• Finalmente il Liverpool, l’attacco delle meraviglie e la voglia di tornare a vincere

    Alessandro Tagliaboschi
    24/04/2018 - 16:20

    Finalmente il Liverpool, l’attacco delle meraviglie e la voglia di tornare a vincere

    LIVERPOOL ROMA, L’AVVERSARIA – Dopo tante parole o frasi di circostanza, finalmente possiamo dirlo: testa ad Anfield. Tra poco più di 48 ore infatti, si alzerà il sipario sulla sfida tra Liverpool e Roma, valevole per l’andata della semifinale di Champions League. Un match che porta con sé numerosi significati, da quella finale storica del 1984, fino agli intrecci di mercato, tra cui quello che ha portato Mohamed Salah ad esultare sotto la Kop per 42 milioni di euro più otto di bonus. Sarà, come l’ha definito il presidente James Pallotta, il derby di Boston, visto che il club inglese è del businessman John Henry, che possiede anche la squadra di baseball dei Boston Red Sox, mentre il patron della società capitolina è co-proprietario di quella di basket dei Boston Celtics. Inoltre, sarà anche il match tra due squadre che rappresentano entrambe la terza forza dei propri campionati e che da negli ultimi 10 anni hanno raccolto veramente pochi successi: dal 2007-2008 sono 0 i trofei della Roma, mentre per il Liverpool solo una League Cup nel 2011-2012. Risultati che hanno portato il tecnico dei reds Klopp ad inserire una regola infrangibile: nessun calciatore può toccare la scritta ‘This is Anfield‘ nel tunnel prima di entrare in campo, fino a quando non sarà riportata una coppa sulle rive del Mersey.

    LA GESTIONE KLOPP – 300 gol in 148 partite, più di due gol a partita da quando sulla panchina del Liverpool siede Jurgen Klopp. Tanto spettacolo, moltissimi gol, ma anche periodi esaltanti macchiati poi da passaggi a vuoto clamorosi. Indimenticabile il 4-3 ad Anfield proprio contro il suo Borussia che gli ha permesso di arrivare in finale di Europa League poi mestamente persa contro il Siviglia. E non è l’unico fallimento in una finalissima da quando allena all’ombra della Kop: nel 2015-2016 perse contro il Manchester City la League Cup alla lotteria dei rigori con gli errori decisivi di Leiva, Coutinho e Lallana. Dopo il quarto posto dello scorso anno, ora sembra aver trovato finalmente le misure: il terzo posto in Premier League e la semifinale di Champions League raggiunti fino a questo momento sembrano rappresentare il corretto processo di crescita di un percorso tecnico destinato, a scanso di clamorosi ribaltoni, a durare per molti anni.

    I NUMERI – Come già anticipato, il Liverpool nel suo campionato è in questo momento in lotta con il Manchester United per conquistare il secondo posto. Ha fin qui conquistato 71 punti, frutto di 20 vittorie, 11 pareggi e 4 sconfitte. L’attacco è senza dubbio il punto di forza degli inglesi: 117 gol stagionali, di cui 85 in Premier League e ben 33 in 10 partite di Champions (più 6 ai preliminari). In tutto questo, il protagonista assoluto è senz’altro il tridente d’attacco formato da SalahFirminoMané: 83 centri in tre e dopo la partenza di Coutinho l’impressione di aver trovato nuove certezze ed una maggiore intesa. L’altro lato della medaglia nasconde inevitabilmente alcuni problemi difensivi, con ben 50 reti subite nella stagione in corso. Questa statistica però, nasconde un dato che non può certamente far sorridere i giallorossi: nella massima competizione europea il Liverpool ha concesso solamente 7 reti, di cui solamente una nelle 4 gare delle fasi ad eliminazione.

    TATTICAMENTE PARLANDO – Il modulo di riferimento per i ragazzi di Klopp è senza dubbio il 4-3-3, utilizzato per ben 40 occasioni in questa stagione. In fase di possesso, il Liverpool tende ad alzare i terzini, con i mediani che aiutano i centrali difensivi nel palleggio, utile a chiamare fuori il pressing avversario per poi attaccarlo con lanci lunghi verso gli attaccanti. Questa è una mossa che permette ai reds sia di evitare il pressing alto degli avversari, che di esaltare le capacità e le qualità di corsa e dribbling dei suoi tre attaccanti. Quando il possesso è a favore degli avversari invece, il Liverpool tenta un pressing altissimo sui portatori di palla, creando una forte densità in zona palla tenendo le linee molto corte: è proprio in questo modo che il City di Guardiola è crollato sotto i colpi di Salah e compagni in tre occasioni in una sola stagione.

    COSI’ IN CAMPO – Jurgen Klopp non rinuncerà al suo 4-3-3 e arriva a questa gara senza grossi dubbi di formazione. Karius ha definitivamente scavalcato Mignolet nelle gerarchie della porta e sarà ancora lui a difendere i pali del Liverpool. Confermato a destra il 19enne Alexander-Arnold autore di una grande prova nel doppio confronto con il City. Al centro recupera Lovren dopo gli acciacchi delle ultime settimane e ricompone la coppia centrale insieme a Van Dijk. A sinistra ballottaggio aperto tra Moreno e Robertson con il secondo leggermente favorito. In mediana ritorna Henderson dopo la squalifica con il City con Wijnaldum. Milner e Oxlade-Chamberlain completeranno il centrocampo. In avanti il tridente delle formato da Firmino, Mané e dall’ex giallorosso Salah che da solo ha già messo a segno 41 reti in stagione.

    PROBABILE FORMAZIONE 

    LIVERPOOL (4-3-3) – 1 Karius, 66 Alexander-Arnold, 6 Lovren, 4 Van Dijk, 26 Robertson, 7 Milner, 14 Henderson, 21 Oxlade-Chamberlain, 11 Salah, 9 Firmino, 19 Mané.
    A disp.: 22 Mignolet, 2 Clyne, 17 Klavan, 18 Moreno, 29 Solanke, 5 Wijnaldum, 28 Ings.
    All.: 
    Klopp

    BALLOTTAGGIO: Robertson-Moreno, Henderson-Wijnaldum
    IN DUBBIO: –
    INDISPONIBILI: 32 Matip (infortunio alla coscia), 23 Emre Can (problemi alla schiena), 20 Lallana (problema muscolare)

    DIFFIDATI: –
    SQUALIFICATI: 

    Alessandro Tagliaboschi

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