Il faccia a faccia: De Rossi vs Mandragora

Redazione RN
25/10/2017 - 17:45

Il faccia a faccia: De Rossi vs Mandragora

ROMA-CROTONE, IL FACCIA A FACCIACrotone, Bologna ed infine il Chelsea. La Roma si appresta ad affrontare un trittico che potrebbe aprire scenari divertenti sia in campionato che in Champions League. Ma una cosa per volta, intanto testa al match di questa sera: i ragazzi di Nicola non verranno all’Olimpico per passeggiare, soprattutto ora che sono in cerca di riscatto dopo la brutta sconfitta con la Sampdoria. Roma-Crotone potrebbe dunque riservare delle sorprese sia in un senso che nell’altro, Di Francesco lo sa bene e non abbassa la guardia: “Abbiamo 2 partite da vincere, non facili. Il Crotone l’anno scorso ha fatto un miracolo, ha un bravo allenatore ed è la prima gara difficile da vincere”. La sfida di domani sera metterà di fronte in maniera diretta o indiretta De Rossi e Mandragora, il primo il passato e il presente della Serie A e della Nazionale, il secondo il presente e il futuro. Il centrocampista di Ostia potrebbe partire dalla panchina, visto che Gonalons è favorito per un posto da titolare. Non è escluso però che possa subentrare a match in corso, soprattutto per garantire maggiore muscolarità e copertura a centrocampo qualora la Roma dovesse averne bisogno. Mandragora con ogni probabilità verrà schierato in campo dal primo minuto.

UNA PEDINA FONDAMENTALE – Agli occhi di molti la prestazione di domenica scorsa contro il Torino non ha convinto, ma c’è un dato fondamentale che balza agli occhi: De Rossi ha recuperato 11 palloni nel corso della gara, più di chiunque altro. Se la coppia Juan Jesus-Moreno ha funzionato bene al punto da sembrar composta da due che dividevano il reparto ab illo tempore, forse è anche per merito dell’azione di interdizione intrapresa dal centrocampista romano. De Rossi non ha bisogno di presentazioni: campione del mondo nel 2006, vice campione d’Europa nel 2012, con gli azzurri ha collezionato 116 presenze e segnato 21 reti, imponendosi come il centrocampista più prolifico della storia della Nazionale del dopoguerra alle spalle del solo Adolfo Baloncieri. Dunque: ben 8 gol in più di un ex collega illustre come Andrea Pirlo, che pure conta le sue stesse apparizioni con la maglia azzurra. E addirittura 9 in più di Andrés Iniesta, il quale ha disputato la bellezza di 121 partite con la Spagna. Non solo: nel 2004 De Rossi ha vinto il campionato europeo under-21 e con la Nazionale Olimpica ha conquistato il bronzo ai Giochi di Atene. In giallorosso il centrocampista vanta, fra campionato e coppe, 568 presenze e 59 gol. Un monumento da preservare.

LA SCALATA – E’ ancora agli inizi, invece, Rolando Mandragora. E per forza di cose, visto che si tratta di un classe ’97. Cresciuto a Scampia, uno dei quartieri pià malfamati di Napoli, nel corso della sua pur breve carriera ha bruciato costantemente ogni tappa: a 17 anni esordisce in Serie A con la maglia del Genoa, in una partita in cui addirittura si prende il lusso di arginare un altro enfant prodige del campionato italiano, Paul Pogba. In breve tempo diventa un punto fermo della nazionale under-19, oggi è capitano dell’under-21 di Gigi Di Biagio. Tuttavia la storia recente di Mandragora è abbastanza tribolata; nella stagione 2015-16 la società rossoblù decide di girarlo in prestito al Pescara di Massimo Oddo, dove continua a crescere e affina le sue qualità tecniche, fino a diventare un regista di centrocampo capace di enterpretare eccellentemente entrambe le fasi di gioco. Così la Juventus decide di acquistarne il cartellino per 6 milioni di euro. A marzo 2016 però il napoletano si infortuna al piede destro, rottura del quinto metatarso e 4 mesi dopo una ricaduta lo costringe nuovamente sotto i ferri. Poi la lenta ripresa, la riapparizione con gli azzurrini un anno dopo, il passaggio al Crotone e infine il primo gol in Serie A, proprio qualche settimana fa nello scontro salvezza contro il Benevento.

Paolo Sparla

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