´Franci a gamba tesa´:**La profondità di Reja, l´odore degli Juventini e il diktat di Ballardini

Redazione RN
10/03/2008 - 0:00

“La Roma non è l’Inter”. La profondità abissale del concetto espresso da Reja ha scolpito le menti dei lettori e, soprattutto, le mani di Gianello, inoperose fino al sospetto principio d’ artrite contro i nerazzurri, bruciate a più riprese dagli incursori di Spalletti. “Abbiamo riaperto il campionato contro l’Inter, proveremo a chiuderlo di nuovo contro la Roma”. La metafora sul portone tricolore, peraltro assai ritrita, francamente ha un po’ rotto. Vogliamo usare questo spazio per un piccolo appello: pare infatti che qualcuno abbia rinvenuto al San Paolo un mazzo di chiavi smarrito da Reja e De Laurentis e che fosse proprio quello del metaforico portone. Assume un contorno scaramantico tutto partenopeo, invece, la dichiarazione di Reja sulle presenza del presidente: “L’altra domenica non c’era, stavolta ci sarà e so quanto ci tiene a un risultato positivo con i giallorossi”. La reazione del popolo napoletano non si è fatta attendere: la vendita di corni portafortuna si è impennata del 123%, mentre si fanno scorte di zampe di coniglio e amuleti di ogni genere. In più, alcuni Napoli club si starebbero organizzando per regalare, da qui alla fine del campionato, week-end in giro per il mondo al presidente pur di tenerlo lontano dal San Paolo. Il verbo rejano su Totti, tra mille complimenti e fair play, ha colpito soprattutto per una frase: “Per lui dovremmo aver non due, bensì sei occhi”. E meno male. Gian Piero Gasperini, tuffandosi nel proprio passato da ragazzino in bianconero si è affidato agli odori: “Una cosa fantastica era il profumo degli spogliatoi”. Tu entravi bambino e sentivi quell’odore unico mentre davanti sfilavano i giocatori della Juve. Perchè ridete? Maligni! Gianpi si riferisce all’olio canforato e alle creme per massaggi. Stringato, invece, il Delneri-pensiero: “Voglio vedere l’Atalanta che ha vinto a Parma”. Non essendoci riuscito, pare abbia chiesto a Reja i sei occhi serviti a tenere d’occhio Totti. La mesta parabola del povero Di Carlo si tinge di blucerchiato e fa riemergere il concetto clou della vigilia: “Posso giocare con tre mezze punte oppure col fantasista dietro a due punte”. Non fa una piega, perchè in un caso o nell’altro il rendimento dei suoi è sotto gli occhi di tutti. Finalino per mister Ballardini, coach cagliaritano, alla vigilia della sfida col Catania: “Parlare di corsa al pareggio non ha senso”. Nel match del Massimino la squadra lo ha preso talmente in parola che Canini sull ‘1 a 1, ha segnato l’autorete decisiva.
 
Paolo Franci

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