Gli ultrà dei Reds marcati a uomo, al 90° scatta l’applauso per tutti

Redazione RN
03/05/2018 - 7:31

Gli ultrà dei Reds marcati a uomo, al 90° scatta l’applauso per tutti

LA REPUBBLICA (D’Abergo-Monaco) – La vacanza romana dei 5 mila fan del Liverpool sbarcati nelle ultime 72 ore a Roma per giocarsi la finale di Champions League è filata via così, tra una birra (in realtà ben più di una, anche in boccali di vetro in barba all’ordinanza antialcol) e cori. Tanti cori. Ne devono aver ascoltati centinaia i poliziotti e i carabinieri che, assieme ai colleghi delle forze dell’ordine arrivati da Liverpool, ieri li hanno marcati a uomo senza sosta. Un pressing a tutto campo, dal ritiro dei biglietti in un hotel al Palatino al blitz a Fontana di Trevi, fino alle visite guidate al Colosseo. Lì, all’anfiteatro Flavio, i tifosi dei Reds si sono presentati con striscioni di ogni tipo. Ecco un italobritannico “Forza Liverpool” srotolato da due biondini. Poi un bandone rosso acceso con le date degli ultimi trionfi europei. Compreso, ovviamente, il precedente all’Olimpico datato 1984: vittoria ai rigori, coppa in tasca, Roma sconfitta. Corsi e ricorsi pallonari a cui oggi si aggiunge la viralità dei social. Su Instagram ieri gli ultrà inglesi, la frangia hardcore della Kop, la curva del Liverpool, si sono scambiati informazioni di ogni tipo. Prima un messaggio con il contatto di un ultrà sbarcato nella Città Eterna con un carico di fumogeni. Poi una foto con un’infilata di energumeni in piazza di Spagna: “Sono i nostri amici del Cska Sofia”. Hooligan bulgari a Roma per dare una mano in caso di scontri. Tra i post, poi, anche uno striscione cofirmato con gli Irriducibili della Lazio e vessilli con insulti irriferibili a Totti schierati accanto a uno scudo biancazzurro con la scritta “Sodalizio”. Due foto per stringere un gemellaggio — nato da amicizie strette dopo la finale di Coppa dei Campioni di 34 anni fa — in funzione antiromanista, con la comune speranza di non vedere la squadra di Dzeko e Di Francesco in finale a Kiev contro il Real Madrid: alla fine ci vanno i Reds. Ai giallorossi il 4- 2 non basterà. Al fischio dell’arbitro applausi per tutti dai 65 mila dell’Olimpico. Ritorno alla realtà, alle birre e ai cori. Versioni contrastanti. Da una parte Gianni, titolare di un pub di Campo de’ Fiori: «È tutto molto sereno, c’è una bella atmosfera. Eventi come questo aiutano l’economia: in poche ore abbiamo venduto 6 fusti di Peroni e 2 di Guinness». Poi la testimonianza di Kriss, arrivato dalla casa dei Beatles con tutta l’aria di non volersi far mettere i piedi in testa da nessuno: «Io e il mio gruppo di amici siamo arrivati ieri sera e ripartiamo giovedì mattina. Non temiamo i tifosi della Roma, noi siamo venuti a Roma per sostenere la nostra squadra: certo, qualcuno in casa nostra non ha fatto altrettanto. Se vogliono venire a cercarci non ci tireremo indietro». E la controparte? I supporter giallorossi, scavalcato il degrado del parco di piazza Mancini, sfalciato all’ultimo minuto dal servizio giardini, hanno atteso l’inizio della partita tra i fumogeni in ponte Duca d’Aosta ritmando a più riprese “Odio Liverpool”. A poche centinaia di metri uno spettatore a sorpresa, tra i blindati della polizia e nel mezzo del viavai dei fan inglesi: «Speriamo che Roma e i romani facciano una bella figura». Parole di Luca Cordero di Montezemolo. Quasi un sussurro tra i canti a squarciagola delle due tifoserie rivali.

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