‘Colleghiamoci con…’ Massimo Caputi: “Roma deve essere un punto di arrivo per i calciatori. Il gioco di Di Francesco più adatto all’Europa” (FOTO e VIDEO)

Alessandro Tagliaboschi
14/02/2019 - 15:46

‘Colleghiamoci con…’ Massimo Caputi: “Roma deve essere un punto di arrivo per i calciatori. Il gioco di Di Francesco più adatto all’Europa” (FOTO e VIDEO)

COLLEGHIAMOCI CON CAPUTI ROMA – Zaniolo è una stella che deve essere blindata, la Juve può essere raggiunta più facilmente di quello che si pensa e la piazza di Roma deve imparare ad essere più positiva. Questo il pensiero di Massimo Caputi, capo dei servizi sportivi de Il Messaggero, ai microfoni di Romanews.eu per un nuovo appuntamento della rubrica ‘Colleghiamoci con…’. Il noto conduttore tv e telecronista, dalla redazione del prestigioso giornale romano, si dice fiducioso per il futuro della squadra giallorossa, composta da tanti giovani italiani che possono rappresentare la fortuna del club, che deve continuare a credere in loro.

La prestazione con il Porto è stata convincente, ma quel gol quanto rovina la festa?
“Rovina la festa perché il 2-0 sarebbe stato un risultato ottimo per andare a giocare in Portogallo. Credo comunque che ci sia la prestazione, c’è la vittoria per 2-1, oltretutto il gol del Porto è stato beffardo, perché l’assist nasce da un tiro sbagliato. Però dobbiamo anche pensare se fosse andato dentro il colpo di testa sullo 0-0. Al di là della partita, che è stata positiva, mi viene in mente una riflessione che facevo tra ieri sera e stamattina sentendo radio e amici: forse qua a Roma dobbiamo tornare a goderci di più le cose. Dico questo perché martedì, più che la vittoria, c’era la rabbia per il gol subito, l’incitamento alla squadra c’è stato, ma comunque c’è sempre scetticismo e la contestazione a Kolarov e poi, oggi, la domanda è: Zaniolo quando lo vendiamo? Bisogna essere più leggeri. E’ vero che questi anni hanno segnato tutti in una certa maniera, ma con il Porto è stata un’ottima prestazione che conferma che dopo il 7-1 la Roma ha cambiato atteggiamento. Di Francesco credo abbia capito che dovevano cambiare qualcosa. Quindi di positivo c’è la prestazione contro una squadra forte, perché bisogna avere un po’ più di rispetto nei confronti degli avversari: il Porto ha dimostrato di essere una squadra difficile da affrontare e competitiva. Basta che uno guarda il palmares si rende conto della differenza con la Roma”.

A proposito di Di Francesco, spesso vediamo una Roma diversa in campionato ed un’altra in Europa. Perché?
“C’è sicuramente un gioco, quello di Di Francesco, più adatto ad un palcoscenico europeo, perché in Europa a questi livelli si gioca un calcio diverso rispetto a quello che possiamo vedere contro, con tutto il rispetto, Chievo, Bologna e Empoli e anche con le stesse big del nostro campo. Anche i giocatori, però, hanno un atteggiamento diverso: l’inno della Champions, l’atmosfera, la grande risonanza sicuramente ti permette di avere un approccio ed una concentrazione superiore rispetto a quella che hai in campionato e forse questo è il bello ed il limite della squadra attuale. Essere a determinati livelli solo in alcune partite e non in un arco di tempo prolungato, è quello che necessita il campionato. Probabilmente per fare questo benedetto salto di qualità, non dico che serve la Roma di Champions sempre, perché mi rendo conto che non è possibile, però una mentalità superiore che permetta di essere quella squadra importante che deve essere anche nelle partite di minor prestigio”.

