FACCIA A FACCIA. Borriello-Ibrahimovic

15/12/2010 - 0:00

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Hanno fatto la fortuna di Roma e Milan in questa prima parte di campionato; Zlatan Ibrahimovic e Marco Borriello, il ‘Mister campionato’ rossonero e il nuovo ‘Supermarco’ giallorosso. Entrambi i giocatori stanno probabilmente attraversando l’apice della loro carriera. Ibrahimovic, classe ’81, pochi mesi più ‘grande’ di Borriello, supera il suo ‘collega’ anche sul piano fisico, nonostante non stiamo certo parlando di due pequeñi: 1,95 di altezza e 95 chili di muscoli per lo svedese, mentre Borriello concentra la sua potenza ed esplosività in una corporatura più compatta (1,80 cm per 73 chilogrammi di peso). Sono entrambi bomber di razza, se non altro guardando le loro medie-gol, anche se Marco Borriello si distingue dallo svedese per una maggiore cattivera sotto porta, mentre Ibrahimovic, dotato di qualità tecniche superiori, può recitare con successo anche il ruolo di seconda punta.
TRE GIORNI INSIEME – Fa uno strano effetto pensare che, durante questa estate, i due protagonisti del big match di sabato prossimo a San Siro (ore 20.45) sono stati anche compagni di squadra, esattamente per la durata di tre giorni. Il 28 agosto 2010 Ibra viene acquistato dal Milan in prestito (con diritto di riscatto a 24 milioni). Neanche il tempo di accogliere il suo nuovo collega che Marco Borriello, diventato di troppo dopo l’arrivo del ben più quotato svedese, oltre che dell’altro acquisto dell’ultima ora Robinho, coglie al volo l’offerta di Rosella Sensi e Daniele Pradè che, nell’ultimo giorno utile di calciomercato estivo (il 31 agosto) gli propongono un bel contratto quinquennale per portarlo a Roma. Prestito con obbligo di riscatto fissato a 10 milioni è la formula dell’acquisto, avallato da Unicredit. “Andiamo a vince” è stato l’invito via sms che gli ha rivolto il già compagno di Nazionale e Capitan Futuro della Roma, Daniele De Rossi, subito dopo aver appreso la notizia. Sabato a Milano è l’occasione giusta per iniziare a pensarci seriamente, a vincere.

GLI INIZI – Nato a Napoli il 18 giugno 1982 e cresciuto nel quartiere popolare di San Giovanni a Teduccio, a 14 anni Marco Borriello viene portato dal presidente della sua scuola calcio (chiamata “Carioca”) a sostenere un provino col Granarolo Faentino. Fortuna vuole che quel giorno il giovanissimo Marco riesce a stregare due osservatori molto speciali, Franco Baresi e Angelo Colombo, che lo portano subito negli Allievi del Milan.  Borriello passa successivamente alla Primavera del Treviso, dove viaggia alla media di quasi un gol a partita (12 reti in 13 gare) prima del salto tra i professionisti, nella Triestina in C2. E’ il gennaio del 2001. Il 29 aprile dello stesso anno arriva il primo gol tra i “grandi” del giovane napoletano, contro il Novara. L’estate successiva Borriello torna al Treviso in C1 e realizza 10 reti in 29 partite con i veneti, prima di tornare al Milan nel 2002. E’ solo la prima tappa di un percorso che si rivelerà più lungo e complicato del previsto per il ragazzone di Napoli, ma che lo condurrà ad essere il perno offensivo della Roma di Ranieri.

STRAPPATO ALLA ROMA – La storia di Zlatan Ibrahimovic inizia invece in Svezia, precisamente nella città di Malmo, dove nasce 29 anni fa (il 3 ottobre del 1981) da padre bosniaco e mamma croata. Così come Borriello, anche Ibra lascia intuire fin da piccolo quale sarà il suo futuro, quando a soli 10 anni, in una partita della sua squadra (il Balkan), subentra dalla panchina e ribalta una gara ormai persa (0-4 il parziale) mettendo a segno la bellezza di otto gol (8-5 il risultato finale). La carriera tra i professionisti di Zlatan prende le mosse proprio dalla squadra della sua città, il Malmo, che lo ingaggia a 13 anni e a 18 lo fa esordire nel campionato svedese. Dopo tre stagioni con la prima squadra, Ibra viene ceduto all’Ajax, il club più titolato d’Olanda, che batte la concorrenza di altri grandi compagini europee, tra le quali anche la Roma appena scudettata di Fabio Capello. A differenza di Borriello, lo svedese non ci mette un attimo a liberare tutto il suo talento. Fin da giovanissimo si distingue per le sue straripanti doti fisiche, atletiche e tecniche; forza fisica, gran dribbling, tiro potente e preciso, oltre a spiccate capacità acrobatiche (merito del taekwondo, arte marziale praticata da giovanissimo e di cui è cintura nera). Nell’Ajax Ibrahimovic gioca 106 partite, segnando 46 gol e vincendo 2 Scudetti, una Coppa d’Olanda e una Supercoppa nazionale. Sono i primi trofei di una bacheca destinata a diventare sempre più ricca per il ragazzone di Malmo.

 

VAGABONDAGGIO – La storia di Borriello è in buona parte legata ai colori del Milan, squadra con cui firma il primo contratto da professionista nell’estate 2002 (dopo le incoraggianti parentesi al Treviso e alla Triestina). Da quel momento per il vent’enne napoletano inizia una carriera di alti e bassi e soprattutto di vagabondaggio per i campi di A e B. Poco significative le esperienze di Empoli (dal gennaio al giugno 2003, in cui segna un solo gol, il primo in Serie A), Reggina (stagione 2004-2005, 30 gare e 2 reti), Sampdoria e Treviso (nella stagione 2005-2006) inframmezzate da continui ritorni a Milanello, a dimostrazione che la società rossonera crede in lui nonostante le sue difficoltà ad imporsi nel calcio che conta. La stagione 2006-2007 sembra però iniziare nel migliore dei modi; il centravanti partenopeo sembra trovare più spazio nel Milan targato Ancelotti e gioca le prime 9 partite di campionato, impreziosite da una rete. Ma il 21 dicembre del 2006 Borriello risulta positivo al test anti-doping (a causa dell’assunzione inconsapevole di metaboliti del cortisone) e viene sospeso fino al marzo del 2007; una “macchia” sulla propria fedina calcistica, che il giocatore non ha mai digerito completamente. Alla fine di quella stagione è comunque tempo di esultare: ad Atene il suo Milan vince la Champions League in finale contro il Liverpool. Ma Borriello vuole iniziare ad essere protagonista. L’anno successivo la società rossonera lo cede in comproprietà al Genoa. E finalmente Supermarco non delude le attese. Nel capoluogo ligure l’inversione di rotta è evidente: 35 partite e 19 gol in Serie A per l’attaccante napoletano (appena due in meno del capocannoniere David Trezeguet), che si guadagna così le prime pagine dei giornali sportivi (oltre che delle riviste di gossip per via della love-story con la nota show girl Belen Rodriguez) e anche la prima convocazione in Nazionale. L’esordio con l’Italia, allora allenata da Roberto Donadoni, avviene il 6 febbraio 2008, a 25 anni, nell’amichevole contro il Portogallo (3-1 per gli azzurri) in cui Borriello subentra nel secondo tempo a Luca Toni (proprio lui, l’ex “Gulliver” giallorosso). Dopo l’esplosione di Genova, nella stagione 2007-2008 Borriello fa per l’ennesima volta ritorno a Milanello. Ma la consacrazione in maglia rossonera continua a non arrivare, questa volta a causa di diversi infortuni, che non  impediscono però al giocatore di essere, con 15 gol, il miglior marcatore del Milan (insieme a Ronaldinho) nel 2009-2010.
Anche la strada di Zlatan Ibrahimovic ha conosciuto diverse fermate. E non si tratta certo di fermate qualsiasi. Nel 2004 lo svedese passa dall’Ajax alla Juventus di Fabio Capello, in cui si accasa per due stagioni, collezionando 91 presenze e 26 gol (oltre a 17 assist) e conquistando 2 scudetti, poi revocati in seguito al processo di Calciopoli, che sentenziò anche la retrocessione del club bianconero. Ibrahimovic lascia allora Torino per approdare all’Inter (“Da piccolo tifavo Inter” le prime parole nerazzurre del giocatore), dove la storia si ripete, anzi, si arricchisce di nuovi capitoli: 3 Scudetti, 1 Supercoppa Italiana e un titolo di capocannoniere (con 25 gol) nella stagione 2008-2009. L’estate seguente, dopo aver realizzato 66 gol in 117 partite con la squadra nerazzurra, Ibra saluta anche Milano e sceglie il Barcellona Campione d’Europa, allenato da Pep Guardiola. Nonostante una leggera flessione del suo rendimento (che non gli impedisce comunque di perforare in 21 occasioni le porte avversarie) in maglia blaugrana Ibrahimovic vince Liga, Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea e Mondiale per Club, mancando però il traguardo più ambito, la Champions League, che nella stagione 2009-2010 viene conquistata proprio dall’Inter di Mourinho.

PRESENTE&FUTURO – Dal 31 agosto di quest’anno Marco Borriello indossa la maglia della Roma, con cui ha esordito l’11 settembre partecipando alla disfatta di Cagliari (5-1 per i sardi nella seconda giornata di campionato). Una delusione subito dimenticata con il primo gol in giallorosso, nel turno successivo, in casa contro il Bologna (2-2 il risultato finale, con la Roma rimontata dalla doppietta di Marco Di Vaio). Da quel momento l’attaccante napoletano non si è più fermato, realizzando in totale 10 gol nelle prime 21 partite con la Roma e dimostrando di essersi inserito a meraviglia nel gioco offensivo giallorosso. Anche Zlatan Ibrahimovic, dopo una carriera costellata di successi con tutte le maglie da lui indossate, si sta ripetendo anche con quella del Milan: 13 gol nelle prime 21 presenze in rossonero e primo posto in campionato, grazie soprattutto alle sue giocate risolutrici. Tra i due chi ha più bisogno di conferme è proprio Marco Borriello il quale, essendo esploso relativamente in ritardo, deve continuare a dimostrare di sapersi mantenere ad alti livelli. Lo svedese è un “campione stratosferico” (queste le ultime parole famose di Claudio Ranieri), mentre questo ragazzo originario di un quartiere popolare di Napoli, sta lavorando per diventarlo. Ma nel calcio non sempre vince il più forte e il più titolato. E soprattutto una buona parte della sua storia da calciatore Marco Borriello deve ancora scriverla. A partire da sabato prossimo, a San Siro, contro la sua ex squadra.

Federico Antonio Petitto

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