• Analisi tattica, resa della Roma contro il Sassuolo: i giallorossi scompaiono dopo il primo gol preso

    Redazione RN
    02/02/2020 - 15:00

    Foto Getty
    Analisi tattica, resa della Roma contro il Sassuolo: i giallorossi scompaiono dopo il primo gol preso

    SASSUOLO ROMA ANALISI TATTICA – Dopo un derby disputato attraverso una gara di spessore, interpretato con personalità e volumi di gioco imponenti, la Roma implode su se stessa a distanza di una settimana. Dopo aver vissuto gli ultimi giorni di mercato in maniera interlocutoria, il problema principale (la capacità realizzativa dei suoi interpreti) rimane inesorabilmente irrisolto. La prestazione odierna però rimane soprattutto una disarmante resa, oltre che l’atavica e masochistica perversione di cadere periodicamente e puntualmente in prestazioni imbarazzanti nell’atteggiamento.

    Sassuolo-Roma: moduli e sviluppi di gioco

    Entrambe le squadre si presentano in campo con moduli speculari, con punte esterne a piede invertito, in un 4-2-3-1 propositivo che vuole avere il dominio della gara attraverso un possesso qualitativo. E così proprio la qualità individuale della Roma sarebbe dovuta via via emergere prepotentemente nella gara. Per Fonseca i due terzini più avanti nelle rotazioni sono, allo stato attuale, Santon e Spinazzola, dopo un derby da protagonisti. Invece le restanti scelte sono obbligate, vista l’emergenza costante e i 3 nuovi arrivi del mercato di gennaio aggregati solamente nelle ultime 24 ore. De Zerbi gioca il suo calcio spavaldo e irriverente, fatto di ordine e organizzazione difensiva e gestione del possesso. All’interno degli appoggi che lo scaglionamento perfetto sul campo gli consente di avere sia in ampiezza che sulla verticale, Djuricic funge da equilibratore e primo riferimento centrale dopo la transizione, a togliere uno dei mediani giallorossi a schermo della linea difensiva.

    Dieci minuti di Roma, ma il gol di Caputo la fa uscire dalla gara

    Con ancora negli occhi le geometrie sublimi del derby, la Roma interpreta i primi 10 minuti di gara con criterio e con le consuete linee guida. Alla solita costruzione bassa il Sassuolo oppone un pressing ultraoffensivo. Se gli atteggiamenti tattici delle due squadre, in entrambe le fasi, sono speculari come i moduli, l’uscita bassa della Roma è vincente e sempre agevole e fluida. Il Sassuolo deve subito ripiegare con ordine con le punte esterne, difendendo con due linee serrate che lavorano sull’intercetto e chiusura delle linee di passaggio, più che sull’aggressione al portatore di palla. La Roma muove bene il pallone su entrambe le corsie, ed entra bene dentro al campo. Pellegrini si abbassa sulla linea dei mediani per creare un 3 contro i due centrocampisti emiliani (Locatelli e Obiang). Veretout invece va in ampiezza a destra rispetto al solito, con Cristante che si abbassa a cucire il palleggio iniziale. Nulla lascia minimamente presagire il disastro sportivo che si consuma da lì a poco, alla prima palla persa sulla trequarti d’attacco. Con una rapida transizione, infatti, il Sassuolo manda Caputo davanti a Pau Lopez. Mancini si fa sorprendere dal movimento nello spazio, con Santon che anziché assorbire e seguire il movimento di Caputo stesso preferisce confidare in un fuorigioco improbabile. Il gol, che giunge inaspettato, ha un impatto devastante sui giallorossi, che escono mentalmente dalla gara. Subiscono così in rapida sequenza il secondo con un contropiede dopo un fraseggio mal riuscito, dove i due centrali rimangono in inferiorità contro 4 avversari. Il Sassuolo continua a lavorare sul campo come una fisarmonica, che ora si alza in pressione, ora si richiude centralmente lavorando sugli intercetti. Tutto per poi distendersi a folate nella metà campo giallorossa, con le catene esterne sempre coordinate sia in fase di spinta che di ripiegamento. Il portatore di palla giallorosso viene isolato e privato degli appoggi. Nel momento in cui perde il tempo di gioco, la sua incertezza viene sopraffatta dal recupero palla e dalla capacità degli emiliani di trovare sempre traccianti verticali dentro al campo in transizione. La Roma deve perciò rincorrere continuamente all’indietro. I giallorossi si caricano di gialli, che il magnanimo Pairetto distribuisce a caso, secondo una discrezionalità ampiamente discutibile. Quando poi Mancini, defilato verso l’out destro durante una fase di palleggio basso, rilancia in mezzo al campo una traiettoria aerea, immediatamente recuperata dal Sassuolo e tramutata con 2 passaggi in gol, il quadro da film horror dei primi 30 minuti è completato. Sono 3 gol in 20 minuti per i giallorossi, che nei 15 minuti finali del primo tempo rimangono in balia degli emiliani. I neroverdi spingono sull’acceleratore per chiudere definitivamente la gara. La Roma invece fa segnalare un indice di pericolosità tristemente non pervenuto. Troppi giocatori quando si alza il livello di difficoltà della gara diventano impalpabili.

