• Diawara: “Il 42 è per Yaya Touré. Mi sono mancati i compagni, non vedevo l’ora di tornare a Trigoria”

    Redazione RN
    12/05/2020 - 12:16

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    Diawara: “Il 42 è per Yaya Touré. Mi sono mancati i compagni, non vedevo l’ora di tornare a Trigoria”

    DIAWARA CORONAVIRUS ROMA INTERVISTA – Le squadre hanno ripreso gli allenamenti nei centri sportivi, anche se il lavoro sarà svolto a livello individuale. Questa mattina alle 10:15 è intervenuto Amadou Diawara a Roma Radio. Il centrocampista nell’ultima parte del campionato era rimasto in infermeria a causa di un infortunio al menisco, ma ora ha recuperato ed è a disposizione di mister Fonseca. Ecco le sue parole:

    Coronavirus: la quarantena

    Come hai vissuto questo periodo?
    Sto vivendo questo periodo come penso tutti: un po’ di stress. Non vedo l’ora che si sblocchi tutto. Sono stato a casa a rispettare le regole del Governo.

    In Guinea che notizie hai?
    Il virus ha colpito anche la Guinea ma la situazione è sotto controllo e speriamo che se ne vada completamente. Chiamo sempre mio padre e le mie sorelle e mi dicono che la situazione si sta risolvendo, non è come qua in Italia, ci sono meno casi. E’ sotto controllo.

    Le iniziative della Roma

    Durante la sosta la Roma ha fatto iniziative importanti…
    Io penso che la Roma ha fatto una bellissima cosa, una grande squadra si deve comportare così. Il calcio è lo sport più seguito al mondo e può dare il suo contributo anche per queste cose.

    Il rientro a Trigoria

    Come stai? Che effetto ti ha fatto tornare ad allenarti? Soprattutto dopo l’infortunio…
    Mi sento bene, non vedevo l’ora di tornare in campo ad allenarmi con i compagni. Adesso ci stiamo allenando individualmente. Non vedevo l’ora di tornare a Trigoria e ritrovare i compagni anche a distanza.

    Cos’è la cosa che ti è piaciuta di più nel tornare?
    I compagni sicuramente, stando con loro tutti i giorni ti affezioni.

    Diawara e il ruolo nella Roma

    Ti sei inserito alla perfezione nel gioco di Fonseca..
    Venendo da un anno a Napoli che avevo giocato poco sapevo che quando avevo la mia opportunità potevo dare il 100% quindi ho capito bene quello che voleva il mister da me e dai centrocampisti in generale. Alla fine è andata bene.

    Cosa ti chiede?
    Il mister come tutti gli altri centrocampisti chiede di mettersi bene col corpo, aiutare i centrali e gli piace uscire con la palla a terra. E’ un gioco divertente, fa piacere.

    Il significato del numero 42

    Il 42 te lo sei ripreso alla Roma, l’hai scelto per Yaya Touré. Cosa ha rappresentato per il calcio africano?
    Sicuramente è stato un grandissimo giocatore, è un simbolo dei giocatori africani che fanno questo ruolo. E’ uno dei giocatori in questo ruolo più importanti. Mi piaceva tanto, la sua visione di gioco, come era tranquillo con la palla e mi faceva impazzire da bambino. Devo fare qualche gol come lui per assomigliarli, ma col lavoro potrò arrivarci.

    I primi mesi a Roma

    Sei molto presente sui social e ti sei reso conto che c’era scetticismo. Quando hai sentito che avevi vinto la tua scommessa?
    Venendo da un anno che avevo giocato poco e non avevo continuità di gioco. Sono andato in coppa d’Africa e sono tornato prima per stare con i compagni. Non era semplice farlo subito, sapevo che avendo continuità non avrei deluso i tifosi romanisti.

    La ripresa del campionato

    Sperando che si torni a giocare presto, cosa ti aspetti? Sarà una specie di mini campionato. La Roma recupera molti giocatori, ci sono solo vantaggi?
    Io penso che torniamo a giocare come ad inizio campionato, abbiamo avuto uno stop forzato ma non abbiamo giocato. Dobbiamo avere la forza di ricominciare e andare a mille, non perdere l’obiettivo perché è restare tra i primi 4. Speriamo che si giochi.

    Diawara e la città

    Una curiosità: per i calciatori è sempre difficile andare in giro in città. Non è possibile per un calciatore farsi una passeggiata senza essere fermati dai tifosi… hai avuto tempo di visitarla?
    Ho avuto poco tempo per visitare Roma tra allenamenti, partite e infortuni. Non vedo l’ora che tutto questo finisca per scoprirla meglio.

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