• IL PAGELLONE DI FRANCI: 10 a Julio Sghembo, 3 ad Arnese Riise

    Redazione RN
    07/02/2011 - 10:10

    IL PAGELLONE DI FRANCI –

    10 a Julio Sergio
    Milito? Eto’o? Pazzini? Macchè. Il fighetto in impermeabilino attillato che piace a mamme e bambini, Leonardo, l’arma segreta la piazza nello spogliatoio della Roma. Perché è proprio lui, Julio Sghembo, a far tanti e tali disastri da trasformare lo scontro scudetto in scontro frontale. Si presenta in campo con due Kinder Pinguì al posto delle mani e parte subito con il ballo della rimbalzella, perdendo sistematicamente il pallone tutte le volte che va in presa. Graziato da Ranocchia, rinfrancato da un paio di salvataggi dei compagni,decide di far felice mister Billò con la mossa della rana svenuta sulla stracchinata di Eto’o. Poi, sì, è vero, qualche bella parata, ma sul 4-1.
    9 a Julio Cesar
    Ma dico io,sto scassamarroni doveva tornare quello di un tempo proprio contro la Roma? Dai su diciamocelo:la differenza tra Roma e Inter l´hanno fatta i guantoni del tipaccio col mascellone, che non gli fai gol neanche se tiri tre volte di fila in porta.  Il succo ristretto e acido del match è racchiuso in una piccola clessidra che racconta dei suoi miracoli e immediatamente dopo della fesseria di Julio Sghembo su Eto’o.

    9 a Mirko Vucinic
    Se quello di Julio Sghembo è voto intriso nella bile e nella caustica ironia, il suo è vero e robusto. Quando segna il pazzesco gol che apre la quasi rimonta, è lesto come un falco tra le correnti ascensionali (ho detto falco, non aquila: quella pare si sia imborghesita). Prima e dopo dà spettacolo duettando ora con Borriello, ora con Mimì Menez. Peccato che i centrocampisti non ne seguano le sinuose, assassine movenze, se non nell´occasione del gol di Simplicio, perché con lui in queste condizioni si sarebbero divertiti assai.

    8 a Thiago Motta
    A guardarlo da lontano pare Materazzi. Poi t´accorgi che ha la faccia intelligente e l´equivoco svanisce. Festeggia la chiamata in azzurro da ´nuovo italiano´ con una partita alla De Rossi (no, no, non questo, quello di due anni fa) stile frappuccino: saporito frappè nella metà campo romanista con tanto di golluccio di testa, sbrigativo e ruvido caffelatte dalle parti dell´amicone Julio Cesar.  Il segreto della rimonta del fighetto in impermeabilino è una parentesi tricolore tra le parole Thiago e Motta.

    5 a Nicolas Burdisso
    Peccato, peccato, peccato. Perché fino a quell´erroraccio sul fuorigioco aveva tenuto talmente bene il Pazzo da mandarlo al manicomio (eh sì lo so, questa è scontata ma non ho resistito). Mai visto Pazzini non prenderla mai come in quest´occasione, poi un´esitazione sulla linea del fuorigioco, il fringuello ex marassiano che parte felice verso l´apoteosi e il rumore del randello argentino. Patatrac. Il gol del tre a uno è niente in confronto all´idea di giocare contro il Napoli con suo fratello o Loria. Oddiomamma.

    4 a Daniele De Rossi
    Sbaglia stop, facili passaggi, aperture. Poi sì, per carità, ogni tanto ha il guizzo imperioso nei recupero disperati ma, diamine, o gli hanno fatto un sortilegio ai piedi o non si spiega come un caimano di siffatta levatura possa trasfomarsi in un´incertorospacchiuolo che sta lì, lì per affogare nello stagno. Sì lo so, è capitan futuro e quindi ´nunsetocca´, ma lo sapete bene che l´irriverenza è il mio cognac preferito e allora su, facciamoci un goccio, ripensando a dov´era lui mente Sneijder scaricava l´archibugio all´incrocio dei pali.

    3 a ArneseRiise
    Brutto Arnese, il norvegese. Sì, arnese perché prima a Brescia e poi al Meazza fa la figura della vecchia pala con il manico mezzo rotto e la ruggine un po’ ovunque. Non chiude su Eto’o e quello lo infila di piattone, approfittando dello svenimento di Julio Sghembo. Maicon e Sneijder giocano a ‘Chi vuol essere asfaltato?’ con il legnoso Arnese che finisce sotto a carriolate di catrame nero. Eppoi, zero cross perlomeno decenti, una serie di passaggi inutili e un paio di corbellerie che manco Lucignolo e Pinocchio nel paese dei balocchi.

    2 al Fighetto in impermeabilino
    Che poi non so neanche se ieri sera lo indossava, l’ipermeabilino. Però dai, avete capito che intendo: noi che siamo passati dal ruvido ciabattare di Mazzone alla faccia da mummia di Zeman; dal mascellone di Capello all’aramaico antico di Delneri, fino alla pelata lucida di Spalletti e alla scodella di minestra di Ranieri, sto tizio belloccio e perfettino un po’ ci dà ai nervi. Sempre con questi capellucci pettinati che pare Iva Zanicchi al festival del 1970. Con ‘sto impermeabilino così aderente da far invidia al tanga di Guillermo Mariotto. Eppoi Leonardo è sempre così garbato con la panchina, con i giocatori, persino con la bottiglietta d’acqua: oh, non la tira mai per terra, ma la ripone dolcemente come farebbe una bimbetta con la sua Barbie. Gli va tutto dritto: gli hanno comprato mezza tonnellata di giocatori, il culo è quello di sempre e a lui, mister Billò, diciamo: se quel fesso di Tagliavento avesse cacciato Ranocchia per la trattenuta su Borriello che c’avresti fatto con la bottiglietta? Oooooh mi sono sfogato.

    Paolo Franci
    Quotidiano Nazionale

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