Ci vorrà la mano di Monchi e Pallotta per questo…
“Si, ma anche dei giocatori, in campo scendono loro. Sicuramente la società, dal magazziniere fino ad arrivare a Pallotta, devono fare un salto di qualità, ma credo che la società il salto di qualità lo abbia fatto. Il problema è dover trasmettere che alla Roma ci si viene non perché si è di passaggio, ma perché è un punto di arrivo e per esserlo bisogna avere la mentalità vincente e per averla bisogna vincere”.

Con Zaniolo possiamo dire che è nata una stella o c’è ancora tanto da lavorare?
“E’ chiaro che siamo solamente all’inizio, ma è un inizio di una carriera che può essere straordinaria. E’ un giocatore fortissimo, che adesso per dimostrare di essere quel grande calciatore che tutti immaginiamo, deve saper gestire tutto quello che ha intorno, perché ne parlano in tutta Europa, il sito dell’Uefa gli ha dedicato un servizio ecc… Ora deve dimostrare di saper reggere le attese, perché non ci sarà più partita dove da lui non ci si attenderanno certe cose. Quindi, secondo me, visto che nel calcio attuale bisogna saper giocare a pallone, ma bisogna avere la testa, se lo fa può essere un grande campione. La Roma poi, mi permetto, non ha solo Zaniolo, ma anche Pellegrini e Cristante che veramente possono essere i titolari della nazionale italiana”.

La Roma saprà gestire le varie offerte che arriveranno per Zaniolo, non solo la Juve ma anche dall’estero?
“Zaniolo ha un contratto fino al 2023. E’ vero che poi valgono sempre poco, perché abbiamo visto quando i giocatori vogliono andare via, però c’è questo accordo fino al 2023. Quella di Zaniolo credo sia una situazione che ci potrà far capire le intenzioni della società nel presente e nel prossimo futuro. Per quello che sta facendo vedere e quello che potrebbe fare, è uno di quei giocatori che non puoi vendere a cuor leggero. Non perché Salah o Alisson, per esempio, si possono vendere a cuor leggero ma è diverso: un portiere, seppur bravissimo, è sempre un portiere e l’egiziano è fortissimo ma comunque non era l’idolo. Oggi Zaniolo, perché è italiano e viene dopo Totti, per Roma ed i tifosi della Roma rappresenta qualcosa di diverso che non si può vendere per la logica delle plusvalenze o per il trading. Se vendi Zaniolo significa che non vuoi mai costruire una squadra di un certo livello, perché si possono dar via i bravi giocatori per prenderne degli altri, ma quando tu hai la stella te la tieni. Puoi vendere, come ha fatto il Real Madrid, Cristiano Ronaldo a 32 anni”.

Riguardo le cessioni, la Roma ha delle situazioni contrattuali da risolvere. Le clausole di Manolas e Pellegrini, l’adeguamento di Under e i rinnovi di Dzeko ed El Shaarawy. Quali dovrebbero essere le priorità?
“Sai, credo che la società, su cui si può discutere se ha fatto bene o male, ma è di alto livello. Non posso pensare che non abbia già pensato o avviato le trattative con giocatori che tu menzionavi. Anche sulla base di quelli che sono i programmi. Io punterei più sui giovani, quindi Pellegrini, Under ed El Shaarawy, che secondo me è un giocatore molto prezioso. Dzeko per me è straordinario e fortissimo, lo ha dimostrato anche con il Porto, ma è un giocatore che ha una certa età e legarsi a lui ancora per qualche anno potrebbe diventare non un grande investimento se pensi che magari vuoi costruire una squadra che duri 5 o 6 anni. Se è vero che a Roma giustamente pensiamo a chi può vendere, pensiamo invece se la Roma avesse fatto una determinata politica di giovani, perché Cristante, Zaniolo, ma anche Karsdorp e Pellegrini, magari quelli di cui potrebbe fare a meno sono quelli che hanno una certa età e quindi fare non più quel trading particolare, ma sgravarsi di alcuni contratti importanti per investire soldi sui giocatori più giovani. Sono dell’idea che puntare su un blocco di giocatori italiani sia giusto e fondamentale, perché per quanto oggi sono tutti abituati ad avere stranieri in squadra, avere un zoccolo duro di italiani in rosa dia anche agli stessi stranieri un modo diverso di sentirsi quella maglia addosso e capire cosa vuol dire giocare per questa o quella squadra. Se è vero, poi, che la Juventus è un esempio per tante cose, lo è stato e lo è ancora anche per questo”.

