Franci a gamba tesa:** Il triplo vaffa di Totti, il Ringoboy e la crescita di Muslera

Redazione RN
14/04/2008 - 0:00

 
Nicolas Cage, quello vero, non quello tarocco, bravissimo e tutto giallorosso che s’è fatto beffa del Real Madrid, è sugli schermi di tutt’Italia con “Next”. Voi direte: echissenefrega? Calma. Nell’action movie in questione, Cage ha il dono di poter “vedere” cosa gli accadrà nei 120 secondi successivi. Insomma, vede il futuro. Di nuovo: echissenefrega? Calma.
La notizia è che il Ringoboy Kakà mai e poi mai potrà girare il sequel. Pur mostrando straordinarie doti di recitazione (un solo appunto: ma chi è il parrucchiere del brasiliano?) tra palleggio e biscotti, il fuoriclasse del Milan sì è fregato da solo con una dichiarazione pre Juve-Milan: “Io vedo il Milan che vince a Torino”. E poi, parlando della Fiorentina: “domenica ci ritroviamo a un punto di distacco”. E, infine: “Vorrei segnare il primo gol alla Juve fuori casa”. Pare che a Milanello, quando Kakà ha esclamato di fronte ai dirigenti: “Mi vedo solo con la maglia del Milan”, un signore distinto in cravatta gialla sia corso in ufficio per ricontrollare la blindatura del contratto.
Merita spazio, ci mancherebbe, anche l’uomo del cheving gum, Delio Rossi. Sentite qua: “Con Ballotta abbiamo trovato stabilità, nel frattempo Muslera è cresciuto (…) La fortuna è che in questo momento stanno bene tutti e due”. Chi sta ancora meglio, si dice a Siena, è tal Loria, di professione difensore col vizio del gol, che domenica pomeriggio all’Olimpico ha avuto modo di assaporare fino in fondo la crescita di Muslera.
Nello sport, il termine “triplo”, evoca performance da grandi applausi. Pensiamo al triplo axel, il salto più difficile del pattinaggio artistico, una sorta di gesto leggendario della disciplina. O agli spettacolari tripli avvitamenti dal trampolino, nei tuffi. Passando per la ginnastica artistica o per l’atletica leggera, che con il salto triplo ha vissuto momenti olimpici incisi nella memoria. Nell’evoluzione sportiva del triplo, siamo arrivati a una specialità tutta romana: il triplo vaffa. Lo ha provato centrandolo al primo colpo Francesco Totti, avvitando la lingua in modo perfetto in faccia all’attonito Rizzoli, mostrando una straordinaria sincronia tra il gol sbagliato e l’incazzatura. Neanche a dirlo, s’è scatenata la corrida di colpevolisti e innocentisti: da rosso, da giallo, da lapidazione immediata, da lunga squalifica. C’è anche qualche irriducibile tottiano che ha provato a rileggere il labiale sostenendo che Totti abbia detto in un milanese improbabile: “Va a ciapà il mulo!”. S’è preso mille euro di multa, Totti, e un’altra ammonizione. Poca roba, dai. Sempre a Udine, poi, allegro e sorridente, Francesco s’è fatto beccare dalla telecamere in un divertito quanto fragoroso “…cci tua” indirizzato, credo, a qualche amico seduto in tribuna. Affascinato dal triplo verbale del capitano e inebriato dal perdonismo di Rizzoli, ho provato a emulare Totti al semaforo con un’arcigna vigilessa. In fondo, ha il fischietto anche lei no? Non ha gradito per niente e, visto che si metteva male, ho giocato anche la carta dell’amichevole “…cci tua” col sorriso a 32 denti. Non è stato propriamente un successo, o perlomeno lo è stato per un amico avvocato, che mi ha detto: “Non ti preoccupare, ci penso io. La parcella? E’ solo un dettaglio”. Ed è per questo che ora sono molto, molto preoccupato, perchè nella vita, i “dettagli” spesso fanno la differenza. Soprattutto se provengono dalle mie tasche.
Paolo Franci

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