Fenomeno di Capitano

23/11/2009 - 0:00

Il Messaggero – Da dove vogliamo (ri)partire: dai numeri? Va bene. Con la tripletta al Bari, Francesco Totti è arrivato a quota 187 reti in serie A,ovviamente tutte con la maglia della Roma (427 presenze). Conteggiando anchei gol firmati nelle variecoppe, il capitano è salito a quota 239 (552 partite). Fermandoci alla stagione in corso, Totti ha autografato finora 19 reti (9 in campionato e dieci in Europa League) pur avendo giocato complessivamente solo 13 partite, 8 in campionato, e non tutte dal primo all’ultimo minuto. Altri numeri: contro il Bari, ieri, Francesco è  tornato a giocare 49 giorni dopol’infortunio patito all’Olimpico contro il Napoli (4 ottobre, 2-1 con una sua doppietta…) e dopo l’ennesimo intervento chirurgico al ginocchio destro (26 ottobre).Verrebbe da dire: Totti, inversione Robo-Cap, è tornato più forte di prima. Già. Meglio non dirlo, però, ricordando che i suoi limiti sono (ancora) sconosciuti. Forse anche a Francesco stesso, 27 reti in 29 gare nel 2009. Un fenomeno, e nessuno può avere dubbi. E chi li ha, è solo vittima delle proprie debolezze mischiate a invidia e frustrazione. Una gamba spezzata; uncrociato rifatto; un  menisco appena tolto: e che problema c’è? La classe, anzi l’arte  nel suo caso ha sconfitto anche la logica medica. Perchè sarebbe stato logico  (umano?) aspettarsi un rientro un po’ meno brillante, un po’ più timoroso per via di quel  ginocchio ancora convalescente. Invece lui, abituato da sempre a stupire tutto e tutti, in  meno di mezzora aveva già sistemato tre palloni alle spalle di Gillet, due con il destro  plurioperato e l’altro con il sinistro spezzato indue e tenuto ancora oggi dritto da un pezzo di ferro e da una dozzina di viti, regalando la vittoria alla Roma. Totti 3- Bari 1, il vero risultato della partita dell’Olimpico. «Se continuano a dire che sono finito, sono contento. Mi porta bene…», ha  sussurrato, sorridendo, ieri sera lasciando lo stadio. «Vado di fretta, devo anna’ a operamme n’antra vorta…», ha proseguito. A livello di dichiarazioni (dichiarazioni?) tutto qui. Lui, del re sto, non aveva bisogno di aggiungere altro, dopo aver fatto parlare il campo. A questo punto, cioè dopo la terza tripletta della stagione (era già toccato a Gent e Kosice) sarebbe carino (nei suoi confronti, ovvio) che cominciasse a parlare qualcun altro. Perchè, alla faccia della ufficiosità legata al rinnovo fino al 2014, Totti è ufficialmente ancora un calciatore della Roma con il contratto in scadenza 2010. Francesco, sull’argomento, non ha più niente da dire (e da firmare): ormai tocca solo alla  società. Un gol su calcio di rigore( piattone di destro alla sinistra di Gillet, spiazzato), il  secondo con una fucilata ancora di destro su calcio di punizione e il terzo con un  diagonale di sinistro a girare sul secondo palo,  che entra di diritto nella top ten dei suoi più belli gol di sempre.  Perchè Totti ha abbinato potenza  e precisione, dopo averci pensato meno di un attimo prima di tirare di prima daquellaposizione così scomoda. Una specie di capolavoro,  quello di Robo-Cap. Dopo aver visto la palla in rete, Perotta s’è messo le mani davanti agli occhi, poi, ridendo, è sembrato dire: ma questo  come ha fatto? Vero: roba da Totti, non da tutti. I tre gol nel giorno del ricordo di Donna  Flora Viola hanno consentito  a Francesco di affiancare Di Natale in vetta alla classifica dei cannonieri del campionato,  di staccare Gabriel Omar Batistuta nella classifica dei bomber di sempre e di avvicinarsi  sensibilmente a Beppe Signori,che ha chiuso la carriera  in serie A con 188 reti. Domenica a Bergamo caccia al  gol numero 10 in campionato  («La vita è tutta un 10», si sa…) e pure quella all’ex capitano  della Lazio, ormai a una sola rete di distanza. Ma il vero  obiettivo di Francesco, ormai è chiaro, è battere anche se stesso, superare i propri limiti.  A pensarci bene, sta già un bel  pezzo avanti…   

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