• Accadde domani: fari accesi su Vincent Candela

    Redazione RN
    25/01/2008 - 0:00

     
    Fari accesi su Vincent Candela. La Storia giallorossa ricorda che, dopo una trattativa durata tre mesi, il transalpino approda alla Roma il 26 gennaio 1997. Costo del suo cartellino: cinque miliardi di vecchie lire.Candela esordisce in giallorosso il 2 Febbraio 1997, in Roma-Vicenza 2-0, doppietta di Abel Balbo. Sulla panchina della Roma c’è Carlos Bianchi, tecnico che si è adoperato personalmente per favorire l’arrivo dell’esterno nella capitale. Con la maglia giallorossa, Candela, colleziona 209 presenze e segna 14 reti. Giocatore dalle straordinarie doti tecniche, abile nell’agire sulla fascia sinistra, il francese viene ricordato soprattutto per le tante fughe sull’out di competenza. Ma anche per due imprecisioni: la prima, in un derby del 6 Gennaio 1998 (4-1 per la Lazio, quando regalò la palla a Fuser), il secondo in un Barcellona-Roma terminato 1-1 e datato 20 Febbraio 2002, quando regalò a Puyol una palla d’oro al limite dell’area.
    Il rapporto tra Candela e la nazionale francese, non è mai stato idilliaco. Con la maglia dei galletti, vince un Mondiale nel ’98 e un Europeo nel 2000. Ma spesso deve vestire i panni del comprimario, per lasciare spazi e compiti al titolare Lizarazu.Nel gennaio del 2005, Vincent lascia la Roma per trasferirsi in Inghilterra, al Bolton. La sua esperienza nel nuovo club, però, dura solo sei mesi. In estate, il ritorno in Italia, dove approda tra le fila dell’Udinese. L’11 Settembre 2005, Candela torna all’Olimpico, per la prima volta da ex, con la maglia friulana. La stagione successiva, il transalpino si trasferisce al Siena, ritrovando sul suo cammino la Roma il 17 Settembre 2006, Siena-Roma 1-3. A Gennaio passa al Messina, dove chiude le sue presenze in Serie A, il 20 Maggio 2007. Con un annuncio attraverso il quotidiano “L’Equipe”, l’ex giallorosso dice addio al calcio giocato (Settembre 2007): “C’è un tempo per tutto, io ho fatto il mio tempo. Dopo 18 anni di professionismo, questo è il momento giusto per smettere. Il calcio è cambiato, è più fisico, meno tattico e tecnico. Oggi i calciatori sono tutti più alti, più rapidi ed hanno meno cervello”.

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