• Guido D´Ubaldo a Romanews.eu: **´Il giornalista, specchio al servizio dei lettori. **Il derby regala ancora forti emozioni´

    Redazione RN
    28/12/2008 - 0:00

    Trigoria, sorteggi di Champions League: i giornalisti che riempiono la sala stampa del Fulvio Bernardini sono con il fiato sospeso, mentre Bruno Conti, in collegamento video da Nyon, estrae gli accoppiamenti degli ottavi di finale della competizione europea. Lo Sporting, il sorteggio ‘benevolo’, è sfumato. Come il Lione, altra avversaria ‘gradita’ dalla piazza. Il responsabile tecnico giallorosso pesca l’Arsenal e le smorfie si susseguono: sul volto di qualcuno si accende già la sfida, altri restano di ghiaccio, altri ancora riflettono con un sorriso il destino beffardo. Come Guido D’Ubaldo, giornalista del Corriere dello Sport che da anni segue le vicende del club giallorosso. Lo avviciniamo all’uscita della sala stampa di Trigoria, quando un collega, dirigendosi verso il parcheggio del Centro Sportivo, prova a ribaltare i mugugni dell’ambiente: “L’Arsenal è regalato!”, il grido di ottimismo. D’Ubaldo mostra lo stesso sorriso con cui aveva accolto l’estrazione dei Gunners. E’ proprio così? L’Arsenal ‘è regalato’? “E’ il peggiore dei sorteggi che poteva capitare alla Roma perché contro le squadre inglesi si soffre sempre: era quello che avrei evitato” dichiara il giornalista a Romanews.eu.Se la sente di azzardare subito un pronostico?”L’Arsenal è un avversario davvero difficile: ma se lo supera, la Roma può arrivare fino in fondo in Champions League”.La sua è stata una reazione composta, al momento del sorteggio.”Un giornalista deve resistere dal farsi coinvolgere dalla propria fede calcistica. Sono appassionato di calcio sin da piccolo, mio padre mi portava allo stadio dall’età di undici anni a vedere la Roma. L’obiettività è però alla basa del mestiere che svolgo: mai lasciarsi guidare dal tifo”.E’ così anche quando la Roma fa gol?”Deve essere così. Solo il derby mi regala ancora forti emozioni”Come è nata la passione per il mestiere che svolge? Quale è stato il suo percorso professionale?”Ho sempre sognato di fare questo lavoro sin dai tempi del liceo. Durante l’università ho iniziato a fare radio, una radio che si trovava nel mio quartiere che si chiama Radio Spazio. Poi ho fatto altre cose a livello sportivo, sempre per una radio, Radio Marconi. Poi ho scritto per Il Corriere Laziale e nell’81’ ho cominciato a collaborare con il Corriere dello Sport. Ricordo ancora la mia prima cronaca per una partita di Prima Categoria al campo della Romana Gas”.C’è un giornalista che incarna il suo modello?”Il mio modello è un giornalista che non c’è più, che ha lavorato anche al Corriere dello Sport e che ho conosciuto abbastanza bene: Luca Argentieri”.Il giornalismo sportivo si contraddistingue in cosa rispetto agli altri ambiti del giornalismo?”Se vuoi scrivere di sport devi cercare il più possibile di andare direttamente alla fonte. Mentre negli altri settori hai la possibilità di fare dei passaggi intermedi, in questo settore il contatto deve essere diretto con il calciatore o con il presidente di una società o con un direttore sportivo. In politica o in altri settori puoi passare più facilmente attraverso impresari, procuratori o uffici stampa”.Il miglior collega tra quelli ancora in attività.”Difficile rispondere. Io faccio parte di un giornale, indosso una maglia, pertanto tutti i miei colleghi sono i migliori”.Una definizione che specifichi il ruolo del giornalista sportivo.”Secondo me la definizione vale per qualsiasi giornalista: deve avere la funzione di uno specchio, ossia riflettere la realtà verso i lettori”La sua più grande soddisfazione in termini professionali?”Sono soddisfatto della mia carriera: ho seguito tre Mondiali, due Europei, da diciotto anni seguo la Roma. Ad inizio carriera, però, ho ricevuto un premio come miglior giornalista under 30: uno dei ricordi ai quali sono più affezionato”.Pasolini ha scritto: “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Considero il calcio l’unico grande rito rimasto al nostro tempo”.”Seguire la propria squadra, soffrire, gioire per essa: il calcio è indubbiamente un rito diffuso nella nostra società. Non credo però che possa sostituire i riti ‘sacri’: non va confuso con la religione insomma”Possibile che il calcio appassioni così tanto perché è metafora della vita stessa?”Sì, è possibile: è una chiave di lettura”.Lo scoop al quale è particolarmente legato.”Quando Franco Sensi divenne presidente, varie anticipazioni di mercato e tante interviste esclusive”L’intervista che non ha mai fatto.”Mi sarebbe piaciuto far parlare di sport Papa Wojtyla”L’intervista che invece ha fatto.”Quella che feci ad Alberto Sordi quando era nella consulta della Roma: uan sorta di struttura che aveva creato Ciarrapico. Andai sul set di un film che stava girando a Furbara e fu una straordinaria esperienza, pranzai con lui al termine delle riprese, fu una cosa indimenticabile”.Nella sua carriera ha assistito a grandi eventi sportivi: quale pagina l’ha emozionata maggiormente?”Quella dello Scudetto della Roma e del Mondiale vinto in Germania”.La cronaca che le piacerebbe scrivere in futuro?”Mi piacerebbe assistere da giornalista ad un’Olimpiade”.Qual è il suo giudizio su mister Spalletti?”E’ un grande allenatore, uno dei migliori in Italia attualmente”.Il cambio di modulo: si aspettava di dover raccontare una Roma diversa da quella del 4-2-3-1?”Sì, sapevo che sarebbe accaduto perché in estate il tecnico già aveva pensato al cambio di modulo e aveva iniziato a sperimentarlo”.Il calciatore della Roma al quale è più affezionato.”Sono rimasto legato a Balbo e Aldair. Se però consideriamo che Totti avrà giocato circa 500 partite e io ne avrò viste 490… insomma, fate voi”.Dove possono arrivare i giallorossi in campionato?”Se continua con il passo che ha acquisito in autunno, la Roma può arrivare in zona Champions”C’è un giocatore che pensa di aver giudicato in maniera un po’ frettolosa?”Di solito non do giudizi avventati, però devo ammettere che Brighi mi ha sorpreso”Conosce Romanews.eu? Come lo giudica?”Sì conosco il vostro sito e trovo che sia fatto bene”Come impiega il tempo libero Guido D’Ubaldo?”Lo dedico spesso a mio figlio, grande appassionato di pesca. Poi cerco di tenermi in allenamento: corro e vado in palestra”Devono passare anni prima che una pagina di calcio possa essere raccontata con un sapore romantico? Soprattutto, il giornalista deve fuggire sempre alla tentazione di romanzare i fatti?”Credo che una storia per poter essere raccontata in toni romantici debba diventare passato remoto. Tanto più che il giornalista deve fuggire dalla tentazione di romanzare i fatti”.Già, il giornalista deve essere uno specchio al servizio del lettore. Sempre. Anche al derby, quando le emozioni rischiano di riportarti bambino.Simone Di Segni

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