• Dalla tribuna Totti osserva**la sua Roma rinascere

    28/09/2008 - 0:00

     
    Totti osserva. E la Roma migliora. La squadra giallorossa vince per 2-0, senza però stupire. Il capitano si siede insieme al cugino nel palco della Numberten, il numero tre, posto sopra il settore autorità. Felpa grigia con il cappuccio e gilet blu, Francesco firma diversi autografi non appena oltrepassata la porta della tribuna. Spalletti dispone la squadra con il cauto 4-1-4-1, scegliendo Brighi quale mediano davanti alla difesa. La gara comincia in modo blando. Senza sussulti. Il primo fischio dell’arbitro Tagliavento lo si ascolta dopo cinque minuti e mezzo di gioco, per un intervento a metà campo. La curva Sud è carica. Parecchie le bandiere sventolate, in particolar modo nella parte bassa, più vicina alla pista d’atletica. L’attesa protesta della tifoseria non viene messa in atto. Sono pochissimi gli striscioni capovolti, apposti soprattutto in tribuna Tevere. La Roma parte in modo ordinato. Senza esagerare. Panucci colpisce al sedicesimo con un tiro deviato, mettendo a segno il trentaduesimo gol in 357 partite di serie A. Lo stadio vibra. Totti esulta rimanendo seduto. I giallorossi non vogliono prestare il fianco all’avversario, sebbene si concedano qualche giocata di qualità. Ma l’Atalanta non entra in partita. Appare troppo molle e inconsistente. Al trentatreesimo, Vucinic raccoglie un pallone al centro dei sedici metri bergamaschi e lo gira in porta. Palo e gol. Totti sorride, davanti al monitor di servizio. Termina la prima frazione. Il numero dieci si alza, rientrando nella sala dedicata al buffet. Nella ripresa, la Roma fatica. L’Atalanta sale di ritmo, rendendosi pericolosa. Dopo un quarto d’ora, Doni si trova all’altezza del vertice basso della propria area, tentando di interrompere un’azione nerazzurra, poi risolta da Panucci. Nei palchetti riservati servono il caffè. Totti rifiuta. Rimane immobile, nel guardare la gara. La tifoseria ricorda il presidente Sensi con un coro, mentre Menez lascia il posto a Virga — che si posiziona a destra —. Il francese ha dimostrato grande intraprendenza, apprezzata dalla tifoseria che lo applaude. E gli dedica un canto. La partita scorre, senza particolari sussulti. Doni trema quando Valdes tenta il destro, ma il pallone finisce a lato. Riise calcia con il sinistro dai venti metri, alto. Lo stadio si infiamma. «Riise, Riise…», il coro. Totti intuisce, dalla tribuna. Può bastare così. Il capitano lascia velocemente il proprio posto al 41’ del secondo tempo, rientrando nella pancia dell’Olimpico. La Roma fatica ancora per qualche minuto a causa della caparbietà atalantina. Tagliavento fischia tre volte. Sarà necessario lavorare ancora per migliorare. Ma gli applausi dello stadio a fine gara hanno un suono dolce. Come poche altre volte.
    Benedetto Saccà

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