Buon sangue non mente

Redazione RN
31/03/2018 - 8:00

Buon sangue non mente

BOLOGNA-ROMA, IL FACCIA A FACCIA – Trentesima giornata di Serie A, si ritorna in campo dopo lo spazio concesso alla Nazionale. La Roma prenota un posto al Dall’Ara con vista sul Camp Nou. Prima il dovere, però, cioè conquistare i 3 punti contro i ragazzi di Donadoni; poi il piacere, se così si può definire, di partire per Barcellona senza troppe pressioni e con la voglia di dimostrare il proprio valore contro una delle più forti squadre al mondo.

EUSEBIO E FEDERICO – Così come all’andata, anche domani si troveranno di fronte padre e figlio: Di Francesco senior contro Di Francesco junior, Eusebio contro Federico. E così come in Roma-Bologna, anche in Bologna-Roma, il piccolo esterno destro punta alla prestazione con la p maiuscola. Lo scorso 28 ottobre vinsero i giallorossi con un gol da urlo di El Shaarawy, ma fra i rossublù il migliore in campo fu proprio Federico Di Francesco, tanto che Florenzi lo definì scherzosamente un vero rompipa**e. Classe ’94, 171 cm per 71 kg, è talentuoso, veloce e agile nello stretto, possiede un discreto senso del gol e può agire anche sulla fascia sinistra: Di Francesco, ad alcuni tratti tipici del padre, ha aggiunto alcune sue peculiarità. Esordisce in Serie A nel 2013, a soli 18 anni, con la maglia del Pescara. A fine stagione fu acquistato dal Parma e girato in prestito al Gubbio, in Serie C, dove collezionò 11 presenze. Furono anni movimentati questi: ad inizio 2014 tornò in prestito al Pescara, poi fu girato alla Cremonese, dove cominciò a dar mostra del proprio talento: mise insieme 27 presenze e 5 reti. Dopo il fallimento del Parma, arrivò nel 2015 a parametro zero alla Virtus Lanciano, in Serie B. Qui Di Francesco disputò un ottima stagione, divenne un elemento imprescindibile del reparto offensivo degli abruzzesi e segnò 8 reti in 38 presenze fra campionato e coppe. A fine stagione fu quindi prelevato a titolo definitivo dal Bologna di Donadoni. L’ex ct della Nazionale lo reputa un giocatore importante e funzionale al suo gioco, i 1456 minuti disputati fin qui in stagione ne sono la prova più evidente. Tuttavia, complice anche l’infortunio che lo tenne fuori quasi due mesi (dal principio di novembre fino a fine dicembre), ad oggi ancora deve trovare la giusta continuità di prestazioni per poter dire la propria nella massima serie.

Paolo Sparla

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