Baptista ghiaccia il Torino **La Roma vince il freddo allo spasimo

Sembrava scritto, un pari di ghiaccio: poi, al novantaduesimo, una prodezza di Baptista spezza il gelo e consente alla Roma di superare in extremis ogni avversità. Contro l’ardore dei granata e contro il terreno scivoloso, contro le assenze e contro la classifica che non ammette più passi falsi, i giallorossi agguantano tre punti insperati e rilanciano ulteriormente le ambizioni di zona Champions.SULLE SPALLE DI BAPTISTA – All’Olimpico di Torino Spalletti dispone la squadra secondo il 4-3-2-1. Artur è di nuovo tra i pali, mentre in difesa il ballottaggio Cassetti-Cicinho finisce ad appannaggio del secondo. Il reparto è completato da Mexes, Juan e Riise. Dal centrocampo in su le scelte sono quasi obbligate: Aquilani non ha ancora i novanta minuti nelle gambe e il clima di Torino (non solo dal punto di vista dei gradi) suggerisce al tecnico di tenerlo inizialmente in panchina. Pertanto l’albero di natale è composto da De Rossi, Brighi e Taddei, con Pizarro e Menez (più largo a sinistra) nel vertice alto. Il peso dell’attacco è di nuovo sulle spalle di Baptista.EQUILIBRIO PRECARIO – La Roma parte sicura, copre il campo con personalità e comanda il gioco. La prima occasione della gara la costruiscono però i granata con un diagonale insidioso di Saumel, che Artur smanaccia in tuffo in calcio d’angolo. I giallorossi rispondono con una prepotente incursione di Taddei che dal fondo scarica sui piedi di Baptista: il destro del brasiliano è violentissimo ma la difesa di Novellino fa muro. Al quindicesimo la Roma sfiora il vantaggio: Pizarro crossa dalla bandierina, Mexes va più in alto di tutti, sullo stacco del francese Calderoni respinge sui piedi di Baptista, il cui passaggio in area non trova la deviazione dei compagni. La Bestia tiene costantemente in apprenzione gli avversari: lo limitano solo il campo scivoloso e la scelta degli scarpini, che sostituisce dopo aver mancato un controllo decisivo davanti al portiere. Complice il terreno di gioco, gli errori da una parte e dall’altra sono molti: Menez, più di tutti, stenta a rimanere in piedi. La Roma prova di tanto in tanto ad alzare i ritmi, Cicinho aggredisce l’out di destra senza tuttavia trovare il suggerimento vincente. I giallorossi, a differenza di quanto accaduto nel match infrasettimanale contro la Samp, soffrono l’assenza di Vucinic e Totti. Il primo tempo si chiude senza episodi degni di nota.BAPTISTA SPEZZA IL GHIACCIO – Al rientro dagli spogliatoi la Roma ha subito l’occasione per spezzare l’equilibrio. Menez, finalmente con i piedi saldi sul terreno, si libera a centrocampo di un paio di avversari e serve Taddei, tutto solo sul vertice destro dell’area di rigore: il diagonale rasoterra del brasiliano trova pronto Calderoni, che con i piedi respinge. Al cinquantaseiesimo Saumel prova a scuotere i suoi con un potente sinistro da fuori area, che si spegne a lato di un soffio. Due minuti dopo Novellino spedisce in campo Abate e Rosina al posto di Vailatti e Amoruso. Spalletti gioca invece la carta Aquilani, che sostituisce un’evanescente Taddei. I cambi non riescono ad imprimere una svolta alla gara, però. Il secondo tempo scivola in fotocopia del primo: le squadre lottano su tutti i palloni, ma nessuno dei protagonisti in campo riesce ad accendere la luce. Al settantacinquesimo Menez cambia marcia. Il francese fulmina Abate sulla corsia di sinistra e serve Baptista di spalle alla porta: l’attaccante addomestica il pallone, si gira e spara alle stelle. Le idee poi tornano a latitare e la gara sembra ormai segnata dal pari. Fino al novantaduesimo, l’ultimo dei minuti di recupero concessi dall’arbitro Rocchi: Mexes scodella al centro il pallone della disperazione, Baptista stoppa di petto e al volo gira in semirovesciata alle spalle di Calderoni. Julio impazzisce di gioia e attorno a lui i compagni. Sobbalza anche Spalletti, mentre il Torino resta di ghiaccio. Fino al triplice fischio.
Simone Di Segni
LE PAGELLE DI TORINO-ROMA: J.BAPTISTA, L’UOMO DELLA PROVVIDENZA
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