• ESCLUSIVA. Passetti (DG Cagliari): “Barella? Nainggolan è il suo modello. Stasera ce la giochiamo, nulla è impossibile”

    Alessandro Tagliaboschi
    16/12/2017 - 14:22

    ESCLUSIVA. Passetti (DG Cagliari): “Barella? Nainggolan è il suo modello. Stasera ce la giochiamo, nulla è impossibile”

    ESCLUSIVA PASSETTI CAGLIARI – Intervenuto in esclusiva ai microfoni della Web Radio di Romanews.eu, il direttore generale del Cagliari Mario Passetti ha fatto il punto sul match di questa sera e molto altro. Ecco le sue parole:

    Direttore in che stato fisico e mentale arriva il Cagliari al match?
    “Roma è sempre incredibilmente piacevole, sono anche andato a correre sul Lungotevere è sempre bello venire a Roma. Il Cagliari sta proseguendo un percorso di crescita da qualche partita a questa parte, da quando c’è stato il cambio di natura tecnica è stato intrapreso un percorso diverso, intelligente, che sta capitalizzando il lavoro fatto prima, con Rastelli che ha vinto un campionato in Serie B e ottenuto un grande undicesimo posto alla prima in Serie A. C’era tanto lavoro positivo ed ora con Lopez e lo staff è stato impostato un discorso tattico diverso che ci dà più certezze ed equilibrio. Il banco di prova è molto importante e difficile, queste son prove di maturità bellissime perché se vuoi stare in Serie A devi affrontare queste sfide ed essere consapevole della proprio forza e del proprio equilibrio. Il calcio è bello perché niente è impossibile. Questa squadra sta lavorando molto ed il lavora paga”.

    Lopez, così come Di Francesco, è stato un ex giocatore del club prima di diventarne allenatore. Questo particolare permette di dare qualcosa in più quando si è in panchina?
    “Secondo me prima di tutto bisogna essere dei bravi tecnici con delle idee molto chiare, perché il calcio sta diventando sempre più complicato: ci sono sempre più variabili da considerare nelle partite e per conquistare gli obiettivi stagionali. Ci vuole lo staff giusto ed essere preparati. Il fatto di essere stati ex calciatori, può essere valore aggiunto perché vuol dire conoscere la piazza, conoscere gli stimoli, parlare la stessa lingua dei giocatori. Però di base ci deve essere la qualità della persona. In Lopez evidentemente le abbiamo trovate, come sta succedendo a Roma con Di Francesco. Sono allenatori che hanno un’idea di calcio, hanno voglia di formarsi ed imparare. Da lì poi parte tutto il resto”.

    Noi qui a Roma stiamo soffrendo e non poco per avere lo Stadio, ora sembra che finalmente ci siamo. Ci può spiegare invece che percorso ha intrapreso il Cagliari? Quanto è importante per una realtà come quella sarda uno stadio di proprietà?
    “L’iter è diverso, ma il risultato è lo stesso: costruire uno stadio. La Roma vuole realizzare uno stadio su un terreno di natura privata, il nostro prevede il fatto che si costruisca in sostituzione del Sant’Elia, quindi territorio comunale che il Cagliari prenderà in concessione per 50 anni. Il nostro obiettivo era di dare una casa ai nostri tifosi ed a tutta la Sardegna, perché noi siamo i noni per tifosi in Italia con un’isola che ci sostiene. Siamo fieri ed orgogliosi di questo, rappresentiamo un popolo, una regione, un territorio unico. Noi per mestiere non costruiamo stadi, abbiamo come obiettivo di dare una casa ai nostri tifosi. Abbiamo deciso di appoggiarci, e siamo i primi in italia, alla ‘Legge sugli Stadi’, che prevede di costruire un progetto preliminare con i fondi statali e che sia ecosostenibile. Noi due anni fa presentammo il progetto preliminare, che è stato approvato insieme alla variante urbanistica, per poter permettere la costruzione dello Stadio provvisorio nell’area del parcheggio del vecchio Sant’Elia. In questi giorni abbiamo ufficializzato che da una lista di 25 potenziali candidature per la realizzazione, ne abbiamo selezionate tre che da qui a metà febbraio presenteranno un progetto che ci farà decidere chi sarà il progettista dello Stadio. Appoggiarci alla Legge ci permette di avere un iter certo, con delle tempistiche e procedure ben scandite”.

    Quanto è cresciuto Nainggolan rispetto a Cagliari?
    “Nainggolan quando giocava nel Cagliari lo seguivo come tifoso, ma si capiva benissimo quanto fosse legato alla città ed alla Sardegna ed il fatto che la scelta sia ricaduta su Roma non è stato casuale. Ha trovato un ambente dove c’è affetto, il calcio è vissuto con passione, cose che lui ama e che lo caricano. Mi aspettavo la crescita, ha doti eccezionali, gli piace lavorare, si pone obiettivi. È una persona forte, che quando si alza l’asticella è pronto a diventare ancora più bravo, quindi era auspicabile una crescita del genere”.

    Lo dicono un po’ tutti: ma Barella somiglia veramente al belga?
    “Beh se lo dicono tutti un fondo di verità c’è… Per Nico, Nainggolan è sicuramente un esempio e un modello, anche solo per l’intensità e la passione che ci mettono nel giocare le partite, indipendentemente da quanto sia importante questo è un tratto che li accomuna. Nico magari segna meno, ma da sempre grandi soddisfazioni”.

    Un pensiero su Francesco Totti dirigente? La Roma può lottare per lo scudetto?
    “Le società di calcio proprio perché rappresentano la passione, non devono mai dimenticarsi la loro radice e la loro storia. Ed il fatto di avere nel loro organigramma persone che rappresentano in tutto e per tutto con la testa e con il cuore la squadra è una cosa naturale. Noi lo abbiamo fatto con Daniele Conti, che fa parte del nostro organigramma e che sta facendo un percorso di crescita dirigenziale. Sono persone che già stando solamente all’interno della società trasmettono ai nuovi arrivati e non solo tutta la passione e l’amore per la maglia”.

    Alessandro Tagliaboschi

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