie trasforma. Le proteste dei romanisti sono contenute. Soprattutto quelle di Mexes, già ammonito. La Roma sembra timorosa anche di manifestare le proprie ragioni. Prima dell’intervallo un duro intervento di De Rossi su Clichy fa scattare il giallo all’indirizzo del centrocampista, che era in diffida e salteà la gara di ritorno: al doppio fischio del direttore di gara, la Roma guadagna a testa bassa gli spogliatoi.
 
VANI TENTATIVI- L’intervallo restituisce coraggio ai giallorossi, che manovrano con più scioltezza. Il primo brivido della ripresa, però, lo regalano ancora i Gunners: Eboue sfonda al cinquantaduesimo sulla destra e mette in mezzo per Bendtner, che tutto solo calcia alto sull’uscita di Doni. E’ l’inizio di un nuovo assedio. La Roma si ritrova ancora raccolta dietro la propria metà campo, con le gambe che non ricevono il supporto delle idee. Spalletti prova a dare una svolta al match, inserendo Pizarro al posto di Brighi. Al sessantasettesimo Riise scuote i giallorossi con un sinistro al fulmicotone, che si spegne di un soffio a lato della porta difesa da Almunia. I Gunners danno l’idea di essere paghi del vantaggio e la Roma può alzare il proprio raggio di azione. Le avanzate di De Rossi e compagni, tuttavia, risultano sterili. A dieci minuti dalla fine il tecnico giallorosso prova la carta Vucinic, che rileva Baptista. E’ l’ultimo dei tentativi rimasti vani. L’Arsenal riprende a parlare la sua lingua fino al fischio finale: non il più classico degli inglesi; piuttosto, un dialetto simile a quello predicato da Spalletti. Le cui indicazioni sulla ‘pronuncia degli schemi’, questa volta, non hanno trovato allievi volenterosi.
 
 
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