Parlando di campionato, quando la Roma potrebbe tornare a competere ad alti livelli anche in Serie A?
“La Roma in questi anni insieme al Napoli è stata l’unica squadra che ha provato a contrastare la Juventus. E’ chiaro che lo stadio di proprietà e vincere in Italia e avere la certezza di andare in Champions tutti gli anni, arrivando anche in finale, ha permesso ai bianconeri, già solidi di suo, di incrementare il vantaggio economico sulle altre e evidentemente poi si ripercuote sulla squadra in modo positivo. Credo che facendo acquisti e cessioni mirate, si possa ridurre in minor tempo di quello che si pensa il gap con la Juventus. Dal punto di vista tecnico la Roma deve comprare un vice-Kolarov e De Rossi, perché Nzonzi non lo è. La squadra ha dei giocatori che senza spendere 100 milioni li ha già in casa: sono convinto che Zaniolo, Pellegrini e Cristante sono tre giocatori che possono valere Pogba, piuttosto che il nuovo acquisto della Juve Ramsey. Con gli acquisti giusti, la squadra può essere molto più competitiva di quello che è stata quest’anno, ma servono acquisti che abbiano personalità: prima di tutto quest’anno è mancato carattere e saper gestire i momenti difficili. E’ vero che sono svantaggi che la gioventù può dare, ma per la Roma è un peccato che va avanti da troppi anni”.

Prosperi-Tagliaboschi

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  1. un solo appunto: uno stipendiato da Caltagirone non può usare in maniera così disinvolta l’espresssione “stadio di proprietà” e legarlo al concetto di maggiore solidità economica.
    Hai visto mai che “qualcuno” (Di Cicco, tanto per non far nomi) lo riporti al padrone? Ma stiamo scherzando?
    Insomma, caro Caputi comincia a fare armi e bagagli e cerca un’altra redazione 🙂

  2. Ma ti prego capiti ti prego come fai a scrivere queste assurdità??!! Difra non ne ha mai combinata una giusta. La Champions resuscita il carattere anche delle mummie…il problema di difra è che in 2 anni non ha insegnato e dato alcun gioco alla squadra e se lha fatto è ancora peggio perché in campionato e coppa Italia sul piano del gioco ci han surclassati quasi tutti…. Non scriviamo per favore questi attestati di stima tecnica dopo una vittoria ogni 7 partite non vinte!!!

    1. Ah, ecco… Adesso è merito della musichetta della Champions, non di chi va in campo e prepara le partite.
      Bella la trovata delle mummie, te l’ha suggerita Renga?

  3. Jacopo per favore non ti ci mettere anche tu!! Seguo i tuoi post e ti considero una persona molto intelligente, però non puoi venirmi a dire che un giocatore ha la stessa concentrazione quando gioca la coppa Italia o il campionato e la Champions league!! E questo è solo colpa dell’allenatore. Inoltre vuoi dirmi che difra sia un vincente e che abbia un grande passato da mister? Oppure cheh abbia mostrato un gioco degno della Roma? Già hai digerito Chievo, Spal, udinese, Cagliari, Bologna, Atalanta e il 7a1 a Firenze?? Su dai non essere un semplice tifoso con i paraocchi!!

  4. Ma quale musichetta! Il merito è del culo che la Roma ha avuto e continua ad avere :
    1° Ha culo ad andare in Champions
    2° Ha culo perchè trova sempre squadre fuori condizione Barcellona, Chelsea, Atletico M, CSKA Mosca, Porto tutti zombi.

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