A tutto Veretout: “Ho la vittoria dentro, Nainggolan un esempio”

Alessandro Tagliaboschi
20/11/2019 - 7:10

Foto Getty
A tutto Veretout: “Ho la vittoria dentro, Nainggolan un esempio”

INTERVISTA VERETOUT ROMA – Jordan Veretout si è preso la Roma. Il centrocampista francese, arrivato in estate dalla Fiorentina, è cresciuto partita dopo partita e in poco tempo è diventato un perno dello scacchiere di Paulo Fonseca. Corsa, qualità e grinta le caratteristiche che hanno permesso al classe ’93 di far breccia nei cuori della tifoseria giallorossa e di essere accostato addirittura ad un simbolo come Radja Nainggolan. Veretout si è raccontato con una lunga intervista al giornale francese France Football, dai suoi inizi fino alle sensazioni per l’arrivo nella capitale.

Veretout: “Vi racconto la mia evoluzione”

Oggi Jordan Veretout viene considerato un centrocampista completo e moderno. Ma il lavoro per migliorare tanto inizia da molto lontano: “Nell’esperienza al Nantes ho imparato a gestire e passare la palla e a giocare nei piccoli spazi. All’Aston Villa ho lavorato sul fisico e sull’intensità. In Italia ovviamente c’è più tattica e più attenzione alla fase difensiva. A inizio carriera giocavo come numero 10, ma non mi sento a mio agio in quel ruolo, non mi piace stare vicino all’attaccante, devo partire da più lontano. Nel centrocampo a tre mi metto a sinistra e amo rientrare per cercare un passaggio e tentare la percussione. Amo fare gioco, ma devo migliorare nel gestire le forze. All’inizio pensavo che i grandi giocatori dovessero correre molto. Poi, in un Roma-Fiorentina, Nainggolan mi ha pressato ovunque per tutto il match. Nelle statistiche alla fine ho scoperto che aveva corso 3 km meno di me. Faceva corse intense, ma brevi, mentre io tendevo a fare corse più lunghe che mi stancavano di più. Oggi cerco di posizionarmi bene e pressare al momento giusto”.

L’arrivo alla Fiorentina

L’arrivo in Italia alla Fiorentina rappresenta finalmente l’occasione per farsi vedere a alti livelli: ““Ai primi allenamenti nessuno mi conosceva: ero un giovane che arrivava campionato francese, ma non mi conoscevano. Per un francese, la Serie A non è il campionato di riferimento, ma mi sono adattato subito alla cultura e alla mentalità italiana. E’ tutto calcio, calcio, calcio. Sono andato d’accordo con gli italiani e esploso rapidamente”.

Intervista a Veretout: il calciomercato e l’arrivo alla Roma

“I tifosi della Fiorentina non erano contenti del mio addio, ma come in tutte le squadre, vorrebbero tenere sempre i migliori giocatori. Ho avuto l’occasione di trasferirmi in un top team del campionato francese, non sarebbe stato un passo indietro, ma amo troppo la Serie A per lasciarla. Anche l’opinione di mia moglie ha contato. L’Italia ci piace molto”
Poi la Roma e il feeling istantaneo con Fonseca: “La mia priorità era trasferirmi in una grande squadra italiana. Mi sono preso il mio tempo, poi mi sono affidato alle sensazioni. Il tecnico mi ha telefonato per parlarmi della sua visione di calcio e di come voleva che evolvessi. Ha guardato quasi tutte le mie partite e mi ha descritto come ho giocato. Mi è sembrato molto interessato. Mi voleva, poi sta a me guadagnarmi il posto sul campo e questo è quello che provo a fare tutti i giorni. Lui ama avere il possesso della palla, è un gioco che mi si addice. E’ una squadra nuova per me quindi ho bisogno di tempo. Sulla carta sostituisco una leggenda come De Rossi, ma non posso paragonarmi a lui”.

Il sogno Europeo e la tragedia Astori

Grandi prestazioni in giallorosso che potrebbero regalargli la Nazionale, ma con la consapevolezza che la concorrenza è alta: “Mi sarebbe piaciuto essere tra i campioni del mondo del 2018, ma non ho provato invidia, ero felice per loro. E mi dico: “Magari un giorno sarò lì”. Ho già avuto delle pre-convocazioni, sta a me continuare a lavorare. Le buone prestazioni non sono sufficienti, ci vogliono prestazioni molto, molto alte perché il livello è alto. Giocare in Champions aiuta, ma non è fondamentale”. Sulla tragedia di Astori: “Non avevo mai vissuto eventi simili nella mia vita privata. Ci penso ancora molto spesso. Davide, in modo assurdo, è morto nel sonno il giorno di una partita fuori. Era un grande capitano, mi aveva aiutato a integrarmi bene con la Fiorentina”.

Intervista a Veretout: “Roma, ho la vittoria dentro”

Chiude raccontando il suo carattere: “Mi viene spesso detto che sono uno riservato, anche se mi piace scherzare. Non so se sia una cosa che gioca a mio favore oppure no. Il mio atteggiamento sul campo è completamente differente. Sono uno che ha la vittoria dentro. Ho già preso un rosso per eccesso di foga. Sono aggressivo, urlo contro i miei compagni se è necessario. Non ho intenzione di cambiare”.




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