    A giochi fatti la reazione della ripresa

    Si riparte con Fonseca che nel frattempo ha lasciato negli spogliatoi Santon, in luogo di Bruno Peres. Sassuolo-Roma comincia sempre più a somigliare a Juventus-Roma di Coppa Italia. I giallorossi dopo un primo tempo di assenza mentale dal campo rientrano con un piglio vivace e superoffensivi nel pressing. A risultato ampiamente compromesso il ritorno in gara appare più figlio dell’atteggiamento del Sassuolo, che tende a non scoprirsi e difende sotto palla per poi ripartire. Il gol di Dzeko segna il primo sussulto, mentre Fonseca comincia ad attingere dai nuovi arrivi. Carles Perez rileva lo spento Under. Villar entra invece per Veretout. Proprio quando la rimonta sembra possibile, nonostante Pellegrini avesse appena subito il bullismo di Pairetto lasciando i suoi in 10, ci pensa Boga a portare a spasso Mancini e a chiudere nuovamente la gara. Con Defrel per Caputo e Magnanelli a chiudere a 3 centrali in mezzo al campo, De Zerbi si cautela. Consente così ai suoi di coronare una prestazione che, aldilà dei demeriti sconcertanti dei giallorossi, rimane comunque di alto livello e nobile nei contenuti.

    Maurizio Rafaiani

    Vedi tutti i commenti (7)

    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


    *

      Tutti i commenti

    1. Dico soltanto che pure il Sassuolo si concede più di un attaccante centrale, mentre la Roma nobile mette in campo solo Dzeko, che peraltro spesso svaria per costruire gioco.
      Bisognava prendere almeno due attaccanti centrali, seppure di non alto profilo, piuttosto che non avere nessun’altra opzione offensiva,

    2. Le sconfitte contro Parma,Torino,Sassuolo dicono tutto sull impegno e la preparazioni delle partite.
      Altra stagione fallimentare perché non si vuol capire che Fonseca non è da serie a,giocatori come cristante,klayvert ecce sono sopravvalutati e abbiamo solo un attaccante che ha 34 anni e segna meno di Caputo e non si può spendere 30 milioni per un portiere così.
      INCOMPETENTI

    3. I giocatori sono scarsi, gli acquisti sbagliati, molti fenomeni supercelebrati (tipo il campione Pellegrini) valgono la metà della metà della metà di quanto propalano dai media romani, tuttavia anche con questo materiale modesto credo si possa fare meglio dell’orrore visto sinora. Purtroppo dopo Di Francesco altro allenatore sbagliato…

    4. portiere indecente , 30 milioni buttatiiiii mirante in porta e il fenomeno spagnolo in primavera a farsi un pò le ossa e a capire come si para, per non parlare dei rigori

    5. D’accordissimo con Alessandro, Mirante portiere titolare, dispiace per Pau Lopez perche ha fatto belle parate e gliene do atto, ma quando gioca con i piedi fa passaggi troppo azzardati e spesso mette in difficoltà i propri compagni (Veretout con la Juve, Spinazzola al derby).
      Non molto sicuro nelle uscite alte (vedi il derby) secondo me Mirante in questo momento di poca lucidità di Mancini e Smalling darebbe piu sicurezza e affidabilità alla difesa e forse qualche punto in piu.

    Seguici in diretta su Twitch!

  • Leggi anche...