Ex di Turno, Olsen: vichingo assediato dai fantasmi di Alisson

Redazione RN
05/10/2019 - 12:12

Foto Getty
Ex di Turno, Olsen: vichingo assediato dai fantasmi di Alisson

EX DI TURNO – Tutte le strade portano a Roma. Ce ne sono altre, però, che conducono lontano dalla Capitale. La rubrica di Romanews, “Ex di Turno”, propone un focus proprio sui calciatori che hanno percorso queste ultime, salutando il Colosseo e lo Stadio Olimpico per dirigersi altrove e indossare maglie diverse da quella giallorossa. Salvo poi trovare nuovamente la Roma sulla propria strada, stavolta da avversaria.
Lungo la strada dei giallorossi, reduci dal successo sul campo del Lecce e dal pari europeo contro il Wolfsberg, si erge il Cagliari. La porta dei sardi, almeno fino al ritorno di Cragno, è difesa da Robin Olsen, giunto sull’isola dopo aver lasciato proprio la Capitale.

L’INIZIO A ROMA – Portiere titolare della Svezia e uno dei vichinghi che hanno estromesso l’Italia di Ventura dal Mondiale in Russia, Olsen è cresciuto calcisticamente nella società della sua città, il Malmo, arrivando a giocare anche nella prima squadra tra 2012 e 2015. Dopo un’esperienza con il PAOK, lo svedese ha vestito la maglia del Copenaghen, in Danimarca, dove è diventato nel 2016/17 il portiere più volte imbattuto in una singola stagione, stabilendo un record di 19 partite. Nel complesso, con i danesi Olsen ha giocato 100 partite, subendo 82 gol e mantenendo la porta inviolata in ben 45 occasioni. Gli ottimi numeri e l’exploit con la maglia gialla della nazionale, che ha contribuito a portare fino ai quarti di finale del Mondiale 2018, eliminando l’Italia e subendo solo 4 gol in 5 gare della fase finale della competizione, hanno fatto sì che per il biondo estremo difensore si aprissero le porte di Roma. Ad attenderlo, tuttavia, c’era un’eredità pesante, capace di schiacciare anche il più abile ed esperto dei portieri, quella lasciata dietro di sé da Alisson, partito alla volta di Liverpool per conquistare l’Europa.
Dopo un inizio titubante nella passata stagione, in cui Olsen non è riuscito a convincere anche a causa delle gravi lacune dimostrate dalla squadra di Di Francesco, il portiere svedese ha cominciato a far intravedere le sue qualità a partire dalla gara di Champions League contro il Real Madrid. La partita fu persa per 3-0 dai giallorossi, ma se Olsen non si fosse prodigato in diverse grandi parate il passivo sarebbe stato decisamente maggiore.

EREDITA’ DI ALISSON – Lentamente, lo svedese ha cominciato a prendersi la Roma, nonostante il paragone con Alisson aleggiasse sempre nell’aria, accompagnando Olsen in qualsiasi buona parata e ogni errore commesso, grande o piccolo che fosse. Complici le difficoltà della squadra, lo scandinavo ha capitolato nella seconda parte di stagione, in particolar modo a partire dalla gara dell’Olimpico contro il Genoa, momento dopo il quale Olsen è apparso sempre meno convinto dei propri mezzi. Poche settimane hanno separato quella gara dalla doppia sfida contro il Porto e al conseguente esonero di Di Francesco, che ha portato Ranieri a prendere in mano le redini dei giallorossi ormai allo sbando.
L’allenatore testaccino, nonostante avesse inizialmente affermato di avere grande stima di Olsen, ha poi relegato lo scandinavo in panchina, preferendogli l’affidabile Mirante. Ormai bruciato nella Capitale, dopo 35 partite, 58 gol subiti, troppi errori, e l’esoso acquisto di Pau Lopez, l’ex Copenaghen ha atteso per tutta l’estate il trasferimento in un’altra società, sfiorando in particolar modo quello al Montpellier, saltato all’ultimo istante. Infine, il destino ha voluto che Cragno, portiere titolare del Cagliari, si infortunasse, propiziando quindi il trasferimento in prestito dello svedese in terra sarda, dove ha trovato altri due ex romanisti, Luca Pellegrini e Radja Nainggolan.

SECONDA CHANCE – Divenuto titolare della squadra di Maran, Olsen sta lottando partita dopo partita per riscattarsi dagli errori dell’ultima stagione in giallorosso e convincere la società sarda di confermarlo tra i pali anche dopo il ritorno di Cragno dall’infortunio. Per fare ciò, è pronto a mettere il bastone proprio contro la sua ex squadra, che lo ha prima sedotto, offrendogli la possibilità di giocare nel grande calcio e investendolo della successione di Alisson, per poi abbandonarlo, una volta che lo svedese non ha atteso le aspettative